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martedì, Settembre 10, 2024

Il problema delle discariche di amianto

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Anche il Parlamento Europeo è d’accordo sulla pericolosità dell’amianto per la salute umana e ambientale. L’Osservatorio Nazionale Amianto, da anni, si schiera al fianco delle vittime di questo materiale fibroso cancerogeno, che sono stati esposti, in maniera diretta e indiretta a queste fibre killer. Tra abitazioni, scuole, luoghi di lavoro e ospedali, sono ancora molti i siti contaminati e, secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, si stima che ogni anno muoiano circa 80 mila persone a causa di patologie asbesto correlate. Solo nel 2020, lo stesso Osservatorio Nazionale Amianto, parla di 7 mila decessi per patologie legate all’esposizione di fibre. Dati preoccupanti, ma assolutamente in linea con i quasi 51 mila edifici pubblici presenti nel nostro paese, ancora contenenti amianto.

Una vera e propria emergenza che trova risposta nella mancanza di una bonifica veloce e definitiva, casuata anche dalla difficoltà nell’avere una mappatura di tutti i siti contaminati. Ma, non solo, tra le cause, ingiustificabili, di questa “non priorità”, troviamo il lungo iter per determinare la presenza di amianto in un luogo, i costi alti legati ai processi di estrazione, così come la carenza di personale competente. Ma, tra i problemi principali emerge quello della carenza di discariche idonee nello smaltimento dei rifiuti contenenti amianto.


È emergenza gestione dei rifiuti di amianto in Italia

La Legge 257 del 1992 stabilisce il divieto di utilizzo, produzione e commercializzazione dell’amianto, ma non obbliga alla bonifica dei siti contaminati. Dunque, ecco perchè in Italia, a distanza di 31 anni, si continua a morire per l’amianto. E, se non si corre subito ai ripari, questa strage silenziosa non troverà mai fine. L’unica soluzione a questa emergenza è la bonifica, cioè la rimozione e lo smlatimento dell’amianto in discarica specializzate. Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale “nel 2015, in Italia, sono stati prodotti 369 tonnellate di rifiuti contenenti amianto: di questi 227 mila tonnellate sono stati smaltiti in discarica, mentre 145 mila tonnellate sono state esportate nelle miniere dismesse della Germania”, un’opzione non più legale.

Il problema della carenza delle discariche per l’amianto

Gli impatti delle discariche carenti idonee allo smaltimento dell’amianto sono il problema principale di questa strage che sembra non trovare una soluzione e, soprattutto, non rientrare tra le priorità. Ma, è proprio l’esiguo numero di discariche che porta dietro di se la scia di altre problematiche, come i costi legati allo smaltimento e i tempi della rimozione.

Quante sono le discariche per smaltire l’amianto

In Italia sono solo 8 le regioni dotate di impianti specifici per l’amianto, di cui 18 in totale. Ma, anche questi sono quasi pieni.

Anche le discariche a cielo aperto sono un problema serio

Proprio alla luce della mancanza di discriche idonee per lo smaltimento dell’amianto e i costi legati alla rimozione, aumentano sempre di più le discariche a cielo aperto, cioè rifiuti speciali e rifiuti contenenti amianto abbandonati lungo le strade e sotto i ponti, senza rendersi conto del grave pericolo che possono provocare alla salute dell’ambiente e dei cittadini. Rifiuti pericolosissimi, che in molti casi si pensa anche di bruciare per eliminarli, senza sapere che questi roghi tossici comportano la dispersione nell’aria di queste fibre killer. Il connubio aria e amianto aumenta il rischio per la salute. E, non solo, ciò che resta bruciato sul terreno, vi penetra internamente, danneggiando il suolo e la falda.

Importante creare una mappatura dell’amianto

E’ quello che sta facendo, da anni, l’Osservatorio Nazionale Amianto, e il suo presidente, Avvocato Ezio Bonanni, mettendo a disposizione dei cittadini tutti gli strumenti per segnalare eventuale presenza di amianto nelle zone d’Italia. Dall’App Amianto alla piattaforma ONA Guardia Nazionale.

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