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mercoledì, Ottobre 16, 2024

Nanna-time: andare a letto presto migliora il sonno infantile 

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I bambini che vanno a nanna presto dormono meglio. Uno studio clinico randomizzato ci insegna come aiutarli.

Nanna subito dopo il Carosello

Nanna-time. Dal 1957 al 1978, il Carosello delle 20.30 cambiò le abitudini di ogni famiglia italiana. Alla fine del simpatico palinsesto, i bambini erano tenuti ad andare a nanna, senza se e senza ma. Oggi le cose sono cambiate. I programmi in prima serata iniziano molto più tardi e i bambini, di conseguenza, vanno a dormire intorno alle 22.30.

Questo ritardo tuttavia non aiuta la salute dei bambini in età scolare e prescolare.

Un bambino che dorme poco può essere scontroso e iperattivo, con effetti che possono portare all’ADHD, abbassare il livello di attenzione, diminuire il livello di rendimento scolastico e altro. 

Perché è così importante andare a nanna presto?

I bambini piccoli hanno bisogno di riposare in maniera sufficiente e sana per un sonno cognitivo ottimale, per migliorare il lato socio-emotivo, fisico e per ridurre il rischio di obesità. 

Dormire bene ha un effetto cruciale sulla felicità, sulla prontezza e l’attenzione, sull’umore, sulla resilienza, sull’acquisizione del vocabolario, sull’apprendimento e sulla memoria. Il sonno ha anche importanti effetti sulla crescita, soprattutto nella prima infanzia. Nei bambini piccoli, il sonnellino sembra inoltre essere necessario per il consolidamento della memoria, l’attenzione esecutiva e lo sviluppo delle capacità motorie.

In età prescolare (3-5 anni), si raccomandano pertanto da 10 a 13 ore di sonno al giorno, compresi i sonnellini pomeridiani. 

A sostenerlo è uno studio approvato dall’Office of Human Research Affairs dell’Albert Einstein College of Medicine, Bronx, New York.

Condotto dal personale di Head Start, un’agenzia no profit che offre programmi di istruzione e sviluppo per i bambini di famiglie a basso reddito, è stato pubblicato sulla rivista medica JAMA Pediatrics.

Progettazione, impostazione e partecipanti allo studio

Basato su 45 studi clinici randomizzati (RTC) di interventi non farmacologici per migliorare la durata del sonno, lo studio è stato condotto su quasi 14000 bambini e adolescenti di età compresa tra 1 e 18 anni. 

I partecipanti non presentavano condizioni mediche o disabilità note. 

Gli interventi includevano lezioni di educazione al sonno, salute e nutrizione, genitorialità positiva e comportamento.

Questo studio clinico randomizzato si è svolto durante l’anno scolastico 2018-2019, per un periodo che andava dai nove ai dodici mesi.

Head Start ha fornito interventi e raccolto dati sui risultati al basale e 4 follow-up. 

I genitori coinvolti nello studio hanno dovuto compilare un registro del sonno, in cui riportavano tutti i dati dalla domenica al giovedì. 

Al momento del reclutamento, il personale dell’agenzia ha mostrato loro come stabilire gli orari di sonno e sveglia.

Poi hanno risposto a un questionario di valutazione sulla difficoltà di sonno dei bambini: il Tayside Children’s Sleep Questionnaire.

I materiali educativi rivolti ai genitori e ai bambini erano disponibili in inglese e spagnolo.

I partecipanti hanno ricevuto in omaggio una coperta da bambino con il marchio dello studio. Le agenzie hanno ricevuto fondi per ospitare eventi relativi allo studio, tra cui i rinfreschi per il workshop dei genitori.

Punti di forza dello studio sulla “nanna” infantile 

Lo studio ha effettivamente dimostrato che andare a nanna presto e altre pratiche rilassanti, migliorano la qualità del sonno dei bambini. 

I suoi punti di forza si devono alla grande quantità dei soggetti sottoposti al test, alle misurazioni ripetute e alla diversificazione etnica e razziale dei bambini coinvolti. 

I materiali di intervento erano stati testati in precedenza e sviluppati in modo collaborativo ansime con i genitori, aumentandone così l’accettabilità. Ancora più importante, questo studio pragmatico ha valutato l’efficacia degli interventi in condizioni reali.

Le regole di base per una sana “igiene del sonno”

A seguire, una lista delle buone prassi: 

Organizzare un programma equilibrato di educazione al sonno, intervallando il riposo e il gioco; 

Stabilire un’ora precisa per andare a letto regolarmente;

Rendere la camera da letto, una zona no-screen, anche durante il giorno. A letto si dorme e non si guarda la tv;

Far seguire ai bambini una dieta sana e bilanciata;

Impostare il termostato su temperature che non siano né troppo calde, né troppo fredde;  

Usare tende oscuranti per bloccare la luce o posizionare una luce notturna se hanno paura del buio;

Conclusioni dello studio 

Come accennato, i risultati di questo grande studio clinico randomizzato a cluster stepped-wedge, hanno convalidato l’importanza di attuare programmi di educazione del sonno. Essi dovrebbero diventare una sana prassi, una costante volta a promuoverne gli effetti salutari a partire dalla prima infanzia e continuando fino al liceo. 

Riconoscere le effettive difficoltà di sonno dei bambini,  potrebbe consentire ai genitori di affrontarle in maniera adeguata e tempestiva. E’ pertanto necessario avvalersi di utili strumenti di formazione e supporto (per favorire il sonno), da mettere in atto anche dopo lo studio.

Ovviamente, questo richiede un impegno costante e continuato nel tempo.

Fonti 

Magee L, Goldsmith LP, Chaudhry UAR, Donin AS, Wahlich C, Stovold E, Nightingale CM, Rudnicka AR, Owen CG. Interventi non farmacologici per allungare la durata del sonno nei bambini sani: una revisione sistematica e una meta-analisi. JAMA Pediatr. 2022 12 settembre. doi: 10.1001/jamapediatrics.2022.3172. Epub prima della stampa. PMID: 36094530

Registrazione dello studio ClinicalTrials.gov Identificatore: NCT03556462

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