Si terrà venerdì 17 febbraio, a Roma, in Campidoglio, il convegno “Guerra e pace: vittime del dovere”. Amianto, uranio, metalli pesanti, vaccini. Quali diritti per le vittime? Questi sono i temi dell’incontro, organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto, per la tutela del lavoro nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza.
“Guerra e pace: vittime del dovere”. Non è il titolo del romanzo di Lev Tolstoj: è una storia di amianto, uranio impoverito, di morte, sangue, lutti e tragedie. E’ questa la storia di uomini e donne, delle loro sofferenze e di quelle delle loro famiglie. Uomini e donne che si sono affidati allo Stato, e hanno ricevuto malattie e morte. Non più la guerra, ma soprattutto non più le vittime della pace.
Guerra e pace, amianto, uranio e altri rischi
I lavori di “Guerra e pace: vittime del dovere” inizieranno alle 9.30 nella sala Laudato si’ e si protrarranno fino alle 12.30. Non siamo nell’Europa napoleonica e nella Russia zarista, eppure la storia dell’amianto, dei proiettili all’uranio impoverito, dei vaccini contaminati è un bollettino di guerra. Questa è la storia di una epopea dei tempi moderni. L’ONA rende pubbliche le vicende tragiche e drammatiche dei nostri militari in Patria e all’estero. Ma non solo. E’ la storia di diritti negati, anzi della vita umana e della dignità calpestate.
E’ il segno di una ribellione civile, non violenta, intima, del Col. Carlo Calcagni, come di Antonio Dal Cin, ma anche la storia di Nicola Panei.
Uomini delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza che si sono sacrificati, o meglio sono stati sacrificati. E’ la storia della non curanza, dello sfregio alla dignità della persona umana: questa è anche la storia della Marina Militare Italiana e dei tanti morti per amianto.
Guerra e pace: vittime dell’amianto e del dovere
Nella sala Laudato si’ del Campidoglio, dove si respira l’aura di santità di Papa Francesco, prenderanno vita gli spiriti e queste anime. Una sorta di congiunzione, sul tema anche giuridico della tutela dei diritti.
La tutela non è quella del risarcimento del danno, o delle prestazioni previdenziali, per le quali molte volte il Ministero nega il riconoscimento. Tutelare vuol dire rispettare la costituzione che identifica nella salute il diritto fondamentale dell’essere umano. Eppure non è stato così per i nostri militari, in Patria e nelle missioni.
Lo testimoniano, purtroppo, migliaia e migliaia di decessi, non solo per malattie asbesto correlate. I nostri uomini, penso anche al M.llo Cesini, elicotterista deceduto dopo voli radenti in ex Jugoslavia come in Medio Oriente, esposto a radiazioni mortali.
Ma non solo. Penso a Mara Sabbioni che ha perso il padre ancora giovane, quando lei stessa era ancora studentessa. Questa storia le ha segnato la vita, a lei, al fratello e alla madre. Nel cappello dell’uniforme i sanitari della ASL di Viterbo (Centro Regionale Amianto), hanno trovato le fibre di amianto. Questo a distanza di 30 anni.
Paola Maria Santospirito: il sacrificio delle mogli
E’ la storia di quando, lavando le tute dei loro uomini (fino a qualche anno fa era precluso il servizio militare alle donne), ci si ammala. Ma prima ci si contamina. Se si vince contro il cancro (è la storia di Paola), poi si rimane contaminati. Di più, si riceve in regalo anche l’asbestosi (è ancora la storia di Paola).
Ma non solo, il marito, luogotenente della Marina Militare, in servizio sulla Vittorio Veneto, oltre a portare a casa l’amianto e le radiazioni, si ammala.
E’ la storia di Leonardoantonio Mastrovito: è il marito di Paola, hanno due figli. Si ammala prima la moglie di cancro al seno, poi lui di asbestosi, poi di cancro. In seguito, la Marina Militare riconoscerà solo l’asbestosi. Ci vuole quindi il Consiglio di Stato che condanna la Marina Militare al riconoscimento anche del cancro.
Paola Maria Santospirito: nessun diritto per le mogli
E’ quello che sostiene il Tribunale di Taranto. L’art. 143 del codice civile, secondo il togato tarantino, impone alla moglie il lavaggio delle tute. Questo rientra negli obblighi matrimoniali e quindi nessun diritto previdenziale per Paola!
“Ma come è possibile -dice Paola- che il Giudice del lavoro neghi dignità alle mogli, ma anche alle compagne?”
