Le conseguenze sulla salute umana causate dall’esposizione all’amianto sono ormai ben conosciute. L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, da anni sostengono, attraverso report e ricerche, la correlazione tra l’inalazione delle fibre di amianto e l’insorgere di patologie asbesto correlate. In generale, non vi è una soglia di esposizione al di sotto della quale il rischio di ammalarsi si annulla e i primi sintomi possono verificarsi anche a distanza di cinquant’anni dall’ultima esposizione. La maggior parte delle conseguenze sono riconducibili all’apparato respiratorio e riferite ad esposizioni professionali, ma non solo. Molto spesso, anche parenti e amici delle vittime, inconsciamente, sono stati sottoposti a impatti prolungati, così come coloro che sono stati a contatto con l’amianto in concomitanza con le aree dove era presente.
Amianto: un pericolo per la salute umana
Le origini dell’amianto risalgono all’antichità, quando il materiale, per le sue proprietà, veniva ampiamente dai tempi della Rivoluzione Industriale. Un utilizzo che nel corso degli anni ha portato a una sempre maggiore consapevolezza della sua pericolosità. Tanto che con la Legge 257 del 1992, nel nostro paese, viene proprio l’utilizzo, la commercializzazione, la produzione e la vendita. I rischi causati dall’espiazione all’amianto si riferiscono al rilascio delle fibre killer che portano a una contaminazione del suolo, della falda, dell’aria e dell’ambiente in generale.
Effetti sulla salute umana
Le fibre di amianto, una volta inalate, si depositano nelle zone più profonde dei polmoni e, molte di queste, rimangono all’interno dei bronchi. I macrofagi, che possono essere identificati come “pulitori dell’organismo”, non riescono a eliminarle tutte, di conseguenza le rimanenti possono penetrare in diverse zone del corpo. Il loro accumulo può provocare infiammazione della parte interessata con ispessimento della parete che sfocia in asbestosi. L’asbestosi è una delle patologie causate dall’amianto. Ma, oltre a questa, anche mesotelioma, tumore al polmone, laringe, ovaie, faringe, esofago, stomaco e colon retto sono una conseguenza dell’esposizione. Stesso discorso quando le fibre killer vengono ingerite come nei casi in cui l’amianto è presente nell’acqua potabile. L’organismo cerca di eliminare le sostanze tossiche, ma non sempre ci riesce.
Rischi di un’esposizione prolungata
Come già anticipato, il rischio di sviluppare patologie asbesto correlate non sempre dipendono esclusivamente da impatti prolungati, visto che bastano anche poche fibre, invisibili e prive di odore, a mettere rischio la salute umana. Esiste infatti un’alta incidenza di tumori causati da amianto, anche in caso di esposizioni a basse dosi di fibre. L’unica certezza per salvaguardare la salute umana è quella di non esporsi mai a questa fibra killer, attraverso la bonifica dei siti contaminati. Ovviamente, più l’esposizione è a lungo termine e più le possibilità di contrarre patologie correlate all’amianto aumentano. Il rischio cresce all’aumentare dell’esposizione e, in proporzione, alla quantità di fibre di amianto inalate.
Perché l’amianto è pericoloso
La pericolosità per la salute umana e ambientale è stata scoperta nel 1898 per poi arrivare alla sua messa al bando con la Legge 257 del 1992. Il pericolo di questo minerale deriva dalla sua natura fibrosa che rende frequente la dispersione delle fibre killer causate dallo sfaldamento del materiale. Il deterioramento porta all’usura che poi provoca la liberazione di queste fibre che si disperdono nell’aria e possono essere inalate.