Marina Militare: assistenza e tutela ONA

La Marina Militare (MM), assieme a Esercito, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri, è un organo delle Forze Armate della Repubblica Italiana.

Il personale della Marina Militare, nello svolgimento dei propri compiti fondamentali, risulta esposta ai rischi asbesto correlati. Le vittime e i loro familiari hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittime del dovere.

Per questi motivi, ONA- Osservatorio Nazionale Amianto, in collaborazione con il team legale del suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, garantisce assistenza medica e assistenza legale per tutte le vittime del dovere appartenenti alla Marina Militare.

Consulenza ONA Marina Militare
Indice dei contenuti
Quali sono i compiti della Marina Militare
Gli agenti tossici e malattie asbesto collegate
Prevenzione e tutela garantita
Diritti e benefici per le vittime del dovere
Cosa prevedere il risarcimento?

Tempo di lettura: 10 minuti

Marina Militare: organizzazione e gerarchia

Al vertice dell’organizzazione troviamo il Capo di Stato Maggiore della Marina mentre, per quanto concerne la struttura organizzativa, questa si basa su tre funzioni preminenti:

  • Operativa
  • Logistica
  • Formazione

Ogni funzione fa capo a dei comandi:

  • CINCNAV e COMSUBIN, come Comandi Operativi;
  • COMLOG, come Comando Logistico;
  • COMSCUOLE, Comando Scuole.

Alle dipendenze del Comando Logistico, ubicato a Napoli, vi sono i Comandi Marittimi. Quest’ultimi sono suddivisi in:

  • Marittimo Nord (inclusivo della Sardegna);
  • Centro e Capitale;
  • Sud;
  • Sicilia.

Questi comandi, assumono la responsabilità dell’intera funzione logistica che insiste nella loro giurisdizione, garantendo l’unicità di comando. Inoltre, il supporto agli enti centrali è assicurato dal Comando Marittimo Capitale.

Funzioni ed obiettivi della Marina Militare: i compiti

Compito fondamentale del personale della Marina Militare è quello di vigilare nelle acque territoriali e internazionali. Tale organo, verso la fine del secolo scorso, ha subito un rilevante ridimensionamento come conseguenza della rivalutazione dei compiti delle F.F.A.A. Difatti, a oggi i compiti della MM riguardano il:

  • mantenimento di una continua e credibile presenza nell’area del Mediterraneo;
  • controllo dei mari italiani con dispositivi aeronavali e relativo supporto terrestre;
  • collaborazione con le forze navali alleate;
  • mantenimento della forza di superficie e subacquea per operare autonomamente;
  • protezione da offese aeree (cui affiancare una componente anfibia in grado di svolgere limitate operazioni).

Marina Militare e patologie asbesto correlate

L’eclatante e catastrofica esposizione ad amianto, di tutto il personale della MM, lo si fa risalire a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. Infatti, il personale civile e militare della Marina è stato lungamente esposto al rischio amianto sia nelle basi a terra, che in quelle navali.

Le unità navali della MM sono realizzate con amianto, utilizzato soprattutto come isolante dal calore, così come gran parte dei mezzi della Marina Militare: dalle aree operative ad alloggi, mense, locali dei motori, corridoi, vani scala e cucine.

Coibentazione a spruzzo e pannelli in amianto sono stati utilizzati per isolare rapidamente ed efficacemente le grandi superfici delle navi della Marina Militare italiana dagli anni ‘30 sino ai ’90 del secolo passato.

Le unità navali postume agli anni ’90 sono state costruite con materiali e tecniche differenti dalle passate. Tuttavia, troppi continuano a essere gli appartenenti alla MM che si ammalano o, addirittura, perdono la vita.

