Mesotelioma ambientale. Il mesotelioma, tumore della pleura, causato dall’amianto, non colpisce purtroppo soltanto i lavoratori o ex lavoratori che sono stati in contatto con l’asbesto. Sono, infatti, in crescita le domande per ottenere la somma disposta dal Fondo per le vittime amianto, per chi ha avuto un’esposizione ambientale, vale a dire non sul posto di lavoro, ma perché per esempio viveva ad una distanza ravvicinata da una copertura in eternit. O vicino ad una fabbrica dismessa in cui si utilizzava questo minerale killer, non bonificata.
Mesotelioma ambientale, il “Fondo per le vittime amianto”
Spesso è difficile capire quando e per quanto tempo sia stato esposto chi si ammala di mesotelioma ambientale. Questo a causa della lunga latenza tra l’esposizione e la manifestazione della malattia, che in media è di 30 – 40 anni.
La Legge 24 dicembre 2007, n. 244 ha comunque istituito presso l’Inail il “Fondo per le vittime dell’amianto”. A chi viene colpito da questa malattia spetta una somma una tantum che fino al 2022 era di 10mila euro, aumentata a 15mila nel 2023. Un piccolo aiuto per il paziente e per la sua famiglia, perché non sia lasciato completamente solo dopo una diagnosi così difficile da accettare.
Bonifiche fortemente in ritardo
Le domande, inoltre, crescono e non cesseranno nei prossimi anni perché, come ha spiegato più volte il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, le bonifiche sono fortemente in ritardo. Più passa il tempo, inoltre, più i materiali nei siti contaminati si deteriorano diventando ancora più pericolosi perché il cemento perde il suo potere aggrappante e le fibre si disperdono più facilmente nell’aria.
Il fenomeno amianto può essere approfondito consultando l’ultima pubblicazione del presidente Ona: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Qui sono anche spiegate le varie tecniche di bonifica necessarie per fermare la strage silenziosa. L’Ona ha anche realizzato una App per la segnalazione dei siti contaminati.
Le conseguenze dell’uso indiscriminato dell’amianto, quando già era nota da tempo la sua cancerogenicità, sono sotto gli occhi di tutti. I numeri delle patologie asbesto correlate, come dimostra l’ultima analisi statistica del’INAIL, sono in crescita.
Mesoteliomi ambientali, i numeri dell’Inail
Per quanto riguarda più specificamente i mesoteliomi ambientali, al 15 settembre 2022, sono giunte all’Inail 2.706 richieste di prestazioni con anno prima diagnosi 2015-2021. Escludendo l’anno di prima diagnosi 2015, dove sono collocati anche i malati con diagnosi antecedente al 1 gennaio 2015 ancora in vita che hanno presentato la richiesta di prestazione nel 2015, e l’anno 2021 non ancora consolidato, mediamente sono pervenute poco più di 340 istanze l’anno. In aumento: nel 2018 sono state 352, nel 2019 invece, 361.
In Lombardia, la regione più colpita, tra il 2015 e il 2021 le richieste sono state 950, circa 160 in media all’anno (nel 2021 c’è stato un incremento, con ben 269 istanze). La maggior parte è stata accolta o è in fase di istruttoria, mentre nel caso di quelle respinte (224 in Lombardia), circa la metà passa da “malattia non professionale” a “malattia professionale”.
Dopo 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 257 del 1992 che ha messo al bando l’amianto il fenomeno è ancora, purtroppo, attuale. Anche l’Inail la considera tale e sta, quindi, continuando a lavorare alle statistiche per fornire informazioni puntuali e risposte ai pazienti. Ancora molto c’è da fare, certamente, soprattutto a livello di risarcimenti.