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martedì, Marzo 19, 2024

Osservatorio Vittime nell’esecuzione del dovere

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Osservatorio Vittime del Dovere: tutela gratuita

Osservatorio Vittime del Dovere: amianto, utilizzo di proiettili all’uranio impoverito, radiazioni ionizzanti, ed altri cancerogeni, hanno provocato un’epidemia tra i nostri militari.

La tutela dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Tra i dipendenti pubblici e i privati cittadini impegnati in alcune attività specifiche, ci sono coloro che subiscono un danno biologico. Ci sono casi in cui vi è il decesso della vittima.

In questo contesto, l’ONA svolge attività di assistenza delle vittime del dovere. Quest’attività è di natura medica e di tutela legale in favore di tutti i cittadini.

Anche coloro che non sono dipendenti pubblici, ma che subiscono dei danni nello svolgimento di attività di pubblica utilità, hanno diritto a tale riconoscimento.

Il discrimine è costituito dalla funzione di svolgimento di un servizio per la PA, ed in questo modo, sussiste il riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Chi sono le vittime del dovere? La tutela

L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni ritengono di prioritaria importanza la tutela di coloro che subiscono danno o perdono la vita nell’esecuzione di un dovere pubblico.

La più alta incidenza di vittime del dovere si riscontra tra coloro che hanno dedicato la loro vita alla tutela delle istituzioni democratiche.

Tra questi, in modo particolare, i Carabinieri, Poliziotti, Finanzieri, ai Militari, da quelli dell’Esercito a quelli della Marina e dell’Aviazione. Cittadini, prima che lavoratori, sono tutti i giorni impegnati nella difesa dei più deboli e nel contrasto alla legalità.

Antonio dal Cin, Nicola Panei, i superstiti Leopoldo di Vico, quelli di Giovanni Tiraferri Roffeni, e centinaia di altri che hanno aderito all’ONA. Il loro impegno prosegue per la tutela della vita e della dignità della persona umana.

L’ amianto: killer delle vittime del dovere

L’amianto è quel killer che ha già provocato, nelle sole Forze Armate, 830 casi di mesotelioma fino al 2015, così come risulta dalla relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta del 07.02.2018, e il VI Rapporto Mesoteliomi. È solo la punta dell’iceberg.

Oltre all’amianto ci sono tutti gli altri cancerogeni, e se per il mesotelioma è solo l’asbesto l’agente causale, per gli altri cancri, come per esempio il tumore del polmone, ci sono tutti gli altri cancerogeni, e c’è una sostanziale violazione di tutte le regole cautelari.

Le finalità dell’Osservatorio Vittime del Dovere

L’ONA ha promosso l’associazione con forza. Nasce, così, l’Osservatorio Vittime del Dovere. Questa associazione è di promozione sociale, apartitica e senza fini di lucro.

L’“Osservatorio Vittime del Dovere”,  presenta una struttura democratica ed elettività delle cariche sociali. Tra le sue finalità troviamo la tutela della salute, in particolare del personale Civile e Militare delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza.

Il rischio di malattia nella Marina Militare

L’amianto è uno dei killer dei nostri marinai, imbarcati nelle unità da guerra, come nel trasporto civile. La Marina Militare Italiana è affondata sull’amianto. Sono stati censiti 570 casi di mesotelioma entro il 2015, e molti altri sono stati nel frattempo diagnosticati.

Sono stati istruiti ben tre procedimenti penali dalla sola Procura della Repubblica di Padova, poiché sono stati segnalati migliaia di casi di vittime, compresi i familiari.

L’atto di accusa della Commissione Parlamentare d’Inchiesta

Nella relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati, della XVII Legislatura, si fa lo specifico riferimento al rischio amianto e all’impatto che l’utilizzo di questi minerali sulla salute:

Tanto è vero che nella stessa relazione finale della Commissione Parlamentare di Inchiesta risulta, a pag. 34/35, quanto segue: “Tanto è vero che la Procura della Repubblica di Padova è giunta ad accertare che solo nell’ambito della Marina Militare 1101 persone sono decedute o Risono ammalate per patologie asbesto-correlate (circa 570 i mesoteliomi).

