Il presidente Ona, avvocato Ezio Bonanni: “Ci appelleremo al Ministro della Giustizia. La nostra battaglia continuerà in tutte le sedi”
“Ci appelleremo al Ministro della Giustizia. Lo faremo per la sentenza del processo Marina Bis che assolve tutti gli imputati ‘perché il fatto non sussiste’. La nostra battaglia di legalità e giustizia continua e continuerà in tutte le sedi competenti. Faremo appello e soprattutto continueremo in sede civile, dove stiamo già ottenendo ottimi risultati.Non può calare il sipario del processo penale sulle responsabilità per la morte di centinaia, se non di migliaia, di militari della Marina e delle altre Forze Armate. Perquesto motivo, oltre a impugnare la sentenza, chiederemo al Procuratore Generale della Corte di Appello di impugnare la sentenza assolutoria. In ogni caso il nostro impegno continua. Lo scorso 10 gennaio, il giudice Ottavio Picozzi, della sezione lavoro del Tribunale di Roma, ha emesso verdetto di condanna a carico del Ministero della Difesa perché tutti i danni subiti dalla vedova e dall’’orfana di S. A. siano indennizzati. Non solo. Abbiamo ottenuto anche il riconoscimento di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo”.
E’ quanto ha commentato il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, avvocato Ezio Bonanni, legale di parte civile nel processo Marina Bis, dopo il verdetto di assoluzione in primo grado di tutti gli imputati.
I dettagli del processo di Marina bis
Erano otto gli ammiragli della Marina Miliare alla sbarra. L’accusa per tutti era quella di omicidio colposo, per avere cagionato la morte dei militari, non informandoli sui rischi dell’amianto presente sulle navi. Rischi che avrebbero potuto provocare il cancro. Il giudice monocratico ha accolto la richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura. Secondo la stessa pubblica accusa, i vertici della Marina finiti sotto processo non avevano autonomia di spesa del budget assegnato e non potevano stanziare fondi per l’eliminazione del pericolo amianto nelle navi. Questa in sintesi la motivazione che ha spinto il giudice a pronunciare verdetto di assoluzione con formula piena.
Delusi e pieni di rabbia i parenti delle vittime
“Li avete uccisi per la seconda volta. Vergogna”. Sono state le urla dei parenti delle vittime, presenti in aula nel momento della lettura del verdetto.
L’Ona ha già annunciato che non si fermerà. Il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni non ha intenzione di mollare. Il presidente Ona vuole venga resa giustizia ai 1100 militari deceduti a causa del cancro, dopo atroci sofferenze. Giustizia, dunque, per chi la lasciato un vuoto incolmabile nei cuori dei propri cari.
I servizi di tutela e assistenza ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria). L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e/o la rendita. In caso di servizio reso nelle Forze Armate, ovvero in esposizione ad amianto ed altri cancerogeni, nel rapporto di pubblico impiego non privatizzato, la struttura medico legale dell’ONA avvia le domande amministrative di riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere. Tutte le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento di tutti i danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.