Per circa un secolo, con un picco negli anni ’60 e ’70, l’amianto è stato utilizzato per le sue caratteristiche. È, infatti, resistente al fuoco e un perfetto isolante per i rumori. Purtroppo, però, con gli anni è stato sempre più evidente a tutti come sia altamente cancerogeno e provochi mesotelioma e tanti altri tumori, come quello del polmone. Per questo ora vengono utilizzati materiali alternativi.
La legge del 1992 è, infatti, arrivata per metterlo al bando. Purtroppo però non ha imposto le bonifiche dei siti contaminati, permettendo che le esposizioni continuassero e così, anche le malattie asbesto correlate.
Necessità di materiali alternativi
Oltre a questo enorme problema sanitario che porta dietro di sé le sofferenze indicibili di tante famiglie che sono state colpite, c’è stato anche in questi trenta anni il problema di sostituire l’amianto con un materiale che abbia le stesse caratteristiche. Il più utilizzato dalle aziende è sicuramente il fibrocemento ecologico, realizzato con fibre di natura organica o inorganica che non sono pericolose per la salute umana. Questo per quanto riguarda il settore edile.
Non c’è però un unico materiale che, come l’amianto, possa essere utilizzato nei più svariati utilizzi. Piuttosto, a seconda delle esigenze, può essere utilizzato un sostitutivo o un altro.
Le alternative che sono state studiate negli anni sono svariate. Tra queste lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria, filamenti di vetro, altre fibre artificiali (polipropilene) o naturali (cellulosiche). Lo Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), ha però inserito la fibra minerale di Eironite nel Gruppo 1 (cancerogeno per l’uomo): causa, infatti, il mesotelioma maligno proprio come l’amianto.
Le fibre ceramiche refrattarie sono state classificate nel Gruppo 2B (possibilmente cancerogene per l’uomo) e nel Gruppo A2 (sospetto cancerogeno per l’uomo): possono causare fibrosi polmonare.
Le fibre aramidiche sono state, invece, classificate nel Gruppo 3: lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria, filamenti di vetro, altre fibre artificiali (polipropilene) o naturali (cellulosiche). Nel gruppo 3 rientrano quelle sostanze che non rientrano in alcuna categoria prevista. Non sono però nel gruppo 4: “Non cancerogeni per l’uomo”.
Materiali alternativi all’amianto, proprietà e vantaggi
Esistono, però, fortunatamente delle alternative sicure all’amianto. Vediamole insieme.
La schiuma di poliuretano
La schiuma di poliuretano, per esempio non è pericolosa, è economica ed efficace per isolare e sigillare. Viene utilizzata nell’arredamento, nelle calzature, in edilizia per le sue proprietà isolanti e nel settore automobilistico.
È morbida ed elastica e ha un’estrema permeabilità all’aria e all’umidità. È impiegata nelle imbottiture in particolare di materassi e guanciali. Così come per le coperture, soprattutto nelle aree esposte a calore intenso. È inoltre indicato per i rivestimenti dei sedili delle auto e per la progettazione di set cinematografici.
Il tessuto di silice amorfa
Il tessuto di silice amorfa, è particolarmente adatto al rivestimento esterno della superficie. Anche per elevatissime temperature come quelle nelle centrali termiche e nelle fonderie, perché le sue fibre non marciscono e non bruciano. È composto comunque di fibra di vetro e non è indicato per le abitazioni.
La fibra di cellulosa per le abitazioni
Per le strutture residenziali viene usato, invece, la fibra di cellulosa. Composta da cotone, pasta di legno, lino o carta sminuzzata. Il tutto viene trattato chimicamente per ridurre l’umidità e aumentare la resistenza termica. È un prodotto buono anche per l’ambiente perché si ottiene per l’85% da materiali riciclati. In questo modo si riducono anche i costi energetici.
Materiali alternativi, la farina di legno termoindurente
La farina di legno opportunamente miscelata con polimeri e resine termoindurenti e termoplastiche, danno vita a materiali innovativi, ecologici e riciclabili, utilizzabili nell’edilizia, nell’automotive, nel decking e nello stampaggio industriale. Si realizzano materiali sigillanti e isolanti, ma anche rivestimenti e materiali per l’arredo e il design, l’utilizzo delle farine di legno contribuisce ad incrementare le caratteristiche funzionali, oltre a rendere più stabile la struttura di superfici e volumi.
Il fibrocemento ecologico, l’alternativa più utilizzata
L’alternativa all’amianto più utilizzata, però, è certamente il fibrocemento ecologico. Per fibrocemento ecologico s’intende l’aggiunta di fibre, nella maggior parte dei casi polimeriche (molecole organiche), al cemento. Si ottiene così un materiale per la produzione di manufatti o impiegato in diversi casi dalle imprese di costruzione.
