Marina Bis: ufficiali alla sbarra per omettere i rischi amianto
Presso il Tribunale di Padova è in corso il dibattimento per il processo “Marina Militare bis”, per i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo (ai sensi degli articoli 113, 589 e 590 del Codice Penale).
Alla sbarra l’ex Capo di Stato maggiore della Marina Militare Filippo Ruggiero, gli allora direttori generali di Navalcostarmi Lamberto Caporali e Francesco Chianura, quelli della Sanità Militare Elvio Melorio, Agostino Didonna e Guido Cucciniello e l’ex comandante in capo della squadra navale Mario Porta e ancora Antonio Bocchieri, Mario Di Martino, Angelo Mariani, Luciano Monego, Umberto Guarnieri, Sergio Natalicchio, Guido Venturoni.
L’accusa, per aver causato, in concorso tra loro, la morte del capitano di vascello Giuseppe Calabrò di Siracusa e del meccanico Giovanni Baglivo di Tricase (LE), per mesotelioma pleurico, da cui è poi nata l’inchiesta nel 2005, che ha portato al processo.
Poiché, dopo il rinvio a giudizio, purtroppo, ci sono stati altri casi di malattie professionali asbesto-correlate e decessi che hanno colpito numerosi ex militari e dipendenti del personale civile della Marina Militare, la Procura della Repubblica di Padova ha avviato ulteriori indagini con il procedimento “Marina Ter”, nel quale sono confluiti tutti i procedimenti avviati in seguito alla presentazione di altri esposti da parte delle vittime e dei loro familiari, e si attende una nuova ed ulteriore richiesta di rinvio a giudizio.
L’Osservatorio Nazionale Amianto prosegue nel suo impegno, per segnalare nuovi casi alla Procura della Repubblica di Padova, territorialmente competente.
Molte delle vittime sono assistite e difese dall’Avv. Ezio Bonanni. Secondo l’accusa sostenuta nel procedimento Marina Bis dal Dr. Dini, PM presso la Procura di Padova, i suddetti imputati si sarebbero resi responsabili delle seguenti condotte:
- A) omettevano di rendere edotto il personale appartenente alla Marina Militare (sia imbarcato che in servizio a terra) dei rischi per la salute insiti negli ambienti di vita e di lavoro a causa della presenza di amianto tanto all’interno delle navi militari che degli altri ambienti frequentati dagli stessi per ragioni di servizio, oltreché di informarli dei rischi ulteriori prodotti dalle lavorazioni cui erano adibiti, dalle polveri che respiravano e dallo stesso uso di dotazioni di bordo contenenti amianto (ad es. guanti, tute e coperte ignifughe);
- B) omettevano di sottoporre e far sottoporre con regolarità i dipendenti della M.M. ai controlli sanitari relativi agli specifici rischi esistenti in ambienti di lavoro caratterizzati da notevole presenza di materiali amiantiferi;
- C) omettevano inoltre di curare la fornitura e di imporre a controllare l’effettivo impiego di idonei mezzi di protezione individuale;
- D) inoltre omettevano di adottare idonee misure atte ad impedire o comunque ridurre, secondo le possibilità della tecnica, il diffondersi di polveri di , amianto prodotte dalle lavorazioni e/o dall’ uso di dotazioni contenenti amianto e così con le surrichiamate condotte e/o omissioni e nelle rispettive qualità suindicate cagionavano o comunque contribuivano a cagionare, e comunque non impedivano che insorgessero patologie amianto correlate nei soggetti di seguito elencati, alcuni dei quali a seguito di tali patologie decedevano.
I marinai ammalati di patologie asbesto correlate e i familiari di quelli deceduti, difesi dall’Avv. Ezio Bonanni sono costituiti parte civile. L’Avv. Ezio Bonanni ha chiesto ed ottenuto l’autorizzazione alla citazione del Ministero della Difesa come responsabile civile. L’ONA Onlus ha sollecitato e sollecita i vertici della forza armata Marina Militare a provvedere alla bonifica delle unità navali e delle installazioni a terra che, in alcuni casi, presentano ancora materiali in amianto.
Per eventuali approfondimenti, possono essere consultati gli articoli, rispettivamente della Dott.ssa Valentina Renzopaoli e del Dott. Luca Teolato.