L’Italia con la percentuale altissima del 98% degli oli usati raccolti e rigenerati, si colloca in testa ai Paesi europei che si dimostrano maggiormente attivi per la questione riciclaggio degli oli minerali usati.
È una percentuale importante. Infatti, dimostra di essere vicini all’obiettivo finale del 100% che, di questo passo, sarà perseguito in brevissimo tempo.
A confermare questi dati è il Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati (CONOU). Attraverso il rilasciato di informazioni nel corso dell’ Earth Day o Giornata della terra. Di cui abbiamo già parlato in un’altro precedente articolo.
La manifestazione dedicata al rispetto e alla salvaguardia per il pianeta, si è tenuta a Roma e il CONOU per la prima volta vi ha preso parte come uno dei partners principali.
Tra i vari dati e le informazioni rilasciate, a destare attenzione è quello che riguarda il peso complessivo degli oli usati raccolti e rigenerati. Difatti, nel 2017 sono state raccolte 182.252 tonnellate di olio lubrificante usato, da lavorare e riutilizzare.
Gli italiani? Primi al mondo in olio usato
Una cifra veramente sorprendente che rispetto a quella dell’anno precedente presenta ben 5mila tonnelate in più. Numeri che possono fare la differenza per l’ambiente, basta pensare che 5mila t. avrebbero potuto inquinare una superficie pari a 25 volte il Lago di Garda.
«Il deciso aumento dei quantitativi di raccolta, unito a una qualità che si mantiene alta consentendo una percentuale di rigenerazione vicina al 100% – ha dichiarato Paolo Tomasi, presidente del CONOU, cercando di sottolineare l’importanza degli obiettivi raggiunti – testimoniano i vantaggi della circular economy degli oli minerali usati gestiti dal Consorzio.
Il 2017 è stato un anno fondamentale nel quale abbiamo cambiato il nome e l’organizzazione interna, con l’obbiettivo di rendere ancora più forti il progetto, l’innovazione e il gioco di squadra.
Siamo convinti di aver creato le premesse utili per continuare a far crescere la nostra filiera e per incrementare ulteriormente le performance: i primi risultati ci danno ragione ed evidenziano che siamo sulla buona strada».
L’Italia si mostra un Paese sensibile che ha captato la gravità della problematica inquinamento.
Tuttavia, abbiamo la triste consapevolezza che gli oli usati non risultano gli unici agenti inquinanti del pianeta. Difatti, speriamo che gli italiani si dimostrino attivi anche sotto altri punti di vista.
Magari con una maggiore accuratezza della raccolta differenziata in tutte le città, evitando lo spreco di carta, plastica e limitando anche l’uso dell’acqua potabile che come ben sappiamo rappresenta un tallone di Achille della società moderna.