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martedì, Settembre 17, 2024

Gatti duri come amianto? No, giocano!

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Uno studio sui gatti spiega come capire se i nostri felini stanno lottando o semplicemente giocando.

Gatti: misteriosi felini

Gatti. Uno studio condotto da Noema GajdošKmecová dell’Università di Medicina Veterinaria e Farmacia in Slovacchia e dell’Università di Lincoln, Regno Unito, ha analizzato 105 video di interazioni tra 210 gatti. Pubblicato su Scientific Report, potrebbe aiutare a capire il comportamento dei nostri gatti.

Già perché i felini sono così misteriosi, che spesso neanche i padroni riescono a decifrare i loro atteggiamenti.


Impariamo a riconoscere la “lotta” dei gatti

Il team di ricerca ha inizialmente sviluppato un etogramma, cioè un elenco di comportamenti specifici utilizzati nello studio del comportamento animale.
Hanno così hanno identificato sei categorie tipo:

Inattivo: il gatto rimane immobile con la testa e con il corpo, in una posizione ben precisa;
Wrestling: come suggerisce la categoria, i gatti inscenano delle lotte spettacolari che ricordano i campioni di questa specialità;
Inseguimento: tipo Tom e Jerry, solo che in questo caso, a correre sono due felini. Il dominante si lancia in un rocambolesco inseguimento, la preda fugge a zampe levate.


Altre attività categorizzate

Attività interattive: in questo caso, i mici si studiano attraverso pratiche quali: la reciproca toelettatura e un timido avvicinamento. Se hanno il pelo sollevato, si deduce che la fiducia è scarsa;
Non-interattivo: i gatti fingono indifferenza, della serie “non vedo, non sento, non miagolo”. Appaiono assorti nel loro mondo, mentre si leccano le zampe, giocano con uno dei loro toy preferiti, bevono. In realtà è solo una finzione scenica: stanno studiando le mosse dell’avversario.
Vocalizzazione: a volte iniziano a miagolare in maniera inquietante, segno che non sono esattamente a loro agio.

Video cluster dei gatti

A riprese ultimate, i ricercatori hanno analizzato dettagliatamente ognuno dei video, in modo da creare un cluster dei comportamenti più frequenti.
Hanno così separato le immagini in tre categorie di interazioni.


Responso finale?

La scrematura ha generato le seguenti categorie comportamentali:
Giocoso: includeva il 40% dei gatti studiati. Le pratiche includevano la simulazione del wrestling e la mancanza di vocalizzazioni.
Agonistico: a questo gruppo apparteneva il 32% dei mici. Le caratteristiche più ricorrenti erano: comportamenti agonistici (duri come l’amianto), minaccia (anche attraverso i vocalizzi) aggressività, per il dominante, e sottomissione per il più debole. In una piccola parte dei casi, questo gruppo di gatti ha alternato brevi intervalli di inattività.
Intermedio: questo gruppo comprendeva il 28% dei gatti. La categoria era più associata al primo gruppo che al secondo. In questo caso, i felini interagivano per periodi prolungati con pause intermedie.

La prova del nove

Per avere ulteriori riscontri sullo studio, il team ha effettuato un controllo incrociato, confrontando le tesi dei quattro autori. Effettivamente, ogni parere sembrava convergere nella stessa direzione.


Lotta o gioco?

In conclusione, nella stragrande maggioranza dei casi, quando i gatti lottano stanno solo giocando. Quando sono in conflitto, cercano infatti di evitare, almeno nella fase iniziale, ogni tipo di contatto, anche quello visivo. Se i gatti vocalizzano in maniera strana e inseguono il rivale tra un periodo di inattività e l’altro, molto probabilmente stanno combattendo.

Il miagolio inquietante è infatti un campanello d’allarme che indica una probabile aggressione. Nel caso di un inseguimento, se è reciproco, indica che i mici sono nella fase giocosa. Se uno dei due insegue e l’altro scappa, il gioco si fa duro.
Quando se le suonano di santa ragione, è evidente che non stanno scherzando affatto!

Il gruppo più indecifrabile

Il gruppo intermedio è stato quello più complicato da interpretare. Conteneva elementi di comportamenti sia giocosi sia agonistici, anche se era più strettamente correlato al giocoso che al gruppo agonistico.
Questo suggerisce che il gioco si potrebbe trasformare in lotta, in base a come interagiscono i gatti durante questa fase.
In particolare, gli autori hanno osservato che gli animali si fermavano spesso durante l’interazione. Cosa che farebbe supporre che stessero consentendo al rivale di rivalutare l’interesse a giocare ed evitare l’escalation dal gioco all’aggressività.


Gatti aggressivi

Questo è il primo studio ad applicare un approccio scientifico ai comportamenti dei gatti, facilmente osservabili da chiunque.
Ciononostante, ha cercato di cogliere tutte quelle sfumature che possono sfuggire alla nostra attenzione.
Ad esempio, in certi casi usano una particolare mimica facciale, muovono le orecchie o la coda in segno di allerta e usano i feromoni per comunicare. Tutti segnali che distinguono il gioco dalla lotta.


Perché è importate questa ricerca?

Lo studio è importante per le famiglie che hanno in casa più di un gatto. Capire se c’è dell’attrito o se i mici vanno d’accordo fa bene alla salute dei nostri cuccioli e li preserva da eventuali stress. Se infatti ci si rende conto che la convivenza non è proprio possibile, meglio rivolgersi a un esperto per tentare la riconciliazione.

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