Processo Eternit Bis: udienza è stata aggiornata al 18 maggio 2018
Si è conclusa oggi a Napoli, un’altra fase del maxi processo Eternit Bis, che vede imputato Stephan Schmidheiny.
L’imprenditore svizzero, famoso proprio per essere uno degli uomini più facoltosi d’Europa, deve rispondere alle accuse di omicidio volontario difronte il Tribunale Penale di Napoli.
La vicenda di Schmidheiny viene paragonata anche ad un disastro ambientale, proprio perché negli stabilimenti Eternit di cui era proprietario e amministratore unico, a Napoli, Torino, Reggio Emilia e Vercelli, hanno perso la vita 258 operai.
Nelle fabbriche dello svizzero venivano lavorati materiali in amianto e proprio a causa della lunga esposizione alle polveri di asbesto, hanno perso la vita molti lavoratori, che hanno contratto una delle patologie asbesto correlate.
Il risultato del primo processo Eternit, nel 2015, fu una condanna per Schmidheiny a 18 anni di reclusione solo che grazie alla prescrizione, l’imputato riuscì ad essere prosciolto ma a distanza di qualche anno è stato avviato un nuovo processo che ha preso il nome di processo Eternit Bis.
Stavolta i P.M. hanno deciso di procedere con l’accusa di omicidio volontario, un’accusa pesante ma che si spera possa incastrare il magnate di oltralpe.
L’azione dell’Osservatorio Nazionale Amianto
In svariate occasioni Stephan Schmidheiny ha cercato di far escludere dal processo l’Osservatorio Nazionale Amianto, rappresentato dal suo presidente avv. Ezio Bonanni, naturalmente senza avere alcun successo.
«L’Osservatorio Nazionale Amianto era e rimane in prima linea a Napoli come a Siracusa, a Casale Monferrato come a Cavagnolo e ancora a Rubiera, per chiedere giustizia per le vittime di Eternit Italia e per tutte le altre vittime dell’amianto – dichiara l’avv. Ezio Bonanni, intento più che mai a incastrare l’imputato dietro le sbarre –. Non comprendiamo le ragioni per le quali ancora Stephan Schmidheiny riesce a sfuggire alla giustizia italiana nonostante la morte di ex dipendenti dei suoi cinque stabilimenti in Italia»
Ora il GUP dovrà decidere sulla richiesta di riqualificazione del reato da omicidio doloso a omicidio colposo, l’opinione pubblica prova a porre fiducia nella magistratura italiana, sperando che alla prossima sessione del processo, che si terrà il 18 maggio prossimo, sia fatta giustizia.
Stephan Schmidheiny: responsabile di un disastro ambientale
Sono molti i rischi in cui incorrono coloro che vivono nelle zone limitrofe degli stabilimenti Eternit, che possa essere l’Eternit Bagnoli (Napoli), oppure lo stabilimento di Cavagnolo di Torino, Stephan Schmidheiny ha seminato da nord a sud morte e terrore di morire.
Non è sicuramente facile convivere con l’idea che un giorno potresti aver contratto un mesotelioma o mesotelioma pleurico, malattia causata solo dall’amianto e che ha ucciso molte delle 258 vittime di questa triste storia.
Un’altra patologia che spaventa tutti coloro che hanno prestato servizio negli stabilimenti Eternit, è l’asbestosi, che rispetto a un mesotelioma o a un cancro del polmone, ha una prospettiva di vita più longeva ma in compenso, vivere diventa pressoché impossibile visti i gravissimi problemi respiratori correlati alla patologia.
È quasi impossibile che un uomo solo abbia potuto stravolgere così tante vite, invece quella che sembra la trama di un film horror un po’ datato, corrisponde solo alla cruda realtà dei fatti.