Il Ghiacciaio dei Forni, in Lombardia, ha perso nell’ultimo anno 40 metri lineari. L’arretramento è di circa 400 metri negli ultimi 10 anni. Sono i dati diffusi dopo la terza tappa della Carovana dei ghiacciai 2022 di Legambiente che porta avanti il progetto con il Comitato glaciologico italiano (Cgi). Le rilevazioni sono partite il 17 agosto e continueranno fino al prossimo 3 settembre.
“Un essere vivente che sta soffocando”
Questo ghiacciaio è il secondo più grande in Italia, dopo l’Adamello e il più esteso del Parco nazionale dello Stelvio. A causa della crisi climatica è in sofferenza. Gli operatori lo descrivono come un essere vivente che fatica a respirare: “Un gigante di ghiaccio che sta ansimando – ha detto Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – soffocato dai cambiamenti climatici. Annerito, collassato e pieno di crepacci: una grande sofferenza per questo essere che pare vivente. Ci sta comunicando quanto sia impellente lavorare sull’adattamento per gestire l’inevitabile; ma nel medesimo tempo mitigare, riducendo l’effetto serra, per evitare l’ingestibile”.
Il ghiacciaio dei Forni ingrigisce
Il colore scuro che assume andando avanti con il tempo è dovuto ai detriti e anche agli effetti dell’inquinamento atmosferico, quelli che gli esperti definiscono “black carbon” (fuliggine, smog, ceneri derivanti dagli incendi boschivi e le immancabili microplastiche). Questo causa anche una diminuzione della sua capacità di riflettere la radiazione solare per cui, l’assorbimento, ne provoca una più veloce fusione.
Il Ghiacciaio dei Forni perde anche la sua qualifica di “himalayano”. Questo per effetto della frammentazione in tre corpi glaciali, per l’apertura di finestre di roccia estesi con un evidente collasso della parte terminale della lingua valliva. Ma anche per una marcata instabilità delle morene laterali, dovuta proprio all’abbassamento della superficie glaciale. La fusione del corpo glaciale comporta l’aumento del ruscellamento e del trasporto solido. Si è formata così una piana proglaciale, inesistente fino allo scorso anno, definita dagli esperti “sandur”, in cui si depositano ghiaie e sabbie.
Arretra anche il ghiacciaio di Indren, sul Monte Rosa
Non va meglio per il Ghiacciaio di Indren, posto nel massiccio del Monte Rosa. Sebbene al di sopra dei 3.000 metri di quota, mostra negli ultimi due anni un arretramento frontale di ben 64 metri, di cui 40 registrati nell’ultimo anno. Il dato è stato raccolto nelle precedenti tappe della Carovana dei ghiacciai 2022.
Arretra anche il Ghiacciaio di Bors, 18 metri in 2 anni, di cui 7 metri tra il 2020 e il 2021 e 11 metri tra il 2021 e 2022. Sempre durante il monitoraggio scientifico si è osservato anche lo stato di sofferenza del Ghiacciaio Sud delle Locce e la quasi totale sparizione dei Glacionevati di Flua.
La prossima tappa riguarderà il Trentito Alto Adige e il Veneto. Scienziati ed esperti analizzeranno il Ghiacciaio della Marmolada. Tristemente noto purtroppo per la tragedia del 3 luglio scorso. Un enorme seracco si è staccato dalla parte alta del ghiacciaio. La valanga ha travolto e ucciso 11 persone.
“Fondamentale il lavoro di Legambiente – ha commentato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale aminato – che monitora e contribuisce a tutelare i nostri mari, le nostre coste e anche le nostre meravigliose montagne. Come dice Greta Thumberg è il momento di agire adesso, senza tentennamenti, senza aspettare che sia troppo tardi.
La salute di tutti gli esseri viventi e del Pianeta deve essere alla base delle scelte politiche. Sono anche le associazioni ambientaliste a dover fare la loro parte con la giusta informazione, la sensibilizzazione e la giusta pressione sulla classe politica”.