Il Ministero della Salute ha varato le nuove linee guida contro la dipendenza da nicotina e tabacco. Le precedenti risalivano al 2008, mentre l’aggiornamento tiene conto anche dei nuovi prodotti entrati in commercio negli ultimi anni.
Le linee guida sono contenute in un documento redatto dall’Istituto superiore di Sanità e sono rivolte a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, i quali nella loro attuazione dovranno comunque tenere conto – come sempre – della situazione personale del paziente e delle regole professionali.
“Il documento – spiega il Ministero – valuta l’efficacia di tutti i trattamenti disponibili, dal counselling alla farmacoterapia agli interventi digitali, ad esempio attraverso app, formulando le relative raccomandazioni per gli operatori“. Si individuano interventi comportamentali ed interventi farmacologici, anche da integrare fra loro a seconda dei casi.
Nicotina e tabagismo, professionisti sanitari poco formati
In Italia, purtroppo, non c’è adeguata formazione professionale sul tema del tabagismo. I corsi di laurea delle professioni sanitarie (medicina, infermieristica, specializzazioni), come riconosciuto dallo stesso Iss, fanno registrare una “cronica mancanza di una formazione strutturata sul tema“.
“A fronte della necessità di trattare tempestivamente la dipendenza da tabacco e nicotina (…) È quanto mai necessaria tra i professionisti sanitari, la diffusione di una cultura dei trattamenti standardizzati, basati sulle evidenze e che siano accessibili in egual misura a tutti i cittadini. La cessazione del consumo di tabacco e di nicotina richiede competenze integrate, provenienti da diverse aree formative, e deve diventare pratica comune di tutti coloro che lavorano per la salute, con l’intento di fornire una base comune, costruita sull’evidenza scientifica, per contrastare l’epidemia del consumo di tabacco e della dipendenza da nicotina“.

Dipendenza, presi in considerazione anche i nuovi prodotti
Le linee guida aggiornate sulla dipendenza da tabacco e nicotina, tengono conto anche dei nuovi prodotti a base di queste sostanze.
Quindi non più soltanto tabacco da fumo e in foglie, espanso e ricostituito, da pipa, in sigaro e sigaretta, arrotolabile, masticabile, da fiuto, per uso orale (polvere); ma anche i prodotti del tabacco riscaldato, le sigarette elettroniche (usa e getta, o ricaricabili) ed i prodotti da fumo a base di erbe che si sono diffusi negli ultimi anni; fino ai più recenti prodotti da fumo comparsi sul mercato (soprattutto su internet) a base di erbe, contenenti sia tabacco che nicotina.
Questi nuovi prodotti, secondo quanto riportato nel documento, anche se proposti come alternative, sono considerati dannosi. Lo specifica in un passaggio del testo. I nuovi prodotti sono “promossi dall’industria come alternative meno dannose al fumo di tabacco, ma in realtà – specifica – attraggono nuovi consumatori e li rendono dipendenti dalla nicotina. Sigarette elettroniche, prodotti del tabacco riscaldato e prodotti contenenti nicotina per uso orale“.
Quindi anch’essi sono inclusi nelle linee guida per aiutare i pazienti a smettere di fumare; esattamente come raccomandato dalla Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nicotina e tabacco, preoccupano i giovani consumatori
Il fumo di tabacco, in Italia, rappresenta la maggiore causa di morbilità e mortalità prevenibile. Preoccupano i dati relativi ai giovani. L’ultimo Rapporto Nazionale sul Tabagismo (2018), evidenzia che il 47% della popolazione scolastica (11-17 anni) ha già avuto un contatto con il tabacco. Il 43,7% ha iniziato a fumare la prima sigaretta a 11-13 anni, mentre nel 4,5% già all’età di 9-10 anni.
Il consumo di tabacco è considerato uno dei principali fattori di rischio modificabili per numerose malattie. La stima è, solo per l’Italia, di 70.000 morti all’anno, dei quali più del 25% tra i 35 ed i 65 anni di età.

Chi fuma rischia di morire fino a 5 volte di più
Il fumo causa il tumore del polmone ed almeno altre 11 tipologie di cancro. Ed è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche (es. BPCO – broncopneumopatia cronica ostruttiva) ed è un importante fattore di rischio cardiovascolare.
“Un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore. Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo. E la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni” (Ministero della Salute, 2022).
La stessa dipendenza da tabacco (tabagismo) è considerata una patologia cronica recidivante, allo stesso modo di altre dipendenze patologiche. Il ruolo principale lo svolge la nicotina. Essa è una sostanza neuro-psicotropa in grado di indurre alterazioni neurochimiche e causare cambiamenti comportamentali relativi alla memoria, alle emozioni e all’apprendimento. La nicotina provoca anche danni alla salute, sia a breve che a lungo termine. Può influenzare infatti la frequenza e la contrattilità cardiaca; causa vasocostrizione (cutanea e coronarica); può far alzare la pressione sanguigna e favorire l’aterogenesi; è inoltre in grado di ridurre la sensibilità all’insulina, aggravando un eventuale diabete già presente.