Ed allarmano le prospettive di ordine generale delineate dal Direttore del RENAM Alessandro Marinacelo, medito il 19 ottobre 2017: “il picco dei casi di mesotelioma, sia il numero di casi sia il numero di tassi, è presumibile sia nel periodo tra il 2015 e il 2020”.

Intanto, come si desume da una relazione tecnica di Marinaccio trasmessa in data 29 gennaio 2018 dal Presidente dell’INAIL Massimo De Felice, nell’ambito dei corpi militari, “sono stati identificati 830 casi di mesotelioma maligno con esposizione in tale settore”.

Ed è sconfortante apprendere da tale relazione che “negli archivi del ReNaM sono presenti informazioni relative a n. 9 casi di mesotelioma maligno con codice di esposizione familiare insorti in soggetti esposti per ragioni di convivenza con familiari professionalmente esposti nel settore della ‘Difesa nazionale'”: una esposizione, dunque, che si è insinuata persino nel domicilio dei militari, coinvolgendo i loro congiunti“.

Si pubblica il testo della relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati, della XVII Legislatura, del 07.02.2018, anche al fine di dimostrare la necessità di una tutela più pregnate della salute di tutti i nostri militari:

Tutela legale delle vittime dell’amianto in Marina Militare

  • Marina I: Corte di Appello di Venezia, proc. 2453/2019 R.G. Appello;
  • II: Corte di Appello di Venezia, proc. n. 2905/2019 R.G. Appello. Prossima udienza 14.01.2021 (rinnovazione del dibattimento);
  • III: Tribunale di Padova, proc. n. 15082/2013 R.G.N.R. Richiesta di archiviazione. Opposizione delle vittime.

Tutela vittime di altri cancerogeni nelle Forze Armate

Anche gli altri cancerogeni hanno provocato danni a coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate.

Tra gli autorevoli membri del direttivo dell’associazione, presieduta dall’Avv. Ezio Bonanni, anche il Dott. Arturo Cianciosi, medico legale, e uno dei massimi esperti nazionali sulle malattie asbesto correlate e nell’assistenza delle vittime del mesotelioma, e Nicola Panei, ex luogotenente dell’Aeronautica militare riconosciuto vittima del dovere e già sostenitore delle attività promosse dall’Osservatorio, che ha scelto di aderire attivamente per offrire il suo impegno nella difesa dei diritti delle vittime del dovere.

Tra i sostenitori anche due militari le cui storie sono state al centro di una importante attenzione mediatica, Lorenzo Motta che, arruolato giovanissimo con all’attivo diverse missioni estere, all’età di 24 anni è stato colpito da linfoma di Hodgkin, il cui caso è stato oggetto di una recente interrogazione parlamentare a firma dei Sen. Stefania Pucciarelli Stefano Candiani.

L’uranio impoverito e i vaccini contaminati

L’uranio impoverito e i vaccini contaminati sono gli altri killer dei nostri militari. Per questo motivo nasce l’Osservatorio Vittime del Dovere, per tutelare i militari esposti a questi rischi.

Condizione di rischio accertata e confermata con particolare riferimento a coloro che sono stati impiegati nelle diverse missioni.

Il caso di Lorenzo Motta è emblematico. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 837/2016, testualmente “nei casi come quello in esame, nell’accertare i presupposti sostanziali della dipendenza della patologia da causa di servizio la P.A. procedente ed i suoi organi tecnici sono gravati da un onere di istruttoria e di motivazione assai stringente, circa la sussistenza inconcreta, delle circostanze straordinarie e dei fatti di servizio che hanno esposto il militare ad un maggior rischio rispetto alle condizioni ordinarie di attività.

Non considerano le appellanti che, nei casi delicati qual’è quello in esame, all’interessato basta dimostrare l’insorgenza della malattia in termini probabilistico – statistici, non essendo sempre possibile stabilire un nesso diretto di causalità tra l’insorgenza della neoplasia e di contesti operativi complessi o degradati sotto il profilo bellico o ambientale in cui questi è chiamato ad operare“.

Uranio impoverito: cosa fare in caso di esposizione?

