Ieri mattina, i PM della Procura hanno sequestrato una vasta area di circa 200 metri quadrati, nel tratto Gela – Butera. Un’area non nuova a questo tipo di scoperte, e che nel tempo è diventata una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto, dove non mancano anche rifiuti contenenti amianto. Grazie a una segnalazione arrivata all’Arpa, sotto un cavalcavia, sono stati ritrovati resti di materiali edili e lastre di copertura contenenti anche amianto. Molti di questi rifiuti sono stati anche sotterrati e questo rende ancor più delicata la messa in sicurezza.
Fibre amianto tra i rifiuti abbandonati a Gela
Una vera e propria discarica abusiva quella che si sono trovati davanti quelli dell’Arpa, nel punto sotto il cavalcavia Gela- Butera. Una montagna di rifiuti, pericolosi e speciali, insieme a resti di materiali edili e cantieri. Ma, ciò che ha preoccupato di più i presenti sono state le lastre contenenti amianto che giacevano ammassate sul terreno, senza contare che molte di esse potrebbero essere state sotterrate.
Lavori di rimozione amianto
Per fortuna, grazie alle segnalazioni, il settore ambiente ha affidato a una ditta specializzata il lavoro di rimozione e smaltimento presso una discarica autorizzata. Abbandonare rifiuti pericolosi in strada è reato, e l’ONA può aiutare i cittadini a smaltire il materiale contenete amianto, fornendo loro assistenza tecnica gratuita. Anche perchè, oltre a essere un reato, abbandonare amianto lungo le strade mette a rischio la salute di tutti.
Fibre amianto e rischi per la salute
L’amianto, o asbesto, è un materiale cancerogeno, estremamente pericoloso per la salute. L’Osservatorio Nazionale Amianto da anni si batte al fianco dei cittadini e istituzioni per sensibilizzare sull’importanza della segnalazione e della bonifica dei siti a rischio. Solo così le vittime di questa fibra killer potranno diminuire. E, attraverso il Presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, lavoratori e famiglie che sono stati esposti ad amianto possono richiedere una consulenza gratuita ed assistenza legale e medica.
Le fibre di amianto, ricordiamo, essere invisibili e prive di odore, pertanto, non sempre si riesce a individuare di essere in pericolo. Inoltre, i primi sintomi possono verificarsi a distanza anche di molti anni dall’ultima esposizione.
Patologie asbesto correlate
Nonostante l’amianto sia stato bandito nel nostro paese dal 1992, come sostiene il Presidente dell’ONA, ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti asbesto in oltre 1 milione di siti e micrositi, con elevata friabilità. L’unico modo per metterci in sicurezza è la bonifica.
Le fibre amianto se inalate possono causare infiammazioni e tumori. Il mesotelioma è tristemente famoso, ma anche il tumore del polmone e diverse patologie asbesto correlate.
L’Ona ha raccolto i numeri, tutt’altro che rassicuranti, nell’ultima pubblicazione del suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco per le morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Anche l’INAIL elabora un rapporto e l’ultimo disponibile è il VII Rapporto ReNaM.
Un libro per raccontare la strage di amianto in Sicilia
Oggi abbiamo parlato di Gela, ma, la Sicilia resta la terra “martire” per le morti di amianto. La regione Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane. L’ONA ha censito ben 947 mesoteliomi tra i cittadini nel solo periodo compreso tra il 2000 e il 2011, per una media sfiora i 100 casi all’anno. Lo stesso Avvocato Ezio Bonanni ha dedicato proprio un libro, dal titolo “Sicilia: il libro delle morti bianche” dove sono raccolti i dati epidemiologici, i procedimenti e gli esiti degli accertamenti giudiziali. Viene ribadita l’importanza della prevenzione primaria, bonificare i luoghi contaminati, di quella secondaria, sorveglianza sanitaria, e la prevenzione terziaria. Quest’ultima tratta della tutela legale delle vittime di amianto e serve a far valere i loro diritti. Questi possono, infatti, richiedere il prepensionamento e il risarcimento danni.