Le principali malattie asbesto correlate, di origine professionale, sono:

Ulteriori agenti tossico nocivi a cui è esposta la Marina Militare

Oltre all’esposizione ad amianto e uranio impoverito (UI), i militari della Marina Militare sono stati esposti anche ad altri agenti nocivi:

  • tricloroetilene, tetrafluoroetilene e altri agenti clorurati;
  • fumi di scarico di motori endotermici funzionanti a gasolio e a benzine;
  • campi elettromagnetici generati da apparecchiature di telecomunicazione, radar, sistemi di mira, motori elettrici, correnti elettriche presenti nei Marina Militare mezzi, mezzi corazzati, blindati e ruotati;
  • radiazioni ionizzanti emesse da “trizio” e da uranio impoverito;
  • piombo e suoi composti organici e inorganici;
  • idrocarburi policiclici aromatici (IPA);
  • idrocarburi aromatici non policiclici;
  • benzene;
  • fibre artificiali isolanti (fibre di vetro, di roccia, di ceramica).

Marina Militare e danni alla salute: prevenzione e tutela

Obiettivo primario dell’ONA, e del suo presidente l’Avv. Ezio Bonanni, è quello di intervenire anzitutto con la prevenzione primaria. Infatti, per prevenire il rischio legato all’esposizione ad amianto e altri agenti cancerogeni e tossico-nocivi, è determinante la bonifica e messa in sicurezza degli arsenali delle unità navali della Marina Militare.

La sola prevenzione primaria è condizione necessaria, ma non sufficiente. Per questa ragione, bisogna analizzare e prendere in seria considerazione tutti quei casi, che hanno visto sacrificato il diritto alla salute dinanzi all’abuso di amianto. Quindi, è doveroso azionare una prevenzione secondaria fondata sulla sorveglianza sanitaria.

Dinanzi al numerosissimo elenco di vittime per esposizione ad agenti cancerogeni, l’ONA fornisce un servizio di assistenza medica e legale gratuita. Infatti, viene garantita la sorveglianza sanitaria (richiesta dall’associazione stessa alla Marina Militare), conditio sine qua non del tempestivo intervento medico e di una precisa e chiara diagnosi. Inoltre, si offre assistenza legale per ottenere il risarcimento dei danni ed il riconoscimento di tutti i diritti e benefici spettanti.

Inoltre, sono compresi anche i benefici previdenziali e l’acquisizione dei dati epidemiologici. Quest’ultimi, fornendo il quadro della concreta situazione, confermano l’urgenza degli interventi preventivi, quindi di prevenzione terziaria.

Causa di servizio e vittima del dovere Marina Militare

Nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali, il personale della MM si espone quotidianamente alla pericolosità, ufficialmente dimostrata, dell’amianto ed altre sostanze cancerogene. Tra queste, va ricordato anche l’uranio impoverito, principale componente per la fabbricazione delle munizioni militari ed altamente dannoso per la salute.

In caso di lesione del diritto alla salute, garantito dall’art. 2087 c.c. e dall’art. 32 Cost., il personale civile e militare ha diritto al riconoscimento di causa di servizio. Inoltre, nel caso in cui fosse sottoposto a particolari condizioni ambientali, sussiste il diritto all’equo indennizzo e alla pensione privilegiata per le vittime del dovere.

Il personale, civile o militare, della Marina Italiana, al quale è stato riconosciuto lo status di vittima del dovere per causa di servizio, viene inserito in un apposito elenco, riportato nella graduatoria della MM. Tale graduatoria, è consultabile gratuitamente sul sito della Guardia di Finanza.

Vittime del dovere Marina Militare: ulteriori diritti e benefici

Il personale vittima di infermità per esposizione a cancerogeni, in missione o in particolari condizioni ambientali ed operative, ha diritto al riconoscimento di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Per tali motivi, ha diritto anche a:

  • speciale elargizione;
  • assegno mensile vitalizio per l’importo di €500,00, in luogo del minor importo di €258,23, per effetto della equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
  • speciale assegno vitalizio, per l’importo di €1.033,00, con decorrenza dal 02/05/1992;
  • incremento della retribuzione pensionabile di una quota del 7,5%, ai fini della pensione e dell’indennità di fine rapporto (TFR), o altro trattamento equipollente;
  • aumento figurativo di 10 anni di versamenti contributivi ai fini della pensione, come per pensioni militari Marina, e della buona uscita;
  • esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
  • diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad altra categoria di soggetti e con preferenza a parità di titoli;
  • borse di studio esenti da imposizione fiscale;
  • esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, esenzione ticket estesa anche ai medicinali di fascia C e anche in favore dei familiari;
  • assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici.

