L’AMIANTO, UN MATERIALE AMPIAMENTE UTILIZZATO NEI CANTIERI NAVALI PER LE SUE PROPRIETÀ ISOLANTI E IGNIFUGHE, HA LASCIATO UNA SCIA DI SOFFERENZA E MORTE TRA I LAVORATORI. IN RISPOSTA A QUESTA CRISI SANITARIA, IL GOVERNO ITALIANO HA ISTITUITO IL FONDO PER LE VITTIME DELL’AMIANTO, UNA MISURA STRAORDINARIA PER FORNIRE SOSTEGNO ECONOMICO E MORALE A CHI È STATO COLPITO DA MALATTIE ASBESTO-CORRELATE. QUESTO STANZIAMENTO RAPPRESENTA UN RICONOSCIMENTO UFFICIALE DEL DEBITO SOCIALE VERSO QUEI LAVORATORI CHE, PER DECENNI, HANNO AFFRONTATO RISCHI MORTALI SENZA UN’ADEGUATA PROTEZIONE
I cantieri navali, il pericolo dell’amianto e il Fondo
I cantieri navali sono stati per lungo tempo luoghi critici per l’esposizione all’amianto. L’uso di questo minerale era diffuso nella costruzione e manutenzione delle imbarcazioni per la sua capacità di resistere al calore e al fuoco. L’asbesto era utilizzato per rivestire tubazioni, caldaie, motori e paratie.
Le condizioni di lavoro nei cantieri marittimi, caratterizzate da spazi ristretti e scarsa ventilazione, hanno amplificato il rischio. Durante operazioni come il taglio e la rimozione dei materiali, le fibre del killer silente rilasciate nell’aria, creavano un ambiente altamente pericoloso. L’inalazione prolungata di queste microscopiche particelle ha esposto i lavoratori a gravi malattie, spesso letali, che si sono manifestate dopo decenni.
Purtroppo, i lavoratori erano spesso inconsapevoli del pericolo imminente. Le tutele erano insufficienti o assenti, e la conoscenza dei rischi legati al pericoloso minerale è emersa solo quando ormai il danno era fatto, lasciando una generazione di lavoratori e le loro famiglie a fronteggiare una crisi sanitaria senza precedenti.
Conseguenze sanitarie e sociali
Le conseguenze dell’esposizione all’amianto sono devastanti. Le malattie asbesto-correlate, come l’asbestosi, il mesotelioma pleurico e il cancro ai polmoni, hanno periodi di latenza lunghi, spesso superiori a trent’anni. Questo lungo periodo, che può durare decenni, fa sì che i sintomi emergano quando il danno ai tessuti è ormai esteso e irreversibile. Cosa che rende le opzioni terapeutiche limitate e, nella maggior parte dei casi, palliative.
Queste patologie non solo hanno un impatto fisico devastante, ma portano con sé un peso emotivo e finanziario enorme. Le famiglie dei lavoratori malati si trovano ad affrontare spese mediche significative e la perdita del reddito principale. Cosa che aggrava ulteriormente il loro stato di vulnerabilità economica e sociale.
Il Fondo Vittime Amianto
Il ministero del Lavoro, in collaborazione con il ministero dell’Economia, ha emanato il decreto del 16 luglio 2024, stabilendo le risorse destinate al Fondo Vittime Amianto per il triennio 2024-2026. Questo, mira a fornire un sostegno economico a chi è stato colpito da patologie legate all’esposizione all’amianto, con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per ciascun anno del periodo considerato.
L’indennizzo è destinato, in particolare, ai lavoratori di società partecipate pubbliche che hanno contratto malattie asbesto-correlate durante il loro impiego nei cantieri marittimi. Tali lavoratori devono rientrare nei criteri specificati dall’articolo 2 del decreto interministeriale e beneficiare delle disposizioni dell’art. 13 della legge n. 257 del 1992. I beneficiari devono inoltre essere titolari di provvedimenti legali che dispongano il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali.
Modalità di accesso
Le modalità di accesso al fondo variano a seconda dell’anno di riferimento:
- Per il 2024, sono ammissibili le sentenze esecutive e i verbali di conciliazione giudiziale depositati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno, oltre ai verbali di conciliazione sottoscritti in sede protetta nel medesimo periodo;
- Analogamente, per il 2025 e il 2026, sono valide le sentenze esecutive e i verbali di conciliazione giudiziale o in sede protetta, rispettivamente tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di ciascun anno.
In caso di decesso dei lavoratori, il diritto a ricevere l’indennizzo può essere esercitato dagli eredi. Questi ultimi, in conformità agli articoli 536 e seguenti del Codice Civile, possono accedere al fondo sulla base delle stesse condizioni, a patto che siano destinatari di un risarcimento definito da sentenza esecutiva o