I manufatti in fibrocemento più conosciuti sono le lastre in fibrocemento. Tra le fibre polimeriche disponibili, le più usate nel processo produttivo del fibrocemento ecologico sono le fibre in pva, che sono monofilamentose e che, una volta disperse nel cemento, si sistemano tridimensionalmente all’interno della matrice cementizia. Donano così una maggiore resistenza contro le fessurazioni da ritiro e anche maggiore rispetto alle fibre d’amianto.
Le fibre vegetali ecologiche e riciclabili
Oltre alle fibre in pva sono impiegate anche fibre naturali di origine vegetale. Queste hanno il vantaggio di provenire da fonti rinnovabili, con costi inferiori alle fibre polimeriche e non hanno un impatto negativo sull’ambiente e sono riciclabili. Hanno buone caratteristiche meccaniche e stanno migliorando le loro caratteristiche grazie alla ricerca. Il loro impiego sarà quindi sempre più ampio nel settore edile.
Materiali alternativi, applicazioni in edilizia e industria
Il fibrocemento ecologico ha una buona parte delle caratteristiche del cemento-amianto. Ha, in più, una miglior resistenza alla flessione, è riciclabile, e ha un buon potere coibente. Inoltre, è più difficilmente aggredibile da agenti organici.
Anche come resistenza ha raggiunto un ottimo risultato. Se, infatti, le lastre eternit avevano una vita di circa 20 anni, quelle in fibrocemento ecologico raggiungono i 15 anni. Durata che potrebbe aumentare se i manufatti non fossero sottoposti a carichi gravosi e fosse effettuata la regolare manutenzione.
Il fibrocemento ecologico è utilizzato anche nella realizzazione di pavimenti industriali in calcestruzzo. Così come nella realizzazione d’intonaci in cemento fibrorinforzati. Le fibre sono aggiunte dai produttori e riducono la formazione di cavillature dell’intonaco durante l’asciugatura, e permettendo un miglior riempimento dei vuoti.
Questa capacità di ridurre le fessurazioni da ritiro è sfruttata anche nella realizzazione di rivestimenti a cappotto, nei materiali che sono impiegati durante la rasatura.
Si utilizza per le lastre sostitutive dell’eternit e per le lastre piane, ma anche per comignoli e canalette di scolo dell’acqua. Le lastre piane in fibrocemento sono destinate al rivestimento di facciate esterne o pareti interne.
Nella versione ondulata le lastre di fibrocemento ecologico sono ormai impiegate comunemente per le coperture di edifici industriali o civili.
L’alternativa all’amianto esiste
Insomma l’alternativa al cemento amianto esiste e sarebbe oggi perfetta se negli anni si fosse lavorato per cercarla e migliorarla. Invece, nonostante fosse noto che l’asbesto causa danni irreparabili al nostro organismo e gravissime malattie, le aziende hanno continuato ad utilizzarlo. Già nei primi del ’900 era evidente come gli operai a contatto con l’amianto si ammalavano in maniera maggiore alle vie respiratorie. I primi studi lo dimostrano negli anni ’40 e begli anno ’60 non era più possibile negarlo. Eppure questo è stato fatto, come spiegato meglio nell’ultima pubblicazione dell’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.
L’Osservatorio nazionale amianto si batte da anni contro questa incredibile ingiustizia che ha portato alla morte di tante persone e alla sofferenza di tante famiglie. In alcuni passaggi dei lunghissimi procedimenti giudiziari portati avanti dall’avvocato Bonanni, presidente Ona, affinché i familiari delle vittime ottengano almeno ciò che spetta loro, nelle memorie delle difese, si legge che non c’erano evidenze scientifiche e che non c’erano alternative. Non è vera né l’una né l’altra affermazione.
Ora però è necessario lavorare per le bonifiche e per la prevenzione. E’ importante, infatti, evitare altre esposizioni e per questo l’Ona ha realizzato anche una App per la mappatura dei siti contaminati.
L’alternativa all’amianto già disponibile: la martinite
Se è vero, infatti che il fibrocemento ecologico sia relativamente recente, è anche vero che una società italiana realizzava un materiale isolante alternativo all’amianto. Si tratta della martinite, già disponibile alla fine dell’Ottocento sul territorio nazionale.
Aveva eccellenti proprietà isolanti e non sarebbe stato pericoloso. Tanto che all’inizio del Novecento fu utilizzata nelle navi da guerra della regia Marina italiana e, nel 1950, l’ente nazionale di certificazione navale italiano (Unav) lo autorizzò per essere utilizzato sulle porte tagliafuoco delle navi. Fu usato anche come materiale coibentante nelle centrali elettriche civili.
Avrebbe potuto essere utilizzata al posto dell’amianto e risparmiare tante vittime, tanto dolore e anche conseguenze economiche, se solo si pensa alle spese sanitarie e a quelle risarcitorie. Invece la società proprietaria del brevetto, Manifatture Martiny, fallì nel 1986 dopo essere stata sopraffatta dalle multinazionali che producevano amianto. Il resto è storia.