Dopo l’incendio che sabato si è sviluppato all’ex lido Eden di Gela, si teme il rischio amianto. La stampa locale parla di una vera e propria “bomba ecologica”, visto che nel rogo si sono sbriciolate le vecchie coperture di amianto.
Erano le 17.30 di sabato quando è scoppiato il rogo, mentre il lungomare Federico II di Svevia brulicava di gente. Prima il fumo, poi un’alta fiammata, infine l’inferno di fuoco in quel vecchio sito abbandonato, ormai occupato da persone senza fissa dimora (perlopiù venditori ambulanti pakistani) ed ancora contenente manufatti di eternit.
Non chiara la causa dell’incendio: forse gli occupanti stavano tentando di cucinare qualcosa, ma la situazione deve essere sfuggita di mano. Così sono scappati tutti. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e la polizia locale, che hanno fatto allontanare tutti per paura che ci fossero vecchie bombole di gas che potessero esplodere.
L’ex lido Eden di Gela doveva essere riqualificato
Nel 2022 la Regione Sicilia aveva annunciato la riqualificazione dell’area dell’ex lido Eden, definito il “fiore all’occhiello del lungomare di Gela” di un tempo. L’edificio, ormai da troppi anni versava nel degrado. Una situazione segnalata dai cittadini ed anche in consiglio comunale, ma che non ha trovato soluzione.
La struttura era stata consegnata dal dipartimento regionale dell’Ambiente al Comune di Gela insieme ad un’area di oltre duemila metri quadrati di demanio marittimo. Obiettivo: messa in sicurezza e riqualificazione. Il tutto a spese dell’amministrazione comunale, che doveva occuparsi anche di eventuali demolizioni e del conferimento in discarica dei prodotti della demolizione.
“La struttura, ormai cadente, di una superficie di circa 600 metri quadrati con vari locali accessori ormai desueti di 900 metri quadrati circa, insiste su un’area particolarmente interessante per un rilancio turistico-ricreativo” – scriveva la Regione in una nota. “L’immobile, un tempo a diretto contatto con il mare, oggi, a causa dell’avanzamento dell’arenile, si trova a circa 120 metri dalla battigia. Con decreto dell’assessore al Territorio e all’Ambiente, l’ex lido Eden è incluso tra i beni immobili in condizioni di precarietà accertata che possono essere concessi a titolo oneroso“.
Rischio amianto in Sicilia e l’impegno dell’ONA
Lo scorso maggio, proprio il Comune di Gela, aveva avvisato la cittadinanza della riapertura dei termini per accedere al contributo a fondo perduto per la rimozione e lo smaltimento di amianto nelle abitazioni. Il finanziamento era regionale e la nuova scadenza era fissata al 30 giugno 2023. Non basta però, laddove ci siano ancora pericoli come quello dell’ex Lido Eden.
Il rischio amianto in Sicilia è purtroppo molto diffuso, soprattutto sul lavoro. Proprio nei giorni scorsi l’Osservatorio Nazionale Amianto e l’avv. Ezio Bonanni hanno richiamato l’attenzione sul problema dei lavoratori esposti. La Corte di Cassazione infatti ha rigettato le richieste di giustizia dei lavoratori delle Industrie Meccaniche Siciliane, che hanno i polmoni pieni di amianto. E che, oltre al danno, hanno ricevuto anche la beffa di vedersi chiedere indietro i soldi ricevuti dall’Inps negli anni precedenti.
In Sicilia, nel 2021, si sono verificati oltre 350 decessi correlati all’amianto. Le aree a maggiore rischio sono quelle con la presenza di SIN (Siti di interesse nazionale), tra cui proprio la città di Gela, insieme a Siracusa, Milazzo e Biancavilla. Nonostante questa situazione e i fondi stanziati dal vecchio governo, con il ministro Sergio Costa, sui 107 milioni per la Sicilia nel 2020, solo 1,4 ne furono usati. Eppure l’Ona ha censito sull’isola circa un milione di metri cubi di amianto. Una quantità che va oltre ai quattro Sin, “nei quali il rischio amianto si somma alle altre sostanze cancerogene“. Per consultare la mappa dei siti contaminati, si può scaricare l’App Amianto.
Per ricevere assistenza e consulenza gratuita con l’ONA chiama il numero verde 800.034.294.