Nel caso di esposizione ad uranio impoverito, ovvero ai vaccini contaminati, come si è verificato nel passato, è possibile ottenere la tutela dimostrando la sussistenza della malattia/infermità  con onere della prova del decorso alternativo a carico dell’Amministrazione.

In altre parole, se un militare, come nel caso di Lorenzo Motta, dopo essere rientrato da diverse missioni, alcune delle quali con esposizione ad uranio impoverito, ovvero a un programma vaccinale, con plurime sottoposizioni alla somministrazione di vaccini, alcuni dei quali con additivi e metalli pesanti e l’Amministrazione non è in grado di dimostrare un decorso alternativo, a maggior ragione, sussiste il diritto al riconoscimento della causa di servizio e, soprattutto, della qualità di vittima del dovere, anche per equiparazione.

Lorenzo Motta è il coordinatore del Dipartimento Tutela Esposti all’Uranio Impoverito e Dipartimento Vittime dei Vaccini. La storia e l’impegno di Lorenzo Motta nel suo ruolo di coordinamento ONA, e ora, nella nuova associazione Osservatorio Vittime del Dovere, ha permesso e permetterà la tutela di tutte le vittime dell’uranio impoverito e dei vaccini:

Antonio Dal Cin, finanziere eroe dei tempi moderni

Nec Recisa Recedit: è il motto di tutti i finanzieri. Lo hanno impresso nella pelle psichica e nel cuore, il loro impegno è contro il crimine, giorno e notte senza alcun riposo. Interdicono la condotta degli evasori fiscali ma, molte volte, lottano anche contro l’amianto.

Soprattutto Antonio. Il nostro giovane eroe, che per primo, nel 2011, affiancando l’Avv. Ezio Bonanni nella guida dell’Osservatorio Nazionale Amianto e in particolare, nel coordinamento del Comitato Finanzieri Contro l’Amianto.

Antonio ha sacrificato la vita per la collettività, nella difesa delle istituzioni democratiche, nell’impegno per la salubrità degli ambienti, compresi quelli di lavoro.

Il principio ispiratore è stato quello della tutela della dignità dell’essere umano, compresi i militari, ed in particolare, i finanzieri molte, troppe volte esposti all’amianto e ad altre condizioni di rischio, tra cui la fibra killer, che impiantandosi sugli alveoli polmonari e sulla pleura, come a lui accaduto, provoca la morte tra atroci sofferenze.

Antonio ha ricevuto l’ordine di vigilare sui vagoni di amianto che erano stati sequestrati dalla Magistratura prima che fossero esportati nell’est Europeo. Bardato della sua divisa grigio antracite, con le sue stellette, lucidate tutti i giorni, Antonio ha obbedito agli ordini.

Gli venne detto: il finanziere non si ammala. La divisa lo protegge. Necessario che nessuno si avvicini per evitare che ci siano danni alla salute, ed Antonio ha obbedito. Fino a quando si è imbattuto nell’Avv. Ezio Bonanni e nell’ONA, era ormai il 2008, e aveva strani sintomi. Giovane leone, forte e coraggioso, accusava dolori pleurici e senso di soffocamento e problemi cardiaci.

La triste notizia: asbestosi polmonare

Aveva ricevuto quasi una sentenza di morte, Antonio, si preannunciava il mesotelioma della pleura, che lo avrebbe ucciso da lì a poco, oppure un arresto cardiocircolatorio.

Subito riformato dalla Guardia di Finanza, perché, evidentemente, inidoneo al serivizio: come può un militare continuare la lotta a difesa delle istituzioni democratiche se si è ammalato di asbestosi polmonare e pleuropatia?

Subito riformato, perché inabile al 100%.

Però, c’è il coniglio dal cilindro, nel riconoscimento della causa di servizio e di vittima del dovere, la malattia di Antonio non vale più il 100%, quando c’è da sborsare il risarcimento, allora, la sua malattia vale il 5%!

Anni e anni di lungaggini burocratiche, certificati e controcertificati, pareri, burocrazia, etc., ed ora l’azione giudiziaria.