Questo dopo che il Tribunale di Taranto ha avviato l’inchiesta proprio sulla contaminazione e sui rischi a Taranto, per la Vittorio Veneto. Era la nostra nave ammiraglia, con le bandiere al vento. Dettava i tempi della nostra squadra navale. Sono lontani i tempi delle gesta eroiche della nostra Marina Militare. Siamo in tempo di pace, eppure l’amianto ha provocato più morti delle guerre di indipendenza.
Carlo Calcagni: la storia del ‘Colonnello’
E’ il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano. Impiegato in missione in terra balcanica, con il suo elicottero, è intervenuto nei luoghi contaminati, con nanoparticelle di metalli pesanti e radiazioni. E’ il risultato dell’uso massiccio di proiettili all’uranio impoverito, ma anche di vaccini somministrati senza criteri. Ma non solo. Vaccini contaminati da metalli pesanti e con additivi.
E’ la storia anche di chi resiste. Di resilienza, e di chi combatte per la sua dignità e per quella dei commilitoni, anche quelli ormai deceduti. Calcagni è chiamato a rievocare la memoria dei commilitoni defunti.
Renata Tiraferri Roffeni: l’orfana combatte per la giustizia
Renata è rimasta orfana poco più che maggiorenne, si stava avviando alla professione di commercialista. Era ed è una donna brillante, intelligente, e si è costruita da sola. Amava il padre, che era il suo punto di riferimento.
Poco più che 55enne, Giovanni cominciò ad accusare delle fitte. Che cosa può essere? Dopo tanti accertamenti, odissee tra un ospedale e l’altro, una doccia gelata: la diagnosi del mesotelioma. E’ il terribile cancro dell’amianto, il killer che purtroppo non perdona, e che è stato utilizzato dalle Forze Armate italiane. Non solo nelle navi, ma nei mezzi di ogni genere, compresi quelli corrazzati.
Giovanni ha prestato servizio in vecchi sommergibili acquistati dagli Stati Uniti, che li avevano utilizzati nella guerra del Pacifico. L’Italia è stata riarmata dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale, con il naviglio scartato dagli USA. Aveva l’amianto e quindi gli USA hanno pensato bene di sbarazzarsene. La storia si è ripetuta recentemente con la Vittorio Veneto. E’ la Marina Italiana che ha ceduto la sua ammiraglia alla Turchia. Dentro, stipate tonnellate e tonnellate di amianto. Ora è dismessa perchè neanche la Turchia l’ha più voluta.
Renata chiede giustizia: lo Stato condannato
Sentenze e sentenze di condanna. La Marina riconosce vittima del dovere il povero sommergibilista Giovanni Tiraferri Roffeni, morto non ancora 60enne, dopo 5 anni di atroci sofferenze. Sì perchè Giovanni ha resistito. E’ stato operato, il cancro gli è stato tolto. Ma la bestia, così definisco il mesotelioma, è ricomparso, si è esteso in tutto il suo corpo. Lo ha consumato. Lo ha ucciso.
Lo Stato italiano? E la Marina Militare? E le Istituzioni? Dov’erano? Cosa hanno fatto?
Nulla.
Hanno riconosciuto Giovanni vittima del dovere. Si tratta di una vera e propria finzione giuridica, perchè questi morti non sono vittime del dovere, ma vittime del reato.
Quindi non più soltanto Carabinieri, Polizia e Forze dell’Ordine, uccisi da delinquenti più o meno organizzati. Ora abbiamo una nuova categoria di uomini e donne uccisi dall’amianto, dall’uranio, dalla violazione dei diritti.
Renata combatte ora perchè essendo orfana non a carico -nel frattempo aveva iniziato a lavorare anche per le difficoltà economiche della famiglia- non è riconosciuta. Ma come? Ha perso il padre per l’incuria, il menefreghismo, e ora lei non è riconosciuta, mentre il fratello sì.
Siamo in attesa dell’esito del giudizio della Cassazione, dopo le vittorie in primo e secondo grado. Intanto il Tribunale di Roma ha condannato al risarcimento, ma il Ministero non versa l’importo. “Siamo lo Stato e siamo liberi di non eseguire le sentenze, sono carta straccia”. Questo è il senso della volontà di non eseguire le sentenze di condanna. Solo alcuni hanno ricevuto gli importi.