Marina Militare: la violazione delle regole cautelari

La Procura di Padova, a seguito delle cospicue morti per malattie asbesto correlate, ha avviato delle specifiche indagini in ordine al rischio amianto nella MM. A conclusione delle indagini, si è dato avvio allo svolgimento di due procedimenti penali, entrambi dinanzi la Corte di Appello di Venezia. Tuttavia, il terzo procedimento è stato avocato, quindi, è stato affidato alla Procura Generale.

Nel procedimento Marina Bis, gli alti ufficiali della MM sono stati processati ed accusati di aver:

  • omesso di rendere noto al personale della marina della presenza di amianto all’interno delle basi navali;
  • evitato di sottoporre a controlli regolari tanto gli ambienti quanto gli stessi dipendenti;
  • omesso di vigilare sull’utilizzo di dispositivi di protezione sanitaria durante le ore di lavoro;
  • omesso di adottare tutte le misure preventive previste.

Tuttavia, la Procura di Padova ha assolto in I grado di Alti Ufficiali imputati, richiedendo l’archiviazione. Questo, nonostante la stessa avesse ricevuto dei dati inequivocabilmente tragici: 1101 casi di vittime amianto nella sola Marina Militare. Le indagini, in seguito alle istanze dell’avv. Ezio Bonanni, sono state ora avocate dalla Procura Generale di Venezia. Nel frattempo, proseguono tutte le azioni civili per ottenere il riconoscimento della qualità di vittima del dovere, così come il risarcimento dei danni

Aggiornamento Marina Bis: si ribalta la sentenza

Di recente la Corte di Appello di Venezia, III^ Sez. Pen., proc. n. 2905/2019 RG CAPP, ha ribaltato la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Padova, grazie all’azione legale dell’Avv. Bonanni.

Ha, così riconosciuto la responsabilità penale della Marina Militare per la morte di due militari vittime dell’amianto. Inoltre la Corte di Appello di Venezia ha confermato la sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita dai singoli marinai e l’insorgenza della relativa patologia.

Relazione finale della Commissione d’Inchiesta Parlamentare

Anche nella relazione finale della “Commissione Parlamentare di Inchiesta sui rischi del personale civile e militare della Marina e delle altre forze armate e comparto sicurezza”, si fa riferimento al fenomeno epidemico e alla violazione delle condizioni di sicurezza sul lavoro nella MM.

Difatti, possiamo leggere come: “[…] la Procura della Repubblica di Padova è giunta ad accertare che solo nell’ambito della Marina Militare 1101 persone sono decedute o Risono ammalate per patologie asbesto-correlate (circa 570 i mesoteliomi). […] Il picco dei casi di mesotelioma, sia il numero di casi sia il numero di tassi, è presumibile sia nel periodo tra il 2015 e il 2020. […] Sono stati identificati 830 casi di mesotelioma maligno con esposizione in tale settore”.

Marina Militare: equiparazione alle vittime del dovere

Il personale della Marina Militare, vittima di patologia asbesto correlata, viene equiparato alle vittime del dovere per merito dell’art. 20 L. n. 183/2010. In sostanza, si riconosce la totale equiparazione alle vittime del dovere a tutti coloro che hanno subito malattie professionali asbesto correlate per servizio prestato nelle unità navali della MM.

A tal proposito, anche nei procedimenti Marina II e III, è stata appurata la violazione delle regole cautelari. Tuttavia, nel procedimento Marina Bis, presso il Tribunale di Padova, si è proceduto con assoluzione degli imputati. Quest’ultima sentenza è stata impugnata dalle parti civili e dal Procuratore Generale della Corte d’Appello di Venezia.

