Incendio a Caivano: tra le fiamme anche rifiuti di amianto
Divampano roghi di fiamme tossiche a Caivano, una piccola cittadina situata in provincia di Napoli, dove in apparenza tutto sembra rispettare un normale equilibrio.
Il piccolo centro urbano è caratterizzato dai paesaggi tipici del sud Italia. Ovvero, una piazzetta con il circolo nel quale è ancora possibile vedere le persone più avanti con l’età intraprendere le loro partite a carte e i bambini giocare nei campetti di pallone.
Ma l’immagine quasi pittoresca di una città che nonostante i numerosi problemi continua a combattere per i più giovani, i più piccoli, è stata devastata negli scorsi giorni da un’enorme nube nera che si è sollevata proprio tra lo stupore e la preoccupazione dei cittadini.
Amianto e altri cancerogeni bruciati al rogo
È divampato infatti un pericoloso incendio all’interno di un’azienda di recupero e trattamento rifiuti.
Sono andati in fiamme tonnellate di pattume di ogni genere. Inoltre, l’episodio non ha fatto altro che peggiorare la già difficile situazione in zona.
Difatti l’intera area è famosa ormai in tutto il mondo con il nome di terra dei fuochi. A causa proprio della pessima condotta della criminalità organizzata e di alcuni esponenti politici dei tempi passati.
Gli stessi che hanno avvelenato il territorio sotterrando rifiuti tossici provenienti da paesi esteri, il tutto naturalmente nella più totale illegalità.
Ed è così che la popolazione di Caivano e dei paesi limitrofi muore ogni giorno, a causa dell’aria che respira, dell’acqua che beve e del terreno su cui cammina.
Il suolo è imbottito di sostanze cancerogene come: amianto, fanghi tossici, coloranti, piombo, cadmio e qualcuno afferma addirittura la presenza di scorie nucleari.
Da Caivano a Lentini, perché il parallelismo?
Non è il primo caso sul quale abbiamo deciso di puntare l’attenzione. Una situazione analoga si è presentata anche a Lentini in Sicilia.
Regione tra le più esposte al rischio amianto, nell’incendio scoppiato in Sicilia infatti sono state date a fuoco tonnellate di amianto che hanno aumentato ulteriormente per la popolazione locale il rischio di contrarre patologie asbesto correlate.
Episodi di questo genere possono avere conseguenze gravissime sul territorioò. Il problema non si minimizza al singolo fastidio del fumo e dei cattivi odori.
Infatti l’aspetto più grave è celato proprio in quei fumi tossici che possono favorire l’insorgenza di: mesotelioma, mesotelioma peritoneale, cancro ai polmoni, tumore al colon, tumore alla laringe e cancro alla faringe.
Sono ancora molti i punti interrogativi posti in questa vicenda, ad esempio non sono ancora state chiarite le dinamiche precise dell’incendio e nemmeno l’origine è ancora chiara anche se attualmente l’ipotesi maggiormente accreditata è quella di incendio doloso.
Restiamo in attesa delle indagini della Procura
È stato aperto un fascicolo alla Procura di Napoli Nord e le indagini proseguono senza sosta.
Tuttavia risulta per le autorità davvero complicato trarre conclusioni certe. Purtroppo gli elementi da giudicare sono pochi a causa della grossa mole dell’incendio. Il rogo con la sua forza irruenta ha sicuramente cancellato prova di qualsiasi tipo di meccanismo o innesto che avrebbe generato le fiamme.
Tra lo sconforto di un paese messo in ginocchio dal cancro e da sogni infranti, si cerca almeno un barlume di speranza negli occhi dei presenti.
Missione difficile anche questa vista la situazione ma il cambiamento potrebbe essere ad un passo dal compimento, basta crederci, basta volerlo.
I servizi di assistenza ONA Osservatorio
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni ti tutelano e assistono gratuitamente.
Per accedere ai servizi gratuiti dell’associazione, basta consultare la pagina dei servizi di tutela legale e assistenza medica, oppure chiamare il numero gratuito 800 034 294.