La Corte di Appello di Firenze conferma la condanna del Tribunale di Grosseto a carico del ministero dell’Economia e delle Finanze. Riconosce così, ancora una volta, lo status di vittima del dovere per un maresciallo della Guardia di Finanza.
Le sue iniziali sono C.A. L’uomo, al quale è stata riconosciuta un’invalidità del 25% per asbestosi, riceverà circa 50mila euro come speciale elargizione, assegni vitalizi per 1500 euro al mese e gli arretrati dal momento della domanda, per altri 120mila euro.
Maresciallo vittima del dovere, Bonanni: “Sentenza importante”
“Si tratta di una sentenza importante – ha commentato l’avvocato Ezio Bonanni, difensore del militare e di altre decine di militari della GdF esposti e vittime dell’amianto e di altri cancerogeni – perché rafforza la condanna del Tribunale di Latina. I giudici pontini per il caso di Antonio Dal Cin hanno accertato il rischio amianto nella Guardia di Finanza.
L’Osservatorio nazionale amianto – ha continuato il suo presidente – sta procedendo al deposito di decine e decine di ricorsi. Riguardano anche gli elicotteristi della GdF. I danni sono anche da semplice esposizione e sussiste il diritto al prepensionamento.
Il nostro impegno è forte a sostegno dei militari della GdF che hanno pagato, e pagano, con la loro vita, anche le attività che svolgono contro il crimine ambientale. Proprio come nel caso Dal Cin, oppure nella Guardia di Finanza di Mare con il maresciallo. Ci addolora il fatto che la GdF abbia resistito sulla linea del Piave. E continui a resistere nel negare i diritti ai suoi militari, che cadono vittime delle fibre di amianto”.
La storia del maresciallo: sempre a contatto con l’amianto
Il maresciallo, impiegato anche in attività di soccorso oltre che di repressione del crimine e in altre attività, ha subito l’insorgenza di asbestosi nel 2014. Così come pure di altre patologie asbesto correlate. Il militare, che oggi ha 75 anni, è stato nella scuola nautica della Guardia di Finanza di Gaeta. Poi ha lavorato nelle stazioni navali di Taranto, Palermo e Porto Santo Stefano.
Il Tribunale di Grosseto condannò il ministero dell’Economia e delle finanze a riconoscere la prestazione di vittima del dovere. L’ente aveva prima riconosciuto la causa di servizio e l’equo indennizzo, e poi lo ha revocato. Il procedimento è ora innanzi al Consiglio di Stato.
I giudici di Grosseto hanno disposto un accertamento minuzioso, al termine del quale le infermità del maresciallo sono state riconnesse all’esposizione ad amianto. Il militare è stato imbarcato nelle unità GdF impiegate in mare, nella sorveglianza delle coste e nelle altre attività istituzionali.
Quindi, il tentativo in appello di ribaltare l’esito è naufragato. Nonostante la ferma opposizione dell’Avvocatura dello Stato, anche l’altro perito, nominato dalla Corte di Appello di Firenze, ha confermato gli accertamenti di primo grado.
La Guardia di finanza si oppone al riconoscimento dei diritti
Questa triste, tragica, vicenda ha natura paradossale. Il maresciallo, come l’appuntato Dal Cin, ha servito lo Stato e la collettività, e ha pagato a duro prezzo la sua dedizione. Questo però non è bastato, ha dovuto fare anche causa per ottenere i suoi diritti. Lo Stato si è opposto fermamente, tanto quindi da imporre una dura battaglia processuale.
“Giustizia è stata fatta – ha dichiarato dopo aver saputo della novità Antonio Dal Cin – perché le notizie che ci giungono dalla Corte di Appello inducono a ritenere che esiste una Magistratura che rende giustizia alle vittime, anche nei confronti della Guardia di Finanza”.
La sentenza della Corte di Appello di Firenze
Qualche giorno fa, infatti, la corte di Appello di Firenze, con sentenza 272/2022, ha confermato il pronunciamento del tribunale di Grosseto, considerando “la patologia asbesto correlata da cui è affetto, ascrivile alla VIII categoria nella tabella A del dpr 834/1981”.
In effetti, come spiegato nei molteplici ricorsi dall’avvocato Bonanni, il finanziere è sempre stato in contatto con materiale contenente amianto, almeno fino al 1992, che veniva usato per la protezione dei collettori di scarico e delle turbine dei motori dei natanti su cui era imbarcato. A seconda dei turni di servizio, che variavano dalle 8 alle 12 ore, era sempre esposto all’asbesto in quanto doveva restare per tutto il turno presso il locale macchine e specialmente quando il natante era in navigazione.
L’impegno dell’Ona per le vittime del dovere
L’amianto purtroppo, nei suoi molteplici usi, è stato utilizzato anche sulle navi della nostra Marina perché ignifugo e fonoassorbente. Altamente cancerogeno causa il mesotelioma, tumore della plaura, e altri tipi di cancro, come quello al polmone. La strage in atto in Italia è analizzata nell’ultima pubblicazione del presidente dell’Ona: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. Dati utili si trovano anche nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail.
Continua quindi l’impegno dell’ONA – Osservatorio nazionale amianto a tutela di tutto il personale della Guardia di Finanza a lungo tempo esposto all’amianto. Queste vittime hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e al risarcimento danni, come pure al riconoscimento dello status di vittima del dovere.
Per richiedere una consulenza gratuita i lavoratori e i cittadini possono utilizzare lo sportello on-line, o contattare il numero verde 800 034 294. Per segnalare invece, siti contaminati da amianto, è possibile utilizzare la App, creata dall’Ona.