Diritti dei superstiti in caso di decesso della vittima

In caso di decesso della vittima del dovere, i superstiti vanno tenuti in considerazione secondo quanto segue: prima il coniuge e gli orfani, poi i genitori e fratelli.

In questo caso, sussiste il diritto ad ottenere le prestazioni maturate dalla vittima in vita e alla costituzione delle prestazioni in favore dei superstiti, secondo quanto sancito dall’art. 6 della L. 466/80. Si prevede anche la liquidazione dello speciale assegno vitalizio di cui all’art. 5 L. 206/2004, pari ad €1.033,00 e dell’assegno vitalizio di cui all’art. 2 della L. 407/1998, nell’importo di €500,00, mensili, oltre perequazioni, ex art. 11 del D.L. 503/1992, nonché gli ulteriori benefici di cui agli artt. 8, 9 e 10 della L. 206/2004.

Risarcimento dei danni nella Marina Militare

Tutte le vittime del dovere della Marina Militare hanno diritto a ottenere il risarcimento dei danni previsto dalla legge. In particolare, si prevede il risarcimento per:

Per il calcolo del risarcimento, occorre utilizzare il criterio delle Tabelle del Tribunale di Milano.

Gli orfani vittime del dovere non a carico fiscale

Grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA, si è riuscito a ottenere il riconoscimento delle prestazioni anche se l’erede non era fiscalmente a carico del deceduto al momento della morte.

Il Tribunale di Salerno, Sezione Lavoro, con sentenza 2334/2017 del 30.08.2017, ha condannato il Ministero della Difesa Marina Militare a liquidare quanto dovuto a un’orfana, figlia di un appartenente alla Marina Militare riconosciuto vittima del dovere con parificazione alle vittime del terrorismo: “l’importo mensile di €500,00, oltre perequazioni ex lege, e lo speciale vittime del dovere assegno vitalizio dell’importo di €1.033,00, oltre perequazioni ex lege, a decorrere dal decesso”, il tutto anche alla luce della giurisprudenza delle Sezioni Unite (SS.UU. 22753/18 e già SS.UU. 7761/17).

Il problema dei diritti negati agli orfani non a carico fiscale

La Corte di Appello di Genova, Sezione IV Lavoro, con sentenza n. 575 del 13.12.2019, ha condannato il Ministero della Difesa. Difatti, la Corte si è pronunciata in favore di Garosi Lorenza, orfana vittima del dovere. Nello specifico, si è predisposta l’erogazione, a partire dal decesso del padre, dell’assegno vitalizio ex art. 5 c. 3 della L. 206/2004, assegno vitalizio di cui all’art. 2 L. 407/1998, nell’importo di €500,00 mensili oltre perequazioni, ex art. 11 D.L. 303/92.

Inoltre, la sentenza amianto Genova ha anche stabilito ulteriori benefici di cui agli artt. 8, 9 e 10 della L. 206/2004. Di conseguenza, ha condannato il Ministero della Difesa a pagare le provvidenze, oltre agli accessori di legge. Sono state rigettate le tesi dell’Avvocatura dello Stato che voleva negare l’indennizzo perché figlia non a carico.

Tuttavia non sempre i diritti degli orfani non a carico vengono tutelati. Recentemente Cass., Sez. Lav., 11181/2022 sembra aver fatto un passo indietro, non concedendo il riconoscimento al figlio poiché il coniuge della vittima è ancora in vita. Tuttavia l’ONA e l’Avvocato Bonanni continuano nella loro battaglia per far riconoscere i diritti a tutti i familiari.

Marina Militare: tutela ed assistenza medico legale vittime

Tutte le vittime possono ricevere l’assistenza dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto.

Obiettivo primario è quello di offrire e garantire tutela legale e medica gratuita per tutti coloro che si sono ammalati per causa di servizio (e per i familiari, in caso di decesso della vittima). L’Osservatorio Vittime del Dovere rende il servizio di consulenza gratuita.

Chiedi la tua consulenza all’associazione delle vittime chiamando il numero verde o compilando il form.

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