L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno sollecitato fondi per la ricerca sulla cura del mesotelioma. Ci sono nuovi test sui biomarcatori del mesotelioma. Il cancro del mesotelio è causato solo dall’amianto e colpisce le sierose (pleura, peritoneo, pericardio e tunica vaginale del testicolo).
Questa neoplasia è particolarmente aggressiva. In primo luogo è necessario evitare l’esposizione e, solo per coloro che sono stati esposti, è necessario attivare la sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria). Oggi un test sui biomarcatori sembra essere efficace.
Un pericolo per la salute chiamato “amianto”
L’amianto è un minerale che è stato largamente impiegato in quasi tutti i settori del comparto industriale, nell’edilizia, nelle apparecchiature mediche, per costruire freni e componenti meccaniche, nelle ferrovie, in campo militare, inclusi tutti i mezzi (navi, aerei, elicotteri ecc;).
I minerali di amianto sono altamente tossici
Le fibre dell’asbesto sono microscopiche, circa 500 volte più sottili di un capello umano ed hanno una forma frastagliata (minerali di amianto).
Una volta inalate, si insinuano nello spazio interstiziale dei polmoni e lentamente si dirigono verso le cellule epiteliali della pleura viscerale o parietale (strati del mesotelio). Qui provocano una risposta infiammatoria a danno del DNA, le cui mutazioni possono causare una divisione incontrollata delle cellule epiteliali, che si trasformano in tumore o cancro.
Con il progredire della malattia, si formano delle piccole escrescenze cancerose, chiamate placche mesoteliali, che iniziano a coprire la pleura viscerale sui polmoni e la pleura parietale sotto la parete toracica.
Le fibre di amianto possono altresì penetrare nello stomaco, se la saliva contenente le fibre o il muco delle vie aeree viene ingerita.
Alcune ricerche infine sostengono che le fibre di amianto siano anche in grado di intaccare il sistema linfatico.
Poiché le fibre di amianto non vengono metabolizzate o rimosse dai polmoni, chi si è esposto all’amianto corre rischi di contrarre malattie asbesto correlate per tutta la vita.
Purtroppo, i periodi di latenza eccezionalmente lunghi della maggior parte delle malattie asbesto correlate, hanno finora ostacolato le misure preventive e precauzionali, ma i ricercatori di tutto il mondo non si scoraggiano.
Le patologie asbesto correlate e la strage di amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni denunciano da tempo che è in corso una vera e propria strage in Italia e nel resto del mondo.
Le Nazioni Unite hanno evidenziato che ci sono ancora 120 milioni di lavoratori esposti ad amianto e più di 107 mila decessi e più di un milione e mezzo di vittime malate. Una strage inaccettabile. E’ necessario, dunque, interrompere l’uso di amianto e le esposizioni:
“Currently about 125 million people in the world are exposed to asbestos at the workplace. In 2004, asbestos-related lung cancer, mesothelioma and asbestosis from occupational exposures resulted in 107,000 deaths and 1,523,000 Disability Adjusted Life Years (DALYs). In addition, several thousands of deaths can be attributed to other asbestos-related diseases, as well as to nonoccupational exposures to asbestos.
Elimination of asbestos-related diseases should take place through the following public health actions:
- recognizing that the most efficient way to eliminate asbestos-related diseases is to stop the use of all types of asbestos;
- replacing asbestos with safer substitutes and developing economic and technological mechanisms to stimulate its replacement;
- taking measures to prevent exposure to asbestos in place and during asbestos removal (abatement), and;
- improving early diagnosis, treatment, social and medical rehabilitation of asbestos-related diseases and establishing registries of people with past and/or current exposures to asbestos”.
È necessario il bando totale dell’amianto, solo in questo modo è possibile tutelare la salute e la vita umana (tutela rischio amianto: International Programme on Chemical Safety Asbestos).
