La terapia del mesotelioma (una neoplasia che può localizzarsi a livello toracico come addominale) comincia dalla correttezza della diagnosi che si deve avvalere di un’accurata indagine immunoistochimica.
Purtroppo ad oggi, la maggior parte dei medici e degli oncologi vede pochissime persone con questo tumore, nonostante sia relativamente raro. Una delle principali difficoltà consiste, appunto, nella corretta diagnosi istologica differenziale. In particolare quando bisogna distinguere il mesotelioma con l’adenocarcinoma polmonare.
Ciò può comportare la perdita di prezioso tempo, causare il ritardo del trattamento la cui tempestività, al contrario, è fondamentale. Il MSK di New York sta sperimentando un nuovo studio.
Cauto il Professor Mutti, uno dei massimi esperti mondiali sulla cura del mesotelioma, che sottolinea “tutti i farmaci come nivolumab o trenelimumab o pembrolizumab non hanno alcuna efficacia nel mesothelioma (in studi controllati)”.
Riportiamo comunque lo studio americano, prendendo le distanze da qualunque sperimentazione che includa speculazioni economiche (non sono terapie).
I servizi di assistenza ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria).
L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto.
Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e/o la rendita. In caso di servizio reso nelle Forze Armate, ovvero in esposizione ad amianto ed altri cancerogeni, nel rapporto di pubblico impiego non privatizzato, la struttura medico legale dell’ONA avvia le domande amministrative di riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere. Tutte le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento di tutti i danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.
Il Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK) di New York City
MSK è uno dei centri per la ricerca su nuovi modi per combattere il mesotelioma. A differenza di quanto si vede troppo spesso, gli studi clinici condotti si basano sulla ricerca di base e valutano la sicurezza e l’efficacia di promettenti test che includono le più avanzate terapie biologiche.
Chemioterapia e immunoterapia
La chemioterapia, che fa parte del trattamento standard di cura, ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza (seppur, solo per un tempo limitato) ma spesso con significativi effetti collaterali.
Il nuovo studio
Per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico, il centro sta adesso studiando l’efficacia di una combinazione di immunoterapia e chemioterapia prima di un intervento chirurgico aggressivo. L’immunoterapai ha finora fallito di dimostrare alcuna efficacia nel mesotelioma.
Studi precedenti con altri tumori, usando combinazione di immunoterapia e chemioterapia dopo l’intervento chirurgico, non si sono dimostrati efficaci. Nello specifico, lo studio determinerà se l’uso di Opdivo (nivolumab) con Alimta (pemetrexed) e cisplatino o carboplatino – senza ritardare la chirurgia programmata – possano prolungare significativamente il tempo di sopravvivenza del paziente.
Occorre specificare che tale studio di combinazione è progettato solo per i pazienti con Mesotelioma che si qualificano per un intervento chirurgico, che in genere non supera il 20% Chi ha invece subito una precedente chemioterapia o una precedente immunoterapia non è idoneo per lo studio.
Il test
35 pazienti selezionati nella sperimentazione clinica, (il completamento è stimato entro novembre 2022), saranno sottoposti a due cicli di Opdivo e combinazione di chemioterapia prima dell’estesa chirurgia di pleurectomia e decorticazione.
L’esito positivo dovrebbe portare i pazienti alla chirurgia entro 30 giorni dall’operazione inizialmente prevista. Il fallimento comporterà un ritardo dell’intervento indotto dalla tossicità per più di 30 giorni.
“Questo studio clinico è importante. Non abbiamo i migliori risultati a lungo termine con il mesotelioma e dobbiamo imparare di più” hanno detto dal centro. “Questa prova non compromette lo standard di cura. Aggiunge solo un’immunoterapia chiave che ha mostrato risultati promettenti in altri tumori. È uno studio di fattibilità, quindi vediamo dove ci porta”.
Conclusioni
Ricordiamo che Opdivo ha avuto risultati contrastanti nella lotta contro il cancro, proprio come altri farmaci immunoterapici. In particolare questa classe di farmaci ha a sempre fallito nel mesotelioma quando confrontato con la terapia standard.
Ad oggi Opdivo non è ancora stato approvato per il mesotelioma dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti.