Caivano, un comune in provincia di Napoli che conta poco meno di 40 mila abitanti, è stato nei giorni scorsi protagonista di un terribile atto di violenza a danno di due cuginette, di 11 e 12 anni. Un tragico episodio che, durante il sopralluogo del luogo dove è avvenuta la violenza, ha portato alla scoperta di una vera discarica abusiva, dove oltre a materiali di ogni genere sono stati ritrovati anche rifiuti contenenti amianto.
Parco Verde e Delfinia a Napoli, la premier Meloni
La premier Meloni, giovedì scorso, si è recata nei vicoli che costeggiano il Parco Verde e il centro sportivo Delfinia, a Napoli, luogo dove si è svolta la violenza, ma da sempre scenario di spaccio e di ritrovo per tossicodipendenti. Ma, non solo, considerando che, per l’arrivo della premier nemmeno i sacchi di amianto sono stati rimossi. Già, perchè all’orrore di quanto accaduto si aggiunge anche l’orrore di una discarica abusiva poco lontana, attualmente sequestrata dai carabinieri. A nulla sembrano servire le le segnalazioni di cittadini che chiedono la bonifica di edifici contenenti amianto in diverse aree di Caivano.
A Caivano sono ancora troppi gli edifici con amianto
Il problema dell’amianto non è nuovo in questo comune di Napoli. E’ il 2015, quando un articolo pubblicato su Il Mattino parla chiaro, «500 metri quadrati di amianto mai bonificato e qui si muore di tumore». A quanto pare, a distanza di 8 anni, la situazione non è cambiata. Le zone a rischio, segnalate, vanno da via Paolo Sesto, dove si segnalano abitazioni con amianto su tettoie, muri e camini, al capannone ormai sotto sequestro dal 2016, presente in via Fratelli Rosselli.
La Legge in materia di amianto deve essere applicata
L’amianto è un materiale pericoloso e cancerogeno, e per questo dal 1992 con la legge n. 257, ne è stato vietato l’utilizzo, con l’aggiunta di smaltire quello già esistente in modo corretto. Inoltre, questa legge stabilisce il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto.
Ma, a quanto pare, a Caivano, così come in altre parti d’Italia, questa legge sembra non sia mai stata applicata del tutto. La dimostrazione è palese, visto che, oltre a esserci ancora edifici contenenti amianto, ci sono anche persone che abbandonano questo materiale pericoloso, per strada, senza alcuna accortezza e mettendo quindi a rischio la salute di tutti. L’amianto non è pericoloso solo se lo si tocca o maneggia, ma anche se si inalano le particelle invisibili.
Bisogna bonificare
Nel nostro paese sono ancora migliaia gli edifici contaminati dall’amianto, come strutture, case, scuole, ospedali e palestre. La bonifica amianto è l’unica soluzione per evitare il diffondersi di patologie asbesto correlate. Per questo, l’Osservatorio Nazionale Amianto chiede ai cittadini di segnalare la presenza di amianto tramite la piattaforma ONA Guardia Nazionale Amianto. L’ONA insieme al presidente, Avv Ezio Bonanni, rappresenta, tutela e assiste le vittime dell’asbesto e di altri agenti patogeni e cancerogeni.