DI FRONTE A UNA DIAGNOSI DIFFICILE COME QUELLA DEL MESOTELIOMA, LA MEDICINA TRADIZIONALE OFFRE TERAPIE PALLIATIVE PER ALLEVIARE IL DOLORE E MIGLIORARE IL BENESSERE. COME SUPPORTO COMPLEMENTARE NELLE CURE PALLIATIVE, UN NUMERO CRESCENTE DI STUDI E PRATICHE CLINICHE SOTTOLINEA IL RUOLO SIGNIFICATIVO DELLO YOGA. UNA PRATICA, CHE GRAZIE ALLA SUA CAPACITÀ DI AGIRE SIA SUL CORPO SIA SULLA MENTE, SI STA RIVELANDO UNO STRUMENTO PREZIOSO
L’impatto emotivo e psicologico della diagnosi di mesotelioma
Ricevere una diagnosi di mesotelioma è un evento traumatico che va oltre il danno fisico e influisce in maniera significativa anche sulla sfera emotiva e psicologica. La consapevolezza di avere una malattia grave e progressiva, spesso con aspettative di vita limitate, genera uno stato di crisi profonda che mette a dura prova il benessere mentale del paziente. Questa condizione può scatenare una complessa gamma di reazioni emotive, dal rifiuto e la negazione iniziali a un senso di disperazione che può evolvere in ansia profonda, depressione e isolamento sociale.
L’ansia legata alla malattia può diventare costante, alimentata dal timore di peggioramenti improvvisi o dall’insicurezza su come reagirà il corpo ai trattamenti. I pazienti possono sentirsi intrappolati in una spirale di pensieri ossessivi sulla propria salute e sul proprio futuro. Cosa che riduce la loro capacità di concentrarsi su altre attività e interessi. Spesso, la difficoltà di mantenere uno stato d’animo positivo influenza negativamente anche la risposta fisica del corpo alla malattia, poiché lo stress e la tristezza cronici possono indebolire ulteriormente il sistema immunitario, aggravando la fatica e il dolore.
La depressione, che può manifestarsi come conseguenza naturale della diagnosi, è un’altra sfida complessa. Molti pazienti affetti da mesotelioma sperimentano una perdita di speranza, la sensazione che la loro vita sia stata “interrotta” e che ogni progetto o desiderio sia diventato irrealizzabile. Questo sentimento di perdita, spesso accompagnato da difficoltà a trovare significato e scopo nella propria esistenza, può rendere la malattia un’esperienza di profonda solitudine e disconnessione emotiva.
Lo yoga come supporto palliativo e strumento di benessere mentale
Le preoccupazioni finanziarie rappresentano un ulteriore fardello per molti pazienti, specialmente se il trattamento richiede un lungo periodo di assenza dal lavoro o cure costose non completamente coperte dal sistema sanitario. Questo stress economico non solo aumenta il peso della malattia, ma può alimentare anche sensi di colpa o frustrazione, specialmente se il paziente si sente un “carico” per la famiglia.
Infine, il mesotelioma impone un pesante impatto sulle relazioni personali. Le persone care spesso non comprendono appieno l’intensità delle sfide psicologiche che il paziente sta affrontando, e questo può portare a incomprensioni, distanze emotive e difficoltà di comunicazione. Per il paziente, il bisogno di sentirsi compreso e sostenuto diventa vitale, ma l’isolamento emotivo e il timore di essere un “peso” possono frenare l’apertura e la condivisione delle proprie paure.
Per i pazienti che affrontano il mesotelioma, un approccio integrato che comprenda non solo le terapie mediche tradizionali, ma anche interventi olistici, offre un sostegno fondamentale per gestire le complesse sfide psicofisiche della malattia.
Tra le pratiche che possono integrarsi efficacemente nelle cure palliative, lo yoga rappresenta una preziosa risorsa in grado di ristabilire un profondo equilibrio tra corpo e mente, favorire il rilascio delle tensioni accumulate e migliorare la qualità della vita anche in contesti complessi come quello oncologico. A dimostrarlo, studi recenti, secondo cui questa antica disciplina può svolgere un ruolo complementare nella gestione dei sintomi emotivi legati al cancro. Ma in cosa consiste esattamente?