Il valore della tutela della dignità umana

Antonio non si tira indietro, combatte per se e per gli altri, è un leone ancora indomito, e il suo ruggito scuote le coscienze, e impone, intanto, la bonifica delle caserme della Guardia di Finanza, ed ha l’apprezzamento anche del Comandante Generale, anche se privo del risarcimento, e con la pensione minima, perché non è stata riconosciuta quella privilegiata, è costretto a vivere nella ristrettezza economica.

Infatti, Antonio è sposato con la Sig.ra Monica ed hanno due figli piccoli, Anna, nata il 30.01.2007, e Matteo, nato 08.05.2013, e, nel gennaio 2014 la triste notizia: la riforma e il pensionamento del giovane Antonio (44 anni). Ciò nonostante con coraggio e determinazione, Antonio è riuscito ad essere un ottimo padre e, al tempo stesso un campione nella tutela della dignità di tutti gli esseri umani, un impegno civile che trascende la lotta contro l’amianto per affermare i valori della tutela della dignità di tutti gli esseri umani, civili e militari, giovani e maturi, uomini e donne, senza alcuna distinzione.

In un mondo che privilegia il profitto e che offende i valori fondamentali e il nucleo essenziale dei diritti della persona umana, l’ONA, che si ispira ai valori più alti, e alla più elevata civiltà giuridica, ha trovato, così come in Lorenzo, in Antonio, Nicola, e tanti altri, gli alfieri, ovvero coloro che portano la bandiera nel campo di battaglia dove si lotta per il bene, ora e per sempre.

Scopri l’impegno del nostro eroe dei tempi moderni:

Ali amianto: la corsa delle fibre colpisce gli aviatori

Neanche le ali della nostra Aviazione Militare riescono a preservare la vita e la salute dei nostri aviatori, impegnati nel pattugliamento dei cieli, e di chi a terra li sorregge, organizzando e costituendo, quindi, la spina dorsale della nostra arma azzurra.

Azzurra non solo per il colore delle divise, del cielo, e degli occhi dei giovani uomini e donne che si sono arruolati e si arruolano per l’affermazione dei valori più alti, di legalità, di giustizia, di difesa del suolo della patria, ma anche per la crocidolite, l’amianto blu.

Nicola Panei, Luogotenente dell’Aeronautica Militare, Servizio Antincendio, è ignaro di indossare delle divise di amianto. Le sue sono bianche, perché sono realizzate con la crocidolite, e lo dovrebbero preservare dal fuoco. Svolge un servizio attiguo agli aeromobili, quando sono alimentati dal carburante o in sede di atterraggio, pronto ad intervenire per ogni necessità.

Fino alla metà degli anni ’90, le tute e i guanti erano in amianto.

In amianto alcuni componenti degli aeromobili. Si ammala di asbestosi anche lui.

Questa folle corsa del male, rappresentato dalle fibre di amianto che si conficcano negli alveoli e li forano e giungono alla pleura, per il momento non ha ucciso Nicola, il quale combatte, anche lui, come Antonio, ed è tra i fondatori, nel 2008, dell’ONA e ora, della nuova associazione, l’Osservatorio Vittime del Dovere.

Tutela dei diritti delle vittime del dovere

Sono Vittime del Dovere”  coloro che hanno contratto infermità invalidanti, dalle quali possa seguire anche il decesso, in seguito, ovvero nel corso di missioni, qualsiasi ne sia la natura, a condizione che ci sia il riconoscimento di causa di servizio e determinate condizioni:

  • nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;
  • nello svolgimento di servizi di ordine pubblico;
  • nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
  • per operazioni di soccorso;
  • in attività di tutela della pubblica incolumità;
  • in attività di prevenzione e di repressione dei reati.

Questa previsione di cui all’art. 1, comma 563 L. 266/05 è poi integrata dalle altre fattispecie, cui rientrano coloro che sono equiparati alle vittime del dovere.

Soggetti equiparati a Vittime del Dovere

Sono “soggetti equiparati alle vittime del dovere” coloro che sono allo stesso modo vittime per postumi invalidanti o decesso in seguito a missioni dentro e fuori i confini nazionali, sempre dipendenti da causa di servizio, con particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà (art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006).

