Editoriale a cura di Ruggero Alcanterini già direttore de “L’Eco Del Litorale”
Viviamo ormai di realtà virtuale, magari esageratamente aumentata. Non ci vogliamo arrendere, rassegnare ed accettare quella che è purtroppo la banale se non triste realtà reale: bassi piuttosto che alti, grassi piuttosto che magri, brutti, piuttosto che belli, vecchi piuttosto che giovani, poveri piuttosto che ricchi, ma soprattutto fragili piuttosto che infrangibili.
Adesso che ci piomba addosso la seconda onda di ritorno del virus COVID 19. Recuperando a pieno titolo anche il numero 20, ancora qualcuno discute sulla esistenza se non della pericolosità di questa ennesima pandemia, che affligge l’umanità, come capitò addietro nel tempo con bilanci ben più pesanti.
La seconda ondata: i precedenti storici
Torno a ricordare che la “Spagnola” del 1918/20. Manifestò tutta la sua perfidia proprio nella seconda tornata, quella tra l’autunno del 1918 e la primavera del 19. Fu un autentico massacro, favorito dalla scelta di nasconderne la pericolosità da parte dei governi, stante la preoccupazione per la stabilità sociale e dell’economia, già minate dalla Guerra Mondiale. Se ne andarono davvero in tanti ovunque nel mondo, sembra per un totale stimato in cento milioni di persone.
Lo scempio virale cessò d’incanto nel maggio per riprendere con un terzo giro, in forma tenue, qualche mese dopo, sino a cessare nel 1920. Tutto accadde in assenza totale di vaccini, come adesso, ma anche senza gli ausili ora disponibili. Dunque, siamo avvertiti dalla storia. L’unica forma di salvaguardia, in assenza della difesa vaccinale o della difesa immunitaria naturale che, come per il passato, verrà, l’unica cosa che si può raccomandare è l’assoluta prudenza.
Inoltre, ci sarebbe da capire cosa ancora impedisce l’uso semplificato del cervello. Perché in piena emergenza ci si ostina a creare orpelli ed appellarsi alla forma, anziché alla sostanza.
Di BONUS in MES, si rischia di perdere il trend della prevenzione e pure quello del soccorso. Ed infine, occhio ed orecchio al campanello d’allarme, perché il virus, si sa, attacca sempre due volte.