Si parla sempre più spesso di morti bianche e infortuni sul lavoro, ma mai abbastanza di malattie professionali. Quest’ultime, infatti, hanno subito un significativo incremento nell’ultimo anno. Ciò su cui principalmente bisognerebbe riflettere sono le cause che provocano le infermità, di cui l’amianto sembra essere in cima alla lista.
I numeri delle denunce delle malattie professionali iniziano a spaventare, soprattutto dopo l’improvviso incremento che c’è stato negli ultimi anni. I principali responsabili sarebbero l’amianto e il silice.
Malattie professionali: il riconoscimento dell’INAIL
Il lavoratore che contrae una malattia professionale è tutelato dell’ente INAIL. Infatti, quest’ultimo garantisce al dipendente un’assicurazione in temi di infortuni e di malattie professionali. Tra queste due categorie c’è una netta differenza. L’infortunio, infatti, è riferito a un evento traumatico; invece, la malattia professionale viene contratta durante il decorso dell’attività lavorativa e si protrae nel tempo a causa delle attività esercitate. Essa potrebbe insorgere anche a seguito di lunghe esposizioni che si verificano durante le attività lavorative.
Il tema delle malattie professionali, molto spesso viene sottovalutato, nonostante siano stati fatti parecchi passi avanti nel riconoscimento nelle tabelle pubblicate dall’INAIL. Fondamentale, in questi casi è la tutela legale al fine di ricevere un indennizzo, che spetta di diritto al lavoratore. Tra le denunce fatte negli ultimi anni, un posto di rilievo nella lista dei potenziali artefici dell’insorgenza di patologie professionali è destinato all’amianto e il silice. Si tratta di due sostanze che inalate e manipolate, a lungo termine, potrebbero portare alla comparsa di malattie potenzialmente gravi, che il più delle volte portano al decesso del paziente affetto.
L’importanza dell’assistenza medica e legale
Fondamentale, nel percorso di riconoscimento della malattia professionale è l’assistenza medica e legale, al fine di ricevere un indennizzo per il periodo di esposizione a materiali potenzialmente nocivi. In materia di patologie asbesto correlate, un ruolo di spicco lo ha svolto e continua a svolgerlo l’Osservatorio Nazionale Amianto, di cui l’Avv. Ezio Bonanni ne è Presidente, fornendo addirittura un servizio di assistenza legale gratuito on-line. In questo modo diventa più facile accedere al sistema assicurativo dell’INAIL. Quest’ultimo ha istituito, infatti, un sistema di indennizzo attraverso un primo accertamento tecnico della condizione di rischio e una successiva valutazione medico legale.
Solo a seguito di tutti i dovuti controlli in merito alla storia lavorativa del paziente, o della vittima in questione, e alle esposizioni subite nel corso del periodo in cui ha prestato attività lavorative, si può giungere al calcolo dell’indennizzo spettante. In questo caso, qualora la malattia professionale fosse riconosciuta nella lista I dell’INAIL, il risarcimento viene immediatamente riconosciuto. Se, invece, la patologia non dovesse rientrare nella lista in questione, il percorso legale potrebbe essere più lungo e tortuoso.
Malattie professionali asbesto correlate
Come abbiamo detto già in precedenza, i maggiori responsabili delle malattie professionali denunciate negli ultimi anni sono il silice e l’amianto. Quest’ultimo è causa delle cosiddette patologie asbesto correlate, tra le quali la più aggressiva è il mesotelioma. Nonostante siano passati più di trent’anni dall’uscita della legge che ha messo al bando l’utilizzo dell’amianto, gli effetti dell’esposizione a fibre di asbesto sono ancora visibili sulla salute e sull’ambiente. Infatti, per quanto siano state effettuate molteplici bonifiche negli ultimi anni, ancora in molti edifici sono presenti tracce di questa sostanza pericolosa per l’ambiente e deleteria soprattutto per l’essere umano.
Gli effetti dell’esposizione ad amianto sono visibili solo dopo molto tempo dall’esposizione stessa. Per questo motivo, le conseguenze del largo utilizzo dell’amianto rappresentano ancora oggi un potenziale rischio per la salute umana. La forma più comune con cui si è fatto utilizzo in edilizia dell’asbesto è il fibrocemento, anche chiamato eternit. Si tratta, infatti, di una mistura di cemento e amianto, ancora presente in molti edifici, pubblici e privati.
Tra le malattie professionali più diffuse a seguito di lunghe esposizioni ad amianto, denunciate nel biennio 2017-2019, e in forte crescita negli anni a seguire, ci sono i tumori maligni di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli. È il caso del mesotelioma pleurico, che colpisce il mesotelio della pleura, ossia quel sottile strato, detto anche “foglietto”, che riveste i polmoni e la parete interna del torace. In caso di mesotelioma, i sintomi si manifestano attraverso difficoltà respiratorie, causate dall’accumulo di liquido nella cavità pleurica, detto versamento pleurico. Purtroppo, la manifestazione dei sintomi spesso avviene quando la malattia è già a uno stadio avanzato. Proprio la latenza e la scarsa prevenzione finiscono così per diventare letali per i pazienti affetti.