L’amianto è il termine con cui ci si riferisce a un gruppo di minerali di compravata capacità cancerogena. La legge italiana ne vieta utilizzo, commercializzazione e lavorazione dal 1992. Ma non ha imposto la bonifica dei siti contaminati. Ne consegue che nel nostro paese esistono ancora tonnellate di amianto presenti anche in edifici pubblici come scuole, ospedali e palestre.
Esiste un valore limite, ovvero una soglia di esposizione, che non deve essere superata dai lavoratori.
In questo articolo scopriamo tutto sul monitoraggio degli ambienti esposti ad amianto per la sicurezza dei lavoratori coinvolti. In particolare il monitoraggio è importante per i lavoratori delle ditte specializzate che si occupano della bonifica amianto.
L’Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di lotta all’amianto prevenzione e sicurezza dei lavoratori. Offre assistenza legale gratuita ai lavoratori esposti che abbiano contratto malattie asbesto correlate. L’esposizione all’amianto, come confermato dall’’ultima monografia IARC, provoca infiammazioni e cancro.
Qual è il valore limite di esposizione: monitoraggio
La normativa italiana detta un limite di esposizione professionale pari a 100 ff/l medie su 8h per tutte le tipologie di fibre di amianto. Si tratta di un limite tecnico applicabile alle sole attività di bonifiche, manutenzioni e ai rarissimi casi in cui ci si espone ad amianto naturale.
Il valore limite di esposizione per l’amianto e’ fissato a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore. I datori di lavoro provvedono affinché nessun lavoratore sia esposto a una concentrazione di amianto nell’aria superiore al valore limite.
Rischio amianto: gli obblighi del datore di lavoro
Responsabilità del datore di lavoro è quella di valutare il rischio amianto: se è presente amianto nell’edificio in cui ha sede l’attività lavorativa e se c’è un rischio di rilascio delle fibre di amianto. In questo caso è necessario intervenire con le misure di contenimento, incapsulamento o bonifica per eliminare il rischio per i lavoratori.
È compito del datore di lavoro quindi promuovere una sorveglianza costante per individuare eventuali criticità e adottare prontamente le precauzioni necessarie. Solo attraverso questo approccio si può assicurare la salute e la sicurezza dei dipendenti, prevenendo gravi conseguenze per il loro benessere.
È altrettanto importante fornire formazione ai lavoratori in modo che i dipendenti siano preparati sulle lavorazioni che possono comportare l’esposizione all’amianto e sulle procedure di lavoro sicure.
Inoltre, è vietato impiegare contemporaneamente più di tre addetti in un intervento diretto di bonifica. Se ciò non è possibile, il numero dei soggetti impiegati deve essere limitato.
Indennizzi e risarcimento dei danni per i lavoratori vittime dell’amianto
Il datore di lavoro che non adempie a questi obblighi è chiamato a pagare il risarcimento integrale dei danni subiti dai lavoratori vittima di malattia. Sussistono poi tutte le prestazioni INAIL per i lavoratori del settore privato e pubblico privatizzato e la causa di servizio per i lavoratori delle Forze Armate e Comparto Sicurezza.
Per ottenere assistenza legale e medica basta rivolgersi all’ONA Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’Avvocato Ezio Bonanni.