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domenica, Gennaio 26, 2025

La lotta all’amianto e la cooperazione internazionale

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La lotta all’amianto inizia la sua storia negli anni ’90.

La Direttiva della Commissione 1999/77/CE stabilisce il divieto dell’amianto nell’Unione Europea da attuare entro il 2005 in tutti i venticinque Stati membri di allora

Cosa accadeva in Italia: la legge 257/92

Approvata nell’anno 1992 la legge nazionale italiana determinava un’inversione di tendenza rilevante, dato che il nostro Paese ha rappresentato un tassello importante di produzione e utilizzo di amianto in Europa per tutto il XX secolo.

Iniziava così una nuova fase indirizzata, stavolta, oltre che a intervenire in maniera multisettoriale, ad accrescere informazione e consapevolezza dei rischi sulla salute dell’uomo del materiale e avviando una lunga fase, ancora in corso, di sostituzione dell’amianto industriale.

La lotta all’amianto oggi in Italia

Negli ultimi tre decenni, le azioni preventive e gli interventi di sostituzione sono aumentati, compreso il coinvolgimento delle parti interessate. 

L’integrazione delle politiche ambientali e sanitarie a livello nazionale, regionale e locale è stata finora incompleta, a causa di un’ampia gamma di situazioni critiche, tuttavia il processo è in atto in tutto il Paese.

Le comunità esposte all’amianto

Prevenire le patologie associate all’esposizione dell’amianto è diventato uno dei principali obiettivi della cooperazione scientifica italiana (e internazionale) che sposando la visione dell’equità sanitaria, si impegna a contrastare le diseguaglianze sanitarie e che, purtroppo, colpiscono alcune categorie di persone esposte all’amianto in quei Paesi (e non solo) che ancora oggi usano l’asbesto imbracciando così una lunga lotta all’amianto.

La messa al bando dell’amianto e la lotta all’amianto rientrano in un quadro generale di un nuovo approccio alla sanità pubblica per cui l’Italia si impegna a contribuire agli sforzi nazionali di altri Paesi affinché si possa informare e prevenire i danni dell’amianto.

lotta all'amianto
lotta all’amianto

La lotta all’amianto e la cooperazione scientifica

E’ in questo contesto che l’ISS ha costituito una rete di cooperazione scientifica con l’America Latina ancora coinvolta nel processo di produzione del materiale dichiarato dalla comunità scientifica “tossico“, cancerogeno per la salute umana.

L’ultimo decennio è stato spettatore di un forte ampliamento della rete di cooperazione coinvolgendo competenze multidisciplinari con l’obiettivo di sviluppare attività di ricerca, formazione e divulgazione sull’asbesto.

Italia, Brasile, Colombia, Bolivia ed Ecuador al centro di un lungo programma di attività cooperative internazionali, facendo numerose tappe coordinate dalla Società Internazionale di Epidemiologia Ambientale (ISEE) con congressi e convegni in Irlanda (2009), Spagna (2011), Stati Uniti (2014), Brasile (2015) e Italia (2016). 

La lotta all’amianto in questo modo, e grazie al sostegno della comunità scientifica internazionale, si conferma come attore determinante e fondamentale per sostenere gli sforzi nazionali singoli e affrontare insieme gli aspetti più critici dell’amianto.

La cooperazione internazionale, in questo senso, rappresenta un fattore chiave per intraprendere e garantire l’efficacia della lotta all’amianto in ciascun Paese.

Sono ancora numerosi i Paesi in cui si produce e si consuma l’amianto ai danni, così, della salute di una fetta ingente di popolazione mondiale.

Lotta all’amianto: i dati

Stando ad alcuni dati presenti sull’International Journal of Enviromental Research and Public Health, negli ultimi due decenni, nonostante la produzione globale di amianto sia diminuita, parliamo ancora di una produzione globale che si aggira intorno ai 2.000.000 di tonnellate all’anno estratte dalle industrie multinazionali e nazionali dell’amianto.

 Il commercio internazionale delle fibre di amianto crisotilo e dei prodotti contenenti amianto non è stato ancora regolamentato, nonostante l’evidenza scientifica della cancerogenicità dell’amianto per l’uomo dimostrata e valutata dalle monografie IARC per diversi decenni.

Un approccio efficace alla salute pubblica richiede quindi un quadro politico multisettoriale che promuova la sostenibilità della produzione industriale e del consumo di sostituti dell’amianto, nonché la riduzione dell’uso di sostanze chimiche pericolose, per difendere la salute pubblica e la protezione dell’ambiente, in accordo con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 per lo sviluppo delle Nazioni Unite.

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