Con il DPR 7 luglio 2006, n. 243 (in Gazzetta ufficiale, 8 agosto, n. 183): “Regolamento concernente termini e modalità di corresponsione delle provvidenze alle vittime del dovere ed ai soggetti equiparati, ai fini della progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo, a norma dell’articolo 1, comma 565, della legge 23 dicembre 2005 n. 266″,  sono stati identificati i casi e l’ambito di operatività della discipòina della equiparazione alle vittime del dovere. L’art. 1 del DPR 243/06, in base all’art. 1 del comma 564, L. 266/2005, indica la platea di coloro che hanno diritto alla tutela, cui attribuisce le stesse “provvidenze le misure di sostegno e tutela previste dalle leggi 13 agosto 1980, n. 466, 20 ottobre 1990, n. 302, 23 novembre 1998, n. 407, e loro successive modificazioni, e 3 agosto 2004, n. 204″, riservate alle vittime del dovere.

Il dettaglio dell’art.1 del DPR 243/06

Questa norma 1 precisa che:

Ai fini del presente regolamento, si intendono:

a. benefici e provvidenze indicano le misure di sostegno e tutela previste dalle leggi 13 agosto 1980, n. 466, 20 ottobre 1990, n. 302, 23 novembre 1998, n. 407, e loro successive modificazioni, e 3 agosto 2004, n. 204;

b. per missioni di qualunque natura, le missioni, quali che ne siano gli scopi, autorizzate dall’autorità gerarchicamente o funzionalmente sopraordinate al dipendente;

c. per particolari condizioni ambientali od operative, le condizioni comunque implicanti l’esistenza od anche il sopravvenire di circostanze straordinarie e fatti di servizio che hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto.

Coloro che in servizio nelle Forze Armate (Marina Militare, Esercito, Aereonautica Militare, Guardia di Finanza e Carabinieri),  e nel Comparto Sicurezza (Polizia di Stato, Polizia Municipale, Polizia Penitenziaria e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco), ma anche nell’impiego pubblico e anche per coloro che non sono dipendenti subordinati, hanno subito dei danni alla salute in tale contesto, hanno diritto al riconoscimento delle prestazioni previdenziali connesse al riconoscimento dello status di vittima del dovere.

I vari diritti delle vittime del dovere

Tutti coloro che sono stati riconosciuti vittime del dovere, hanno diritto ad ottenere:

  • Speciale elargizione vittime del dovere, nella misura di €2.000,00, per ogni punto di invalidità;
  • Assegno mensile vitalizio,  nella misura di €500,00 mensili a condizione che l’infermità conseguente al servizio sia almeno del 25%;
  • Speciale assegno vitalizio,  nella misura di €1.033,00 mensili;
  • Incremento della retribuzione pensionabile del 7,5%, per la pensione e indennità di fine rapporto;
  • Aumento figurativo di 10 anni di contributi INPS;
  • Esenzione dall’IRPEF;
  • Collocamento obbligatorio  in favore delle vittime, del coniuge e dei figli;
  • Borse di studio esenti da imposizione fiscale
  • Esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, anche per i medicinali di fascia C e in favore dei famigliari;
  • Assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • Esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici;

I superstiti delle vittime del dovere

In caso di decesso della vittima del dovere, sussiste il diritto dei superstiti ad ottenere la liquidazione della prestazione.

Secondo l’art. 6 della L. 466/80, riferita soltanto alla speciale elargizione, identifica, secondo un preciso ordine, chi sono i superstiti:

  1. coniuge superstite e figli se a carico;
    figli, in mancanza del coniuge superstite o se lo stesso non abbia diritto a pensione;
    genitori;
    fratelli e sorelle se conviventi a carico.
    Fermo restando l’ordine sopraindicato per le categorie di cui ai numeri 2), 3) e 4),
    nell’ambito di ciascuna di esse, si applicano le disposizioni sulle successioni legittime
    stabilite dal codice civile

Discriminazione dei figli non a carico

Si evidenzia che i Ministeri, nell’applicare la disciplina di riconoscimento di vittima del dovere, applicano pedissequamente l’art. 6, L. 466/80, ed escludono dal diritto gli orfani, se non nel carico fiscale, nel caso di sussistenza del coniuge. Queste tesi sono state contestate dall’Avv. Ezio Bonanni, poiché la disciplina applicata dal Ministero è circoscritta alla speciale elargizione e perché sono intervenute successive modifiche normative che non selezionano gli orfani se a carico fiscale o meno.