I pilastri dello yoga
Questa antica disciplina, nata in India e diffusa oggi a livello globale, si fonda su tre pilastri essenziali: le posture fisiche (asana), il controllo del respiro (pranayama) e la meditazione (dhyana), ognuno dei quali contribuisce in modo distinto ma complementare al benessere fisico e mentale.
Gli asana, ovvero le posture, offrono un lavoro dolce e profondo sul corpo. Attraverso il movimento consapevole e il mantenimento di posizioni specifiche, le tensioni muscolari si sciolgono gradualmente, favorendo il rilassamento e alleviando il dolore. Questa pratica consente ai pazienti di recuperare una certa flessibilità e leggerezza corporea, spesso compromesse dal mesotelioma e dai suoi trattamenti. Inoltre, il miglioramento della postura e della respirazione, ottenuto attraverso gli asana, aiuta a ottimizzare l’ossigenazione e la circolazione sanguigna. Il che apporta benefici all’intero organismo senza sovraccaricare il corpo.
Il pranayama, o controllo del respiro, si concentra sul ritmo e la profondità dell’inspirazione e dell’espirazione. Questi esercizi respiratori, oltre a calmare il sistema nervoso, aiutano a ridurre l’agitazione interiore, portando la mente e il corpo a uno stato di quiete. La pratica costante del pranayama induce un rallentamento dei battiti cardiaci e una riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress, promuovendo così un rilassamento profondo. Questo processo è particolarmente utile per i pazienti oncologici, che spesso sperimentano livelli elevati di ansia e angoscia.
La meditazione
La meditazione, infine, rappresenta il cuore dello yoga come pratica spirituale e mentale. Attraverso l’allenamento alla concentrazione e alla presenza mentale, i pazienti possono sviluppare una consapevolezza distaccata dai pensieri negativi, dalle paure e dalle preoccupazioni, così da avere una visione serena e lucida della propria condizione.
Per i pazienti affetti da mesotelioma, lo yoga non solo offre sollievo fisico e mentale, ma rappresenta anche un sostegno per il miglioramento della qualità del sonno, spesso compromesso dall’ansia e dal dolore. Il rilassamento profondo derivante dalle pratiche yogiche favorisce un riposo più rigenerante, che è fondamentale per sostenere il corpo e la mente in un percorso complesso come quello delle cure oncologiche.
Raccomandazioni per la pratica dello yoga nei pazienti con mesotelioma
Le principali organizzazioni oncologiche, come l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e la Society for Integrative Oncology (SIO), raccomandano lo yoga come terapia complementare. Tuttavia, è essenziale adattare la pratica alle capacità fisiche e alle restrizioni mediche di ciascun paziente. Tipi di yoga riparativi, come l’Hatha yoga o lo yoga terapeutico, sono spesso suggeriti per la loro natura delicata e rilassante.
L’importanza dell’aspetto psicologico nella gestione del mesotelioma
La visione dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, va oltre la sfera legale: sottolinea spesso come l’approccio globale al mesotelioma e alle altre malattie da amianto debba includere un sostegno psicologico continuo e strutturato.
«Il supporto psicologico è fondamentale per affrontare la sofferenza dei pazienti», afferma il presidente ONA «Non possiamo concentrarci solo sull’aspetto fisico della malattia: è cruciale prendersi cura anche delle ferite emotive che questa patologia lascia. Quando un paziente è in pace con sé stesso, le terapie possono diventare più efficaci», conclude.
Il sostegno psicologico infatti, non solo riduce l’ansia e la depressione, ma consente ai pazienti di affrontare con maggiore serenità le cure, le incertezze e le sfide della malattia. Affrontare il mesotelioma significa quindi considerare ogni aspetto della vita del paziente, poiché un benessere globale e integrato può influire in modo positivo sui risultati delle terapie oncologiche stesse.