Una global tax sulle emissioni di gas serra e utilizzo di combustibili fossili. E’ la proposta dei paesi vulnerabili all’Assemblea generale dell’Onu, che impiegherebbero poi quelle somme per i danni subiti a causa del cambiamento climatico.
I Paesi che più stanno pagando le conseguenze della crisi climatica, come inondizioni, ondate di calore, siccità, chiedono un risarcimento per evitare di pagare come sempre per il benessere di pochi Paesi ricchi.
Global tax, il fondo “Loss and damage”
Il quotidiano britannico Guardian che ha diffuso la notizia, ha potuto vedere il documento. La proposta è aperta, il fondo “loss and damage” potrebbe essere finanziato dai paesi più ricchi in diversi modi. La tassa potrebbe essere prevista sulle emissioni di anidride carbonica, oppure sul numero dei viaggi aerei (altamente inquinanti), sul carburante delle navi, sull’estrazione di combustibili fossili, oppure ancora sulle transazione finanziarie.
Global tax, la proposta non è nuova
L’idea non è nuova. Più volte è stata posta all’attenzione, anche durante le conferenze Onu sul clima, le Cop. Le resistenze dei paesi più ricchi sono forti e contestano anche il fatto che difficilmente si possano conteggiare i danni subiti. Inoltre, forti del fatto che finora i Paesi più poveri hanno pagato il comportamento poco etico degli altri, chiedono proroghe al mantenimento degli accordi per evitare nuove emissioni. Quindi tutto si complica.
I paesi più poveri (gruppo G77 – Cina), torneranno all’attacco per ottenere il fondo durante la prossima Cop27, che si terrà dal 6 al 18 novembre a Sharm el-Sheikh in Egitto.
Ona: Transizione ecologica deve arrivare da intese internazionali
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, tramite il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, ha spiegato che “la transizione ecologica deve presupporre una rete che tenga conto di tante variabili. Deve tramutarsi in un connubio di intese internazionali che vadano anche oltre l’Unione Europea e l’Onu e i suoi organismi.
Il G20, le Conferenze internazionali sul clima (COP), non possono essere solo delle vetrine velleitarie. Occorre se mai un sistema forte che imponga il rispetto delle regole per salvare il pianeta e l’umanità”. Troppo spesso, infatti, si continua a parlare e a convenire, ma non si riesce a passare ai fatti.