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martedì, Marzo 18, 2025

Mediterraneo invaso dai pesci esotici, 200 specie in 130 anni

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Pesci esotici nel Mediterraneo. Il “Mare nostrum” è il più invaso al mondo. Lo studio dell’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie marine del Cnr (Cnr-Irbim) di Ancona, pubblicato sulla rivista Global Change Biology, ha spiegato che negli ultimi 130 anni sono arrivate qui 200 nuove specie.

La causa anche per questo fenomeno è il cambiamento climatico. Alcuni esemplari sono stati però introdotti direttamente dall’uomo. La ricerca ha delineato la storia delle invasioni biologiche nel Mediterraneo, modificandolo in modo irreversibile.

Pesci esotici nel Mare nostrum, accelerazione dagli anni ’90

“Lo studio dimostra come il fenomeno abbia avuto una importante accelerazione a partire dagli anni ’90 – ha dichiarato Ernesto Azzurro, che ha coordinato gli scienziati – e come le invasioni più recenti siano capaci delle più rapide e spettacolari espansioni geografiche”.

La maggior parte delle specie è arrivata dal canale di Suez. Altre sono sopraggiunte approfittando del trasporto navale, con il rilascio da acquari e dallo stretto di Gibilterra. Il tasso di arrivo delle specie introdotte attraverso tutte e tre le rotte è aumentato notevolmente dopo il 1990, senza alcun segno di saturazione.

Le conseguenze positive e negative

“Le nostre analisi spazio-temporali – si legge nelle conclusioni dello studio – descrivono un fenomeno unico, massiccio e in accelerazione di invasione in una regione marina. Le specie che entrano continuamente per vie diverse stanno progressivamente modificando l’identità faunistica del bacino del Mediterraneo, in una sorta di smediterraneizzazione. Negli ultimi decenni i pesci esotici sono diventati più numerosi, più diffusi e capaci di una diffusione molto più rapida nel Mediterraneo. I nostri risultati riassumono il processo di invasione e forniscono un punto di riferimento rispetto al quale è possibile valutare i cambiamenti futuri”.

In alcuni casi è un processo positivo: qualche specie è diventata una nuova risorsa per la pesca. Altre sono invece causa del deterioramento degli habitat naturali ed entrano in competizione con altri esemplari più vulnerabili.

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