La “neve di amianto” è stata usata come neve finta in molti vecchi film di Hollywood, tra cui il Mago di Oz, diretto da Victor Fleming (1939).
Dal cotone all’amianto
Negli anni ‘20, si utilizzavano cotone, sale e farina per creare scene invernali che replicassero l’effetto neve.
Talora, la neve finta era composta da fiocchi di mais dipinti di bianco, mescolati con gesso rasato.
Il sistema però era così rumoroso, che ogni scena innevata con dialoghi doveva essere ridoppiata.
Dei materiali citati, il cotone, sebbene relativamente innocuo, fu presto riconosciuto come materiale infiammabile, pertanto i vigili del fuoco di Los Angeles raccomandarono l’uso dell’amianto, che era considerato privo di rischi.
Fu così che si passò alla fibra killer, prodotta da aziende specializzata nella realizzazione di neve finta come “Pure White”, “White Magic” e “Snow Drift”.
Anche al di fuori degli studi cinematografici, si iniziò a commercializzare la neve d’ amianto amosite, perfetta per le decorazioni natalizie.
I grandi magazzini ad esempio ricoprivano di amianto i villaggi in miniatura, set di treni e altro ancora.
Hollywood e i set incriminati
1) Il Mago di Oz e la tempesta di crisotilo: il caso più famoso di amianto su un set cinematografico.
Come accennato, l’amianto venne largamente impiegato nel celebre film di Victor Fleming, per via delle sue proprietà ignifughe.
Lo troviamo nella famosa scena in cui Dorothy (Judy Garland) si addormenta in un campo di papaveri, dopo essere fuggita dalla perfida Strega dell’Est. L’amianto bianco serviva a simulare una neve “realistica“.
Mentre il leone codardo e l’uomo di latta sono in piedi intorno lei, si abbatte una tempesta di neve.
Dietro le quinte, la neve di amianto utilizzata era in realtà costituita da amianto bianco crisotilo di qualità industriale e, sfortunatamente per gli attori e il team di produzione, chiunque fosse entrato in contatto con essa, avrebbe inalato quantità simili a quelle che lavorano in una miniera di amianto funzionante.
La fibra ha avuto un ruolo di supporto anche in altre parti del film. Per prima cosa, il manico della scopa della strega dell’Est era realizzato in amianto. Il costume di Ray Bolger, che interpretava lo Spaventapasseri, era praticamente pieno di amianto. Lo scopo era quello di proteggere l’attore durante le scene in cui era presente il fuoco.
Anche le finte spore del papavero erano fatte di crisotilo.
È interessante notare che il film fu distribuito nel 1939, lo stesso anno in cui i funzionari avevano emesso avvertimenti sugli effetti dannosi dell’amianto sulla salute. Tuttavia, Il mago di Oz è stato solo uno dei primi film a utilizzare il materiale pericoloso.
Holiday Inn: un classico natalizio
Il musical “Holiday Inn” (1942) con Bing Crosby impiegò largamente la “lana di salamandra”. Nella scena iconica in cui Jim e Linda (Crosby e Marjorie Reynolds) duettavano cantando “White Christmas”(sarebbe diventato il disco più venduto al mondo), la fibra fioccava sui loro corpi. A lanciare il crisotilo era un macchinista.
It’s A Wonderful Life: altro film natalizio
Il classico di Natale “It’s A Wonderful Life”, girato nel giugno e luglio 1946, fece largo uso di amianto.
Nel culmine di questo film, ambientato nella città immaginaria di Bedford Falls, il personaggio principale, George, implora il suo angelo custode di lasciarlo vivere, contrastando la sua depressione all’inizio del film. Mentre si trova a piangere su un ponte, la neve inizia a cadere.
Come negli altri film, il ponte e tutti gli altri set esterni erano stati rivestiti di neve di amianto bianca e polverosa di foamite (materiale utilizzato negli estintori), mescolata con zucchero, acqua, dolomite e scaglie di sapone.
Inoltre, George si tocca il labbro inferiore poco dopo essersi appoggiato al ponte ricoperto di amianto.
