È stata approvata dai Paesi dell’Unione Europea la proposta della Commissione di introdurre il divieto di utilizzo all’aperto di 3 pesticidi molto nocivi. Arriva quindi una buona notizia per gli amanti dell’ambiente e non solo.
I tre pesticidi in questione sono: imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, più comunemente chiamati neonicotinoidi.
L’approvazione di tale proposta di legge è sicuramente un passo decisivo verso la realizzazione di un ambiente più sano e sicuro in cui vivere. C’è da precisare però che non tutti i Paesi dell’Unione Europea hanno aderito a tale iniziativa.
I primi Paesi a schierarsi dalla parte della proposta di messa al bando dei neonicotinoidi sono: Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Questi sono sicuri del fatto che a lungo andare la presenza di pesticidi tanto aggressivi possano danneggiare in maniera permanente l’ecosistema e la salute.
Mentre si sono opposti: Romania, Repubblica Ceca, Danimarca e Ungheria. Il motivo di un’opposizione così netta risiede, secondo i Paesi stessi, negli effetti negativi che il divieto potrebbe avere sull’agricoltura e quindi anche sull’aspetto economico della questione.
Alcuni Paesi invece hanno deciso di non esporsi dinnanzi alla problematica. Parliamo di: Belgio, Bulgaria, Croazia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Finlandia.
Pesticidi neonicotinoidi sono dannosi per l’ambiente
I neonicotinoidi sono pesticidi altamente nocivi, soprattutto per alcune specie di animali.
È dimostrato che l’uso dei neonicotinoidi, oltre a recare danni fisiologici a insetti come api e altri impollinatori, può addirittura influire sul loro normale comportamento. Infatti ne disorienta i sensi e causa addirittura l’incapacità di ritornare nell’alveare.
Il problema non sembra però richiedere una posizione solo dal punto di vista umano, i danni causati agli insetti e altri esseri viventi da questi agenti chimici si riflettono inevitabilmente anche sul restante ecosistema.
Quasi il 90% di tutte le piante con fiore sopravvivono grazie al processo di impollinazione. L’80 % di 1.400 piante che nel mondo producono cibo e prodotti dell’industria richiede l’impollinazione, da parte non solo di api, ma anche da altre specie di insetti come: vespe, farfalle, falene, coleotteri, uccelli, pipistrelli e altri vertebrati.
Guardando nel dettaglio i neonicotinoidi possiamo apprendere che il clothianidin risulta altamente inquinante in quanto resta nel suolo fra i 148 e i 6900 giorni, rischiando di avvelenare così anche le falde acquifere sottostanti e causando inquinamento.
Invece l’imidacloprid può essere assorbito anche dai raccolti successivi ai trattamenti, fino a due anni dopo il suo impiego. Resta perciò presente nel polline e nel nettare di fiori non trattati, rappresentando un rischio per gli insetti impollinatori che vivono allo stato brado.
Ricordiamo però che il provvedimento preso dai Paesi dell’Unione Europea limita l’uso di soli tre pesticidi ma per poter arginare la problematica occorre un’azione più concreta che vieti l’uso totale di sostanze così tossiche. Sono avviate da più associazioni notevoli iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento. Una di queste è stata lanciata da WWF e prende il nome di Campagna BeeSafe.