Aumentano in Italia e nel mondo le infezioni da “super” microbi resistenti agli antibiotici; e con esse anche i decessi. E’ necessario mettere un freno a questa tendenza, perché la stima è che nel 2050 potrebbero esserci fino a 450mila morti per infezioni soltanto in Italia.
Per questo motivo il Policlinico Gemelli di Roma vuole individuare un trattamento mirato agli agenti patogeni resistenti. Nasce così l’Antimicrobial Stewardship Center of Excellence (AMS COE), in partnership strategica con la multinazionale della diagnostica bioMérieux. Si tratta del decimo AMS COE realizzato da bioMérieux con altrettanti partner nel mondo, ed il secondo in Europa. La partnership prevede anche l’organizzazione di iniziative educazionali e la creazione di nuovi progetti di ricerca.
Al Gemelli partirà proprio oggi, 17 maggio, un progetto della durata di tre anni volto ad accelerare l’impatto della strategia diagnostica nella lotta all’antimicrobico-resistenza.
Microbi resistenti, la prevenzione non basta più
Sono oltre 670mila le infezioni in Europa dovute a microbi resistenti agli antibiotici; circa 33mila invece le persone che perdono la vita a causa delle infezioni dovute a questi microrganismi. In Italia i decessi sono circa 11mila; si stima che la metà di essi possa essere prevenuto.
“Questi numeri, sempre più preoccupanti, dipendono dall’avanzata dei cosiddetti ‘super-microbi’; batteri e funghi che hanno imparato a resistere a molti degli attuali trattamenti disponibili, e richiedono nuove strategie” – spiega il Policlinico Gemelli in una nota. “Oggi, infatti, non basta più solo prevenire, ma è necessario agire pro-attivamente per scovare tempestivamente i patogeni resistenti, avvalendosi di strategie diagnostiche innovative ed all’avanguardia per individuare in tempi rapidi farmaci in grado di sconfiggerli“. Ed è questo uno dei cardini dei programmi globali di “Antimicrobial Stewardship”, ossia l’insieme di azioni e misure da implementare per l’uso appropriato degli antimicrobici per contrastare l’evoluzione delle resistenze.
“Conoscere il nemico per sconfiggerlo”

“Conoscere il proprio nemico è essenziale per poterlo sconfiggere“. A spiegarlo è il dottor Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche e della UOC Microbiologia al Gemelli; nonché professore ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica e past president ESCMID (European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases).
“Sapere con esattezza qual è l’agente patogeno specifico responsabile di un’infezione e a quali degli attuali trattamenti a nostra disposizione è resistente, aumenta le chances di cura e riduce il rischio di diffusione dei ‘super-microbi’. In Italia il problema è più urgente che altrove, dato che nel nostro Paese si verificano circa un terzo di tutti i decessi in Europa legati a patogeni resistenti“.
(…) “Il risultato di una diagnostica superficiale porta all’utilizzo indiscriminato di diversi trattamenti antibiotici e antimicotici che alla fine possono rivelarsi inutili e dannosi, non solo per il paziente che li riceve, ma anche per l’intera comunità. È ormai assodato che il problema dell’antimicrobico-resistenza dipende in grandissima parte dal sempre più diffuso abuso di farmaci“.