Debora Serracchiani, presidente del gruppo Pd alla Camera. Qualche giorno fa ha partecipato al convegno organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto: “Amianto a Trieste: profili sanitari e risarcitori”. È stata presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e conosce bene il fenomeno che fa ancora migliaia di vittime l’anno in Italia, come confermato dal VII Rapporto ReNaM.
Cos’è stato fatto in Fvg per arginare il problema? La regione può essere presa ad esempio nella sua azione di lotta all’amianto anche nel resto della Penisola?
“Noi abbiamo realizzato il Centro regionale unico di riferimento per l’amianto (Crua), presso l’ospedale di Monfalcone, nel cuore delle vicende amianto, in particolare per la cantieristica navale. È molto importante perché i pazienti hanno un punto di riferimento regionale, una tessera con cui possono accedere alle prestazioni sanitarie e agli accertamenti più importanti. Essendo un centro regionale ha un’esperienza radicata, per esempio il Dott. Barbina da anni si occupa di ambiente, sicurezza sul lavoro, e degli effetti drammatici dell’amianto, hanno un luogo in cui possono essere seguiti con grande attenzione.
“Rafforzare il centro regionale amianto”
Negli ultimi anni purtroppo non ha continuato a crescere – ha continuato Serracchiani – andrebbe rafforzato con professionisti e luoghi adatti alle persone. Anche perché sappiamo che le patologie asbesto correlate possono manifestarsi anche dopo decenni, possono colpire anche i familiari e quindi è necessario un rafforzamento. L’incontro a Trieste (voluto dal presidene dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni, ndr), è stato proprio lo spunto per appellarmi alla Regione in questo senso”.
Passiamo alla politica internazionale subito, visto che la minaccia guerra incombe sempre di più sull’Europa. Come si sta muovendo il Governo e cosa dobbiamo aspettarci?
“Intanto va condannata dal nostro governo l’aggressione della Russia all’Ucraina, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. La posizione dell’Italia non può cambiare ed infatti è stata riconfermata anche dalla Meloni. Si va avanti fornendo l’assistenza necessaria, ma anche trovando il modo di facilitare le trattative che possano determinare il cessate il fuoco e il rispetto delle condizioni non solo dell’Ucraina, ma di tutta quell’area”.
A due mesi dalle elezioni le chiedo un giudizio sul governo Meloni.
“Il giudizio lo posso dare – ha detto il presidente del gruppo Partito democratico alla Camera – sulla base della manovra di bilancio appena varata.
Serracchiani: “Manovra di bilancio sbagliata e iniqua”
La riteniamo sbagliata e iniqua. Si fa cassa sulle pensioni degli operai. Non solo non viene abolita la legge Fornero, ma per fare la quota 103, con 62 anni d’età e 41 di contributi, i soldi verranno presi agli operai che hanno una pensione di 1500 euro netti. Si tratta di operai specializzati, che hanno lavorato tutta una vita, che hanno sostenuto turni massacranti, ai quali verrà decurtata la rivalutazione, oltre 1000 euro l’anno.
“Cancellato reddito di cittadinanza senza trovare alternative”
Iniquo anche il fatto di cancellare il reddito di cittadinanza per chi ha ancora bisogno, senza prevedere misure alternative e senza politiche attive del lavoro. Il governo non è riuscito ad alzare gli stipendi, tagliando il cuneo fiscale. Le risorse, invece di accontentare un po’ tutti i partiti dando qualcosa di meno di quanto chiesto in campagna elettorale (una piccola flax tax, un piccolo condono per esempio), dovevano confluire interamente sul cuneo fiscale per l’aumento degli stipendi. Non sono state mantenute neanche le promesse della campagna elettorale, come quella del disaccoppiamento dell’energia prodotta dal gas da quelle rinnovabili”.
Quali sono le priorità per il Paese e il Governo le sta affrontando?
“La priorità in questo momento è affrontare il caro energia: non basta il credito di imposta serve liquidità. Si riduce il Super bonus – ha spiegato – ma non si risponde alle richieste di famiglie imprese: non si scioglie il nodo dell’incagliamento del Super bonus relativo alla tipologia di lavori che vi rientrino o meno, e dall’altra parte il taglio del costo del lavoro. Vengono effettuati alcuni interventi chirurgici: Super bonus, pensioni, reddito di cittadinanza, ma non c’è il taglio del costo del lavoro e quota parte del lavoro autonomo”.
Più volte in passato ha aspramente criticato i vertici del Pd per essere distanti dagli elettori, dai cittadini. Anche questa volta è mancato il contatto?
“Sono state elezioni difficili, non siamo riusciti a tenere insieme la coalizione – ha ammesso Serracchiani – rispetto a una destra almeno all’apparenza più unita.
Serracchiani sul Pd: “Ci rigenereremo”
Abbiamo riconosciuto la sconfitta, ora andiamo avanti, affrontiamo il congresso e ci rigenereremo: questo è l’obiettivo che ci siamo posti. Dobbiamo riconquistare lo spazio politico cercando di recuperare categorie e fasce di popolazione ancora distanti come operai e fragili”.
Su cosa si concentrerà il Partito democratico?
“Sicuramente oltre a quanto già detto anche sulla proposta di legge dell’autonomia differenziata della Lega di Calderoli che rischia di dividere il Paese. Metterebbe in difficoltà le Regioni che fanno ancora fatica a spendere i soldi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), e che già hanno un gap, una distanza con l’Europa e una parte dell’Italia. Bisogna lavorare – ha concluso Debora Serracchiani – perché questo non accada”.
La proposta prevede un percorso di decentramento di diverse competenze, oggi attribuite alla potestà concorrente tra Stato e territorio. Tra queste: salute, lavoro, ambiente e istruzione. Non fissa i Lep: i livelli essenziali di prestazioni che dovrebbero essere rispettati in tutto il Paese per ogni materia. Anche per questo è al centro di un acceso dibattito.