A proposito del film, il compositore americano Ben Cosgrove scrisse su Il Times “22712 litri di materiale sono stati utilizzati sul set, e il dipartimento degli effetti della RKO ha vinto un premio per la neve fresca. La neve artificiale si è persino attaccata in modo convincente ai vestiti e ha creato impronte perfette per le immagini”.
Ancora amianto nei set
James Bond: Goldfinger
Non è noto se l’amianto sia stato utilizzato in altri film di Bond, ma Goldfinger del 1964 lo ha sicuramente usato nelle tavole degli effetti speciali. Inoltre era presente nelle tubazioni che rivestivano i set, cosa che probabilmente non era nota alla troupe.
Questo accadeva negli anni ‘60, quando già gli effetti devastanti del minerale per la salute erano noti.
Effettivamente, un pittore di set cinematografici che aveva lavorato per il film, morì di cancro legato all’amianto e la sua vedova fece causa allo studio nel 2007.
Le Mans e la tuta di amianto
Nonostante il cinema avesse smesso di usare la neve di amianto verso la fine degli anni ’50, alcune produzioni cinematografiche continuarono a utilizzare il pericoloso materiale. Un esempio chiave è la tuta da corsa in amianto di Steve McQueen nel film Le Mans del 1971.
C’è chi dice no
Le preoccupazioni per la salute erano già state documentate fin dal 1897, ma la decisione di utilizzare la neve letale d’amianto ebbe la meglio.
Probabilmente uno dei fattori che fece optare per tale scelta derivò dal suo prezzo competitivo.
Fortunatamente, molti registi nel corso degli anni utilizzarono una serie di sostanze alternative per creare l’illusione della neve: polvere di marmo in Dr. Zhivago (1965), sale e farina in The Gold Rush (1925) di Charlie Chaplin, semplice vecchio sale in Superman del 1978 e schiuma spruzzabile, con ingredienti costituiti appunto da schiuma, acqua, zucchero e sapone.
Uno stop “grazie” alla guerra
Sorprendentemente, durante la seconda guerra mondiale, l’uso dell’amianto per simulare la neve finta cessò. Questo perché il materiale era necessario alla Marina per la costruzione di navi.
Attori famosi morti per esposizione all’amianto
Molti attori sono morti di mesotelioma, a causa dell’esposizione prolungata all’amianto.
Ricordiamo ad esempio Steve McQueen.
Al protagonista di “Lassù qualcuno mi ama”, fu diagnosticato un mesotelioma nel 1979 e morì nel 1980.
L’attore, credeva che l’isolamento del palcoscenico e gli indumenti acrobatici, tute e caschi da corsa contenenti fibre di amianto fossero responsabili della sua malattia.
A parte il cinema, McQueen fu ripetutamente esposto all’amianto durante i suoi anni come marine.
Ed Lauter, un altro famoso attore che aveva recitato in centinaia di film, meglio conosciuto per il suo ruolo in “The longest yard”, morì nel 2013 di mesotelioma. La sua famiglia intentò una causa contro artisti del calibro di CBS e NBC.
Anche Paul Gleason, noto per i ruoli del funzionario governativo Beeks in “Una poltrona per due”, morì di mesotelioma.
A dire il vero, la sua malattia fu imputata all’esposizione alla fibra killer quando, da giovane, lavorare nel settore delle costruzioni.
Jack Haleys Jr, figlio di Jack Haleys, (l’uomo di latta nel film Il Mago di Oz), morì nel 2001 per complicazioni respiratorie. La sua morte sollevò dubbi sul fatto che potesse essere collegata al mesotelioma causato dal padre.
“L’uomo di latta” portava infatti a casa i suoi vestiti contaminati da polvere di amianto dopo le riprese.
Conclusioni
Fortunatamente, la neve finta e le tute da corsa imbottite di amianto sono solo un retaggio del passato.
Oggi possiamo guardare indietro a questi tempi, come a una tragedia non informata che non si ripeterà mai. Se è vero che non possiamo cambiare quello che è successo, possiamo imparare e crescere dai nostri errori, e continuare a lavorare per assicurarci che nessuno soffra mai più di mesotelioma.
La strada è sicuramente lunga e piena di insidie, basti pensare alla presenza di amianto in prodotti dall’aspetto innocente come il borotalco.