Sul banco degli imputati ufficiali della Marina
Udienza di discussione delle difese delle parti civili del processo “Marina Bis”. È quanto accadrà la mattina del 17 dicembre, alle ore 10 al Tribunale Penale di Padova.
Alla Procura della Repubblica di Padova sono stati segnalati 1101 casi di vittime di amianto tra coloro che hanno svolto servizio imbarcati nelle unità navali, ovvero a terra.
Questo secondo filone del processo penale Marina Bis, volge ormai al termine, il prossimo 14 gennaio il Tribunale deciderà se accogliere le richieste del Pubblico Ministero, oppure condannare gli imputati come richiesto dalle difese delle parti civili.
L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che difende numerose parti civili costituite e ha più volte richiamato il contenuto della Commissione Parlamentare d’Inchiesta.
Il contenuto della Commissione da cui si evince che ci sono 830 casi di mesotelioma tra coloro che hanno svolto servizio nelle Forze Armate.
L’amianto, oltre al mesotelioma, provoca anche altre patologie. Neoplasie come: cancro ai polmoni, tumore alla faringe, tumore alla laringe, tumore alle ovaie, tumore al colon, asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici.
1.101 Vittime amianto nella Marina Militare
Presso la Procura della Repubblica sono stati segnalati 1.101 casi di vittime, il dato epidemiologico, o meglio la vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate.
Conferma quindi, la condizione di rischio dovuta anche alla violazione delle regole cautelari. In Marina Militare le vittime sono state parificate alle vittime del dovere.
Bonanni è impegnato da circa 20 anni nella rappresentanza e difesa di vittime dell’amianto e da più di 10 anni ha iniziato a segnalare casi tra coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali della Marina Militare.
Per questi motivi, l’ONA è in prima fila nel chiedere giustizia, nel processo Marina Bis, nel quale a sorpresa il Pubblico Ministero, Sergio Dini, ha invertito la sua precedente posizione con una richiesta di assoluzione per tutti gli imputati.
Conclusioni fortemente censurate dal Presidente ONA perché si pongono in netto contrasto, fra l’altro, con gli ultimi arresti giurisprudenziali della Suprema Corte di Cassazione intervenuti nell’anno 2018.
Segnatamente con la sentenza emessa dalla III Sezione Penale della Suprema Corte che, non più tardi del 6 novembre 2018. Ovvero, nel primo filone del processo penale contro i vertici della Marina Militare.
La sentenza ha annullato con rinvio per nuovo giudizio la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Venezia.
I servizi di assistenza ONA, presidente Bonanni
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i lavoratori vittime da esposizione ad amianto.
In caso di esposizioni ad amianto è possibile richiedere il servizio di assistenza medica gratuita, ovvero la prevenzione secondaria, fornita online grazie ad un team di medici volontari.
Essi si occupano di ricerca, terapia e cura delle patologie legate all’esposizione a sostanze cancerogene. Con particolare attenzione alle patologie asbesto correlate.
La prevenzione primaria con la diagnosi precoce e le terapie più tempestive, assicurano maggiori possibilità di guarigione. Naturalmente anche maggiore sopravvivenza e migliori condizioni di salute.
L’ONA guida anche un team di legali per la tutela di tutti i diritti delle vittime amianto per la rivalutazione dei ratei pensionistici e il prepensionamento.
Preppensionamento ottenuto per effetto dell’accredito delle maggiorazioni contributive, ovvero i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto.
Tutti i lavoratori esposti, hanno diritto ai benefici contributivi. A prescindere dal fatto che abbiano contratto o meno una patologia da amianto.
In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per ottenere l’indennizzo o la rendita.
Coloro che hanno svolto servizio nelle Forze Armate in esposizione ad asbesto, hanno diritto all’integrale risarcimento danni biologico.
Inoltre, la struttura medico legale dell’ONA, avvia le domande amministrative per il riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere.
In caso di decesso, il diritto al risarcimento dei danni viene trasmesso ai famigliari, loro eredi legittimi.