Dal Cin: finanziere, eroe della lotta contro l’amianto
Il finanziere scelto Antonio Dal Cin, comandato di sorvegliare i convogli ferroviari. Aveva la sua divisa fiammante, con le stellette, il giovane Antonio. Comandato in nord Italia dopo il sequestro di questi carri, perchè imbottiti di amianto. Antonio aveva l’ordine di non far avvicinare nessuno ai carri, per evitare danni alla salute di terzi.
Secondo chi ha impartito l’ordine era proprio la sua uniforme a renderlo un uomo invincibile alle fibre.
Nec Recisa Recedit. Questo è il motto della Guardia di Finanza. Uno dei corpi che ci invidiano in tutto il mondo. Uomini e donne di elevata professionalità ed efficacia nella lotta all’evasione fiscale.
Questi uomini sono impiegati anche contro il crimine ambientale, che spesso si lega al riciclaggio. Quindi un corpo specializzato.
Antonio, si ammala di asbestosi. Ma come è possibile che un militare della Guardia di Finanza possa contrarre l’asbestosi? Il risultato è subito detto, e l’arcano svelato. Causa di servizio. Congedo a poco più di 40 anni. Ma il grado invalidante è riconosciuto al 5%!
“Ma come è possibile il 5%?”, dice Antonio. E così si deve pronunciare il Tribunale di Latina che dopo anni condanna l’Amministrazione. Intanto Antonio, per quasi 10 anni, è stato costretto alla fame. La sua pensione era calibrata sulla sua giovane età. Senza la speciale elargizione, senza lo speciale assegno vitalizio, senza l’assegno vitalizio mensile, e senza risarcimento. In più impossibilitato a lavorare per la grave malattia mortale che lo afflige.
Comunque riformato dalla Forza Armata.
Lorenzo Motta: la storia di chi ce l’ha fatta
Lorenzo era un Sottoufficiale della Marina Militare. Rientrato da alcune missioni all’estero, ha ricevuto la diagnosi di cancro. Ma non solo. Gravi lesioni della sua salute.
Ha vinto la sua battaglia per la vita. Il fronte giudiziario, a distanza di più di 10 anni è ancora attivo, perchè la Marina Militare resiste. Il motto è negare le loro responsabilità!
Così perfino il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 837/2016, ha condannato a riconoscere i suoi diritti. Eppure lo Stato non esegue la sentenza. Siamo ancora impegnati in questa questione giudiziaria, ma per fortuna Lorenzo ce l’ha fatta, è ancora tra di noi.
Guerra e pace: ONA e tutela dei diritti
L’obiettivo dell’Ona è quello di contrastare una volta per tutte chi nega il nesso causale tra esposizione a i diversi cancerogeni e malattie spesso purtroppo mortali. Come anche di eliminare le differenze tra le vittime del dovere e le vittime del terrorismo.
Il Ministero della Difesa continua a negare i riconoscimenti, anche davanti a studi che continuano a confermare la correlazione tra uranio impoverito, metalli pesanti e amianto con le patologie di tanti militari, che sono simili a quelle delle popolazioni che vivono nei teatri di guerra.
Un tema ancora più attuale dopo che la guerra è tornata, nostro malgrado, in Europa. Oggi, però, non possiamo più chiudere gli occh davanti ai rischi che si corrono nelle xone del conflitto, ma anche nei luoghi in Italia destinati alle esercitazioni. I militari vanno informati e protetti per quanto possibile, senza nascondere gli ulteriori pericoli che si incontrano durante le missioni. Se è necessario risarcire chi si è già ammalato, è ancora più importante non commettere gli stessi errori del passato.
Guerra e pace: convegno in Campidoglio, ospiti ed esperti
All’incontro interverrò con il colonnello dell’Esercito Carlo Calcagni, che porta avanti ogni giorno la sua battaglia contro 24 metalli pesanti presenti nel suo organismo dopo aver partecipato ai conflitti in Bosnia Erzegovina. E ancora il Dott. Pasquale Montilla, che ha in cura, oltre a Calcagni, tanti altri militari contaminati. L’architetto e generale dei carabinieri Giampiero Cardillo. E ancora il giudice di Cassazione, Nicola De Marinis. Che farà il punto sulle ultime sentenze che confermano il diritto delle vittime del dovere al risarcimento per i danni subiti.
Il dibattito sarà sostenuto dagli interventi del professore di Diritto del Lavoro, Fabrizio Proietti. E dal presidente del Comitato nazionale Fair Play, Ruggero Alcanterini.
L’ingresso è gratuito. Chi non potrà recarsi personalmente al convegno potrà, lo stesso, seguire la diretta sul canale Facebook dell’Ona, al link https://fb.me/e/4nYuNLYgK.