“Se continuiamo con circa 100-150 morti al giorno, arriveremo in un anno a 60.000 decessi, collocando il Covid come prima causa di morte in Italia“. Lo ha dichiarato Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ospite della trasmissione di rai 3, Agorà, parlando dei morti per coronavirus.
Le persone decedute, ha specificato Crisanti, “non sono giovani non vaccinati, ma per lo più anziani su cui il vaccino non ha avuto efficacia”. L’unico modo per porvi rimedio, secondo il suo parere, è quello di “proteggere i più fragili dal contagio”.
Crisanti ha aggiunto che il vaccino ha permesso che gli anziani sviluppassero una forma grave della malattia, ma la copertura della trasmissione è molto bassa e dopo tre mesi diminuisce ancora. Il virus però, soprattutto nella sua variante Omicron, è molto contagioso. C’è già l’idea di una quarta dose per fragili e anziani, ma anche questa non sarebbe sufficiente.
Morti per coronavirus, l’importanza dello smart working
Questo ha aperto anche una riflessione sullo smart working. Revocarlo per tutti è sbagliato, perché i fragili potendo lavorare ancora a casa sarebbero, ovviamente più protetti. Questo eviterebbe altri morti per coronavirus.
La speranza è che, andando verso l’estate il virus possa in qualche modo perdere di efficacia, ma la situazione contrasta con la fine dello stato di emergenza che scatta oggi, 28 marzo.
Coronavirus, resta la quarantena per i positivi
Intanto cambiano, ma non di molto, le regole. Dal 1 aprile dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus. Chi ha avuto un contatto stretto con un positivo inizierà l’autosorveglianza. Dovrà utilizzare la mascherina FFP2 per 10 giorni dall’ultimo contatto, test alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.
Chi risulta positivo deve obbligatoriamente restare in casa fino all’accertamento della guarigione con un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati a ciò abilitati. L’esito dovrà essere comunicato al dipartimento di prevenzione territorialmente competente.
L’Ona al fianco delle vittime del Covid 19
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, da anni lotta con le vittime dell’asbesto o fibra killer, ma anche al fianco delle vittime del dovere e delle loro famiglie.
In questi 2 anni di pandemia gli avvocati e i professionisti dell’associazione si sono avvicinati anche al dramma del Covid 19. Tantissime sono state le vittime, anche tra i medici e gli operatori sanitari (ora riconosciuti vittime del dovere), e le loro famiglie. L’Ona è ora pronta a fornire una prima assistenza legale gratuita (come fa per le altre tematiche che segue), alle persone che credono di essere state lese nei loro diritti, anche a causa del coronavirus.
I cittadini possono richiedere l’assistenza dell’Ona attraverso lo sportello on-line e contattando direttamente il numero verde 800 034 294.