In più, l’art. 20, L. 183/2010, che riconosce l’equiparazione a vittima del dovere di tutti coloro che hanno contratto patologie asbesto-correlate perché imbarcati nelle unità navali della Marina Militare, riconoscendo il diritto al risarcimento e allo status di vittima del dovere anche ai famigliari, non opera alcuna distinzione per gli orfani se, o meno, nel carico fiscale.

L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno ottenuto significativi risultati nella tutela dei diritti degli orfani non nel carico fiscale.

È il caso degli orfani del Capitano Sorgente, piuttosto che del sommergibilista Tiraferri Roffeni, e di tanti altri orfani che, ancora, tuttavia, debbono lottare per ottenere il riconoscimento dei loro diritti.

Anche la Corte di Cassazione si è pronunciata su questa problematica. Nel 2021 ha infatti emesso un’Ordinanza interlocutoria Civile Sez. 6 Num. 15224, tramite la quale ha chiarito di non aver ancora assunto una posizione chiara in merito.

Equiparazione a vittime del terrorismo

L’Avv. Ezio Bonanni è  uno dei pionieri della tutela delle vittime del dovere, con riferimento anche agli orfani non nel carico fiscale del genitore vittima del dovere.

Nel percorso legislativo e giurisdizionale, ci si avvia ad un complesso sistema di equiparazione delle vittime del dovere con le vittime del terrorismo (SS. UU. 22753/2018).

Già in precedenza, le Sezioni Unite, n. 7761/2017 hanno affermato il seguente principio: In tema di benefici in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad essi equiparati, l’ammontare dell’assegno vitalizio mensile è uguale a quello dell’analogo assegno attribuito alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed in conformità al principio di razionalità-equità di cui all’art. 3 Cosi., come risulta dal ‘diritto vivente’ rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa ed ordinaria”.

Sulla base di tale giurisprudenza, le vittime del dovere hanno gli stessi diritti delle vittime del terrorismo, pur non potendo, però, ampliare la platea degli aventi diritto, nel rispetto di SS. UU. 22753/2018. Quindi, l’assegno vitalizio, anche per le vittime del dovere, deve essere erogato nella misura di € 500,00, mensili.

Graduatoria delle vittime del dovere

Consulta la graduatoria delle vittime del dovere.

Risarcimento danni vittime del dovere

Coloro che sono vittime del dovere e i famigliari, oltre alle prestazioni previdenziali connesse al riconoscimento della causa di servizio, e, quindi, all’equo indennizzo, hanno diritto al risarcimento dei danni.

Le vittime del dovere hanno diritto al risarcimento di tutti i danni, patrimoniali, non patrimoniali, patiti e patiendi:

Risarcimento dei danni non patrimoniali

  • biologici (lesione all’integrità psicofisica)
  • morali (sofferenza fisica e interiore)
  • esistenziali (peggioramento qualità della vita)

Risarcimento dei danni patrimoniali

  • emergenti
  • lucro cessanti.

Le azioni dell’ONA per la tutela giurisdizionale delle vittime

Tra i servizi assicurati dall’ONA:

  • Costituzione di parte civile nel procedimento penale per chiedere il risarcimento dei danni da reato con la citazione del Ministero come responsabile civile;
  • Esercizio dell’azione civile presso il TAR competente, per far valere il diritto al risarcimento del danno del militare;
  • Esercizio dell’azione civile presso il Tribunale nel caso di dipendenti civili dello Stato, sia per il danno diretto della vittima primaria, che dei danni iure proprio dei famigliari;
  • Azione civile innanzi il Tribunale competente, in favore dei famigliari di militari vittime del dovere per il risarcimento del danno iure proprio.

Per saperne di più: Danni amianto: risarcimenti, rendite e benefici contributivi

Per approfondimento:

La condanna della Marina Militare al risarcimento del danno

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