L’Inail non riconosce la rendita alla vedova di un meccanico frigorista che aveva sempre lavorato in proprio e si era ammalato di mesotelioma. La donna si rivolge, allora, all’Osservatorio nazionale amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per avere giustizia.
Frigorista nei cantieri navali morto per mesotelioma
L’artigiano aveva lavorato per anni – dal 1964 al 2014 – nella cantieristica navale, civile, mercantile e militare, a Mazzara del Vallo, dove viveva con la moglie, ma anche a Trapani e ad Ancona. Durante l’attività era stato esposto direttamente all’amianto utilizzato come isolante termico negli impianti frigoriferi, per le caratteristiche del minerale.
L’uso dell’asbesto in quegli anni e poi le mancate bonifiche sulle navi civili e militari è ormai noto e certificato. Il fatto che l’amianto sia ignifugo e fonoassorbente lo rendeva “perfetto”, con un problema però determinante: si tratta di un minerale cancerogeno.
Gli effetti dell’amianto sulla salute umana
Le aziende lo sapevano da decenni eppure hanno continuato ad utilizzarlo nell’edilizia, ma anche in tanti altri settori come appunto quello navale. Chi lo lavorava, però, era tenuto all’oscuro della sua pericolosità e degli effetti dell’amianto sulla salute umana. Può provocare, infatti, il mesotelioma, l’asbestosi e tutta una serie di tumori. Come è capitato a N.V., queste le iniziali dell’artigiano.
Frigorista, l’Inail nega la rendita alla vedova
A distanza di anni si era ammalato e la diagnosi era stata terribile: mesotelioma maligno epitelioide. Il 6 marzo 2021 è morto all’età di 73 anni, dopo tante sofferenze. La moglie aveva così chiesto all’Inail la rendita per i superstiti delle vittime dell’amianto che le era stata, però, negata.
In primo grado il suo ricorso era stato respinto. Ora la Corte di Appello di Palermo con la sentenza 558 del 2023 dichiara il diritto della vedova ad ottenere la rendita ai superstiti a decorrere dal giorno successivo al decesso del marito. Condanna quindi l’Inail a corrisponderle la rendita e a versare anche gli interessi legali.
Una vittoria che arriva anche, in questo caso, in tempi ragionevoli. Due anni dopo il decesso dell’uomo. I tanti casi, invece, i procedimenti giudiziari per ottenere i diritti delle vittime dell’amianto e delle loro famiglie sono lunghi ed estenuanti. Il fenomeno è ben spiegato dall’avvocato Bonanni ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Nonostante l’asbesto sia stato messo al bando ormai più di 30 anni fa, le bonifiche sono in ritardo. Per questo, per evitare nuove pericolose esposizioni, l’Ona ha anche realizzato una App. I cittadini possono, attraverso questa, segnalare i siti contaminati.