Scoperta in Austria la mummia di un bambino. L’autopsia ha svelato che il piccolo sarebbe morto per mancanza di luce solare sulla sua pelle. Spiega altresì che a provocare il rachitismo era la “moda” della pelle bianca.
Mummia baby trovata in una cripta austriaca
Mummia. In una cripta appartenente ai conti di Starhemberg, si è scoperta la mummia di un bambino. Il cadavere era avvolto in un prezioso mantello funerario di seta con cappuccio.
La sua bara di legno, non contrassegnata da alcuna iscrizione, era molto più modesta rispetto a quelle metalliche dei familiari. Secondo i ricercatori, il piccolo era probabilmente il primogenito della sua stirpe. Il suo nome? Forse di nome Gundaker, Gregor o Reichard Wilhelm, a giudicare dall’albero genealogico. Il bambino, unico cadavere infantile all’interno della cripta, è sepolto accanto a suo nonno Reichard von Starhemberg, capostipite di una famiglia politicamente potente, i cui membri raggiunsero i ranghi principeschi nel 1765.
L’unica certezza è la data di morte: avvenuta tra il 1550 e il 1635 d.C. all’età di un anno o due. L’eta è stata stimata misurando la lunghezza delle ossa e delle eruzioni dentali.
Lo studio, guidato dal dott. Andreas Nerlich della clinica accademica di Monaco-Bogenhausen, appare su Frontiers of Medicine.
Mummia: l’autopsia svela i misteri della morte
L’autopsia virtuale del cadavere, effettuata attraverso le scansioni 3D TC, ha rivelato una serie di malformazioni alle costole e al cranio, imputabili solitamente alla malnutrizione per carenza di vitamina C (causa di scorbuto) o vitamina D.
Conosciuta come rachitismo, questa condizione tende a far sviluppare gambe arcuate, una caratteristica che non era evidente nelle ossa del ragazzo.
I ricercatori hanno pertanto cercato di approfondire la questione.
L’ipotesi della malnutrizione per carenza di vitamina C, per un bambino che proveniva da una delle più aristocratiche famiglie austriache, risultava poco credibile. Oltretutto, l’analisi al radiocarbonio del tessuto adiposo (ben conservato), ha rivelato che il bambino era addirittura in sovrappeso. Questo suggerisce che il bambino era gravemente denutrito non per mancanza di cibo, ma per mancanza di luce solare.
«La combinazione di obesità e una grave carenza di vitamine, può essere spiegata solo con uno stato nutrizionale generalmente “buono”, insieme a una quasi completa mancanza di esposizione alla luce solare». A spiegarlo, il patologo Andreas Nerlich dell’Università di Monaco.
Una vitamina cruciale per la formazione delle ossa
La vitamina D, si trova in alimenti come salmone, tonno, sgombro e fegato di manzo e tuorli d’uovo.
Il nostro organismo può assorbirla solo in minima parte attraverso la dieta (il 10%). La restante, viene prodotta nella pelle attraverso reazioni chimiche che dipendono dalle radiazioni ultraviolette (UV).
La sostanza chimica è cruciale nella costruzione delle ossa durante l’infanzia. Permette infatti al corpo di assorbire meglio il calcio e il fosforo per tutta la vita.
Anche se il rachitismo non è necessariamente una malattia mortale, l’autopsia virtuale sulla mummia ha evidenziato dei segni di polmonite letale, un’infezione comune nei bambini con carenze di vitamina-D.
Perché anche i nobili morivano di rachitismo?
La domanda sorge spontanea!
Spieghiamo l’apparente paradosso.
Tra il XVI e il XVII secolo, gli aristocratici evitavano il sole per mantenere la loro pelle bianca come la porcellana. Il pallore era infatti considerato un segno distintivo dell’appartenenza agli alti ranghi. Diversamente, contadini e operai, arrostiti dai raggi solari per via dell’umile lavoro, mostravano un incarnato considerato assolutamente out of fashion.
«Penso che fosse una pratica abituale non esporre i bambini alla luce del sole, in particolare tra famiglie aristocratiche. A stabilirlo, sono numerosi studi condotti su famiglie appartenenti allo stesso periodo storico, incluse immagini in cui i bambini erano completamente coperti da vestiti», ha spiegato Nerlich. «Quindi, questa non deve essere stata una singolare usanza della famiglia Starhemberg».
In effetti, anche in Italia, gli scheletri di bambini nobili sepolti nelle Cappelle dei Medici a Firenze durante il XVI e XVII secolo, mostrano le stesse malformazioni della mummia austriaca.
Circa le cause della morte «questa è solo un’ipotesi», ammette Nerlich, «ma poiché sappiamo che i tassi di mortalità infantile precoce erano generalmente molto alti in quel periodo storico, le nostre osservazioni possono avere un impatto considerevole nella ricostruzione della vita dei bambini, anche nelle classi sociali più elevate».
A prescindere dalle cause della morte, imputabili alla moda o da altro, la scoperta offre un interessante spaccato sullo stile di vita dei bambini benestanti nel XVI e XVII secolo, data la rarità delle tombe per bambini ben conservate.