Una ricerca punta sui biomarcatori del mesotelioma
Uno degli ultimi interessanti studi è stato condotto dal Professor Ian Blair, ricercatore presso l’Abramson Cancer Center della University of Pennsylvania School of Medicine, uno dei leader mondiali nella ricerca sul cancro.
Blair ed il suo team hanno mirato a sintetizzare lo stato delle conoscenze sui biomarcatori di sangue di risposta all’esposizione alla fibra killer.
In caso di successo, la ricerca potrebbe aprire la strada ad uno stadio più curabile – e potenzialmente curabile – del tumore maligno del mesotelioma, poiché si potrebbe diagnosticare questa letale patologia già nelle sue prime fasi.
I primi sintomi del mesotelioma, malattie amianto
I primi sintomi del mesotelioma che colpisce i polmoni o la pleura parietale dolore toracico, sono:
- mancanza di respiro;
- versamenti pleurici;
- se il tumore invade in un vaso sanguigno può provocare espettorato sanguinante.
Diagnosi precoce e progressi terapeutici
Uno dei segnali distintivi del mesotelioma rispetto agli altri tipi di tumori, è dato dal fatto che le escrescenze iniziano a esprimere molta calretinina, una proteina che lega il calcio, coinvolta nella regolazione dei livelli di calcio all’interno della cellula.
La prima diagnosi inizia solitamente con una radiografia del torace o una TAC. Se gli esami rilevano tracce di ispessimento pleurico, nonché versamento pleurico o pneumotorace, l’ipotesi di trovarsi davanti ad un caso di mesotelioma è praticamente certa.
Successivamente si effettua una biopsia del tumore.
In casi sospetti di mesotelioma, il campione di tessuto può essere trattato attraverso una tecnica basata sul riconoscimento antigene/anticorpo.
Quando gli anticorpi reagiscono con la proteina calretinina, il citoplasma ed i nuclei delle cellule cancerose assumono una caratteristica forma di uovo fritto.
Ed è proprio la diagnosi precoce del mesotelioma il concetto chiave su cui si focalizzano gli studiosi di cui parleremo in questo articolo. Essa è fondamentale per far progredire il trattamento del mesotelioma, una malattia con prognosi sfavorevole e nessuna cura, che generalmente viene diagnosticata solo alle ultime fasi, quando i trattamenti sono limitati.
«Di solito è troppo tardi per fare qualcosa di efficace, ma questo è ciò che mi spinge oggi, perché è il santo graal di un biomarcatore» ha detto Blair. «Il mantra è che la diagnosi precoce della maggior parte dei tumori porta a risultati migliori»
Diagnosi precoce non significa sopravvivenza
Purtroppo, la diagnosi precoce del mesotelioma non fornisce alcuna garanzia che la sopravvivenza sarà estesa, a meno che non sia accompagnata da progressi terapeutici ed è proprio sui progressi che punta tale studio.
«Come i biomarcatori per la malattia di Alzheimer, a cosa serve sapere che ce l’hai, se non esiste una cura per questo?» ha puntualizzato Blair. «Potresti discutere lo stesso per il mesotelioma. Speriamo solo che il trattamento precoce possa portare a risultati migliori, ma ad oggi non abbiamo la bacchetta magica. Fino a quando non lo svilupperemo, non lo sapremo mai».
In cosa consiste lo studio sui biomarcatori
Facciamo una premessa: l’amianto non è presente nei fluidi biologici umani; piuttosto viene inalato e intrappolato nel tessuto polmonare.
Come accennato, lo studio in questione analizza i biomarcatori di risposta, che riflettono un cambiamento nella funzione biologica in risposta all’esposizione all’amianto.
Per farlo, sono state studiate e valutate svariate classi di molecole, per la loro potenziale utilità come biomarcatori dell’esposizione all’amianto: dai biomarcatori di stress ossidativo a piccole molecole, alle proteine coinvolte nelle risposte immunitarie, che potrebbero consentire la personalizzazione della valutazione del rischio.
Finalmente una svolta dalla proteina HMGB1?
Un ruolo chiave è rappresentato dalla proteina cromosomica HMGB1 (High-Mobility Group Box 1) e dalle sue varianti, che possono essere secrete attraverso percorsi diversi.
Le cellule tumorali del mesotelioma secernono una forma di HMGB1, che promuove una condizione infiammatoria e la proliferazione delle cellule tumorali.
Blair ed il suo team hanno sviluppato e convalidato una procedura di laboratorio per quantificare l’HMGB1 nel plasma attraverso la spettrometria di massa ad alta risoluzione.
Come identificare i biomarcatori associati all’amianto?
Il team si è focalizzato nell’identificazione della variazione proteica esclusiva delle malattie legate all’amianto come il mesotelioma.
L’HMGB1 può essere trovato in numerose malattie, alcune meno gravi di questo tumore aggressivo.
«Due cose vengono analizzate: specificità al 100%, quindi rilevi solo le persone con questa malattia; e sensibilità al 100%, in modo da poter rilevare tutti con questa malattia», ha spiegato il Professor Blair. «In questo momento, sono molto incoraggiato. Stiamo lavorando molto duramente su questo. L’umore è piuttosto ottimista».
La novità in un semplice Test sui biomarcatori
Il processo diagnostico per il mesotelioma oggi è spesso lento e invasivo, che richiede numerosi test e come accennato all’inizio dell’articolo, una biopsia. Anche allora, può essere sfuggente e fuorviante.
Un semplice esame del sangue come quello concepito dal team, consentirebbe finalmente di effettuare test sui biomarcatori di routine dei pazienti ad alto rischio con esposizione professionale, molto prima che si presentano i sintomi.
Per tali motivi Blair ha preso in esame alcuni ex dipendenti di una fabbrica contenente prodotti di amianto, usando i loro campioni di sangue per aiutare a sviluppare il test.
«Potrebbero essere monitorati regolarmente se avessimo un test specifico per il mesotelioma», ha poi aggiunto Blair.
Una ricerca fortemente attenzionata alle biotecnologie
Intanto la ricerca di una migliore diagnostica con biomarcatori per la malattia dell’amianto ha attirato ricercatori da tutto il mondo.
Una società di biotecnologie in Ontario, in Canada, di recente sta lavorando su una piattaforma simile, che utilizza cellule precursori mesoteliali e DNA per prevedere la malattia di amianto.
Anche i ricercatori tedeschi hanno pubblicizzato il loro studio su un’altra proteina a base di sangue che è sovraespressa nelle cellule tumorali del mesotelioma e rilevata attraverso diverse tecnologie.
«Speriamo che entro l’anno avremo realizzato ciò che ci eravamo prefissati di fare» ha detto Blair.
ONA promuove la scienza ed aiuta le vittime
ONA, guarda con estremo interesse ogni passo avanti compiuto dalla scienza. L’ONA assiste e tutela le vittime dell’amianto e di altri cancerogeni, sia per esposizione ambientale che lavorativa e per via di esposizione durante le attività di missione per quanto riguarda il personale militare e civile delle Forze Armate.
L’asbesto provoca patologie invalidanti e spesso mortali, e l’ONA ha messo a disposizione lo staff medico gratuito online per assistere le vittime nella diagnosi precoce, nella terapia e nella cura di queste gravi infermità.
Grazie al presidente ONA, Avv. Ezio Bonanni, è altresì disponibile uno staff di avvocati online gratis per tutelare i diritti delle vittime (e dei famigliari in caso di decesso) per ottenere la rendita INAIL, il prepensionamento, il riconoscimento di Vittima del Dovere e il risarcimento dei danni.
Cosa si può ottenere in termini risarcitori?
Per ottenere il giusto indennizzo, occorre presentare domanda all’INAIL, sia per il mesotelioma di origine professionale (per avere il diritto di rendita), sia per il mesotelioma causato da esposizione ambientale.
In quest’ultimo caso, si può avere diritto all’indennizzo una tantum, che da 5600 euro è stato aumentato a 10000).
Utile sottolineare che anche gli eredi (coniuge superstite, figli a certe condizioni) possono godere dei medesimi diritti.
Vittime del Dovere e fattori di rischio
Le vittime del dovere sono coloro che hanno subito lesioni e/o danni fisici in servizio di contrasto ad ogni tipo di criminalità, nello svolgimento di servizi di ordine pubblico, nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari, in operazioni di soccorso, in attività di tutela della pubblica incolumità, a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale (art. 1, comma 563, della Legge 266 del 2005), anche se non dipendenti pubblici (SS. UU. 22753/2018).
La maggior incidenza di vittime del dovere si registra tra i dipendenti del Ministero della Difesa (Marina, Esercito, Aeronautica e Carabinieri) e del comparto sicurezza (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Polizia Municipale, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza). Le malattie per causa di servizio, per infermità, fino al decesso, sono causate da esposizioni a cancerogeni, patogeni e tossico nocivi. L’amianto è principale fattore di rischio.
Assistenza medica e tutela legale per le vittime del dovere
L’ONA, grazie all’avv. Ezio Bonanni, ha ottenuto per gli appartenenti alle Forze Armate e al comparto sicurezza, il riconoscimento di vittime del dovere, con il riconoscimento delle stesse prestazioni riconosciute alle vittime del terrorismo.
In caso di decesso, il diritto al risarcimento dei danni subiti dalla vittima si trasmette agli eredi, oltre al risarcimento dei danni subiti per la perdita del loro congiunto, che si aggiungono a quelli dovuti per le prestazioni previdenziali. Per approfondire:
Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia
Per approfondire meglio la questione amianto, consigliamo la lettura de “Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia”, testo scritto a cura dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
«L’amianto è un killer silenzioso cancerogeno che provoca con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie)»
Spiega il noto legale, che ha dettagliato le morti per patologia:
«1.900 di Mesotelioma, 600 perAsbestosi (stima conforme a quella dell’INAIL); 3.600 per Tumori polmonari (40.000 nuovi casi ogni anno in Italia, circa 33.000 decessi). L’INAIL calcola quelli di origine professionale tra i soli assicurati nella misura del 5-7% di tutti i tumori polmonari, un range da 2.000 a 2.800, cui debbono essere aggiunti i tumori del polmone da amianto causati in danno di chi non è assicurato – per esempio i militari – e per le esposizioni non professionali, e poi di coloro che non fanno denuncia all’INAIL per un totale di 6mila decessi solo nel 2017, non tenendo conto di tutte le altre patologie amianto».
Ancora enorme l’utilizzo del minerale
Allarmante anche la presenza di siti contaminanti. Nonostante la sua messa al bando nel 1992, (legge 257/92), nel nostro suolo si contano ancora 32 milioni di tonnellate di amianto compatto (di cui 36,5 milioni di metri quadrati di coperture – stima per difetto perché la mappatura è ancora in corso) e 8 milioni di tonnellate di amianto friabile.
Altrettanto allarmanti il numero dei siti, 50.000 siti industriali rilevanti, 1 milione di siti contaminati, tra i quali edifici pubblici e privati, 40 siti di interesse nazionale tra i quali ce ne sono 10 che sono solo di amianto (come la Fibronit di Broni e di Bari; l’Eternit di Casale Monferrato, etc.); 2.400 scuole (stima 2012 per difetto perché tiene conto solo di quelle censite da ONA in quel contesto – la stima è stata confermata dal CENSIS – 31.05.2014).
Le stime ONA segnalano che anche la rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature, inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali.
Contatta il numero verde gratuito 800 034 294 per ricevere assistenza medica, legale e per avere tutte le informazioni su prepensionamento, risarcimento danni e benefici contributivi da amianto.