La ricerca sul mesotelioma fa nuovi passi avanti grazie allo studio condotto dall’AUSL-IRCCS (Azienda Unità Sanitaria Locale) di Reggio Emilia, che ha previsto l’utilizzo della trascrittomica spaziale. I risultati ottenuti aprono nuove prospettive sull’uso di terapie mirate per i pazienti.
Per la ricerca è stata utilizzata la trascrittomica spaziale
È il laboratorio di ricerca traslazionale e dell’anatomia patologica dell’ AUSL-IRCCS ad aver redatto il nuovo studio sul mesotelioma pleurico, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Molecular Cancer”. L’innovazione di questa analisi è l’aver capito i meccanismi in grado di influenzare l’aggressività di questa particolare tipologia di tumore. Permetterà così di definire terapie sempre più mirate per le vittime di mesotelioma e di migliorare l’uso dell’immunoterapia per questa malattia.
Per realizzare la ricerca è stato utilizzato l’approccio innovativo della trascrittomica spaziale. Questo racchiude un insieme di tecniche che permettono di dividere in sequenze il genoma delle cellule. Partendo da campioni di pazienti trattati in ospedale, si è così riusciti a dimostrare che la progressione del mesotelioma è determinata da una complessa serie di eventi.
Innanzitutto l’amianto, depositandosi sulla pleura, crea un’infiammazione cronica che causa la secrezione di molecole circolanti, anche di tipo infiammatorio. Queste molecole attraggono nel sito del tumore numerose componenti del sistema immunitario. Queste, però, sono inattive, consentendo alla lesione di progredire verso stadi di aggressività più elevati.
«Questi risultati hanno implicazioni rilevanti per la pratica clinica – spiega la dottoressa Federica Torricelli, ricercatrice dell’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia -. In particolare influenzano due aspetti: da una parte l’identificazione di biomarcatori che permettono una terapia più mirata per i pazienti, dall’altra il potenziamento dell’efficacia dell’immunoterapia per il mesotelioma».
Migliorare le terapie per il mesotelioma
Infermità rara e collegata all’esposizione all’amianto, il mesotelioma pleurico è una grave patologia neoplastica che colpisce la pleura, cioè la membrana dei polmoni. Tutti i casi di mesotelioma in Italia, compreso quello pleurico, sono raccolti nel VII Rapporto ReNaM. Secondo questo, tra il 1998 e il 2018, in Emilia-Romagna si registrano 2873 casi, di cui 2630 di mesotelioma della pleura.
«Il mesotelioma pleurico maligno è una malattia assai aggressiva ancora oggi, con scarse opzioni terapeutiche e aspettative di vita molto ridotte – sottolinea il professor Antonino Neri, direttore scientifico dell’IRCCS -. Si tratta di un tumore con una latenza lunga, che può arrivare a oltre trent’anni dall’esposizione. Per il nostro territorio si tratta di una malattia di comunità, essendo stata la provincia di Reggio Emilia sede di produzione di cemento amianto fino agli anni ‘80».
Amianto in Emilia-Romagna: le bonifiche
Le bonifiche dai materiali di amianto in edifici pubblici e privati sono fortemente in ritardo, come denuncia l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022”.
«Si continua a morire di malattie asbesto correlate. Almeno 7mila persone sono morte nell’ultimo anno. Eppure, la politica tace e le istituzioni sono assenti – afferma l’avvocato Bonanni -. Rendo pubblici i dati delle nostre rilevazioni aggiornate a tutto l’anno 2022: 2mila casi di mesotelioma, indice di mortalità al 93%, un numero di decessi che solo per questa neoplasia sfiora i 1.900. 4mila casi di tumore al polmone asbesto correlati con un indice di mortalità dell’88%, e quindi un numero di decessi che sfiora i 3.550. Una vera e propria emergenza con 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto».
In particolare, in Emilia-Romagna, al 2018, i siti con la presenza di amianto censiti erano 1198. Di questi circa il 70% (711) sono stati bonificati, mentre i rimanenti risultano essere attualmente messi in sicurezza.
La bonifica è l’unico modo per ridurre il rischio per la salute dei cittadini a zero. Per questo l’ONA ha ideato l’App Amianto, che agevola la segnalazione delle aree contaminate e aiuta a evitare qualsiasi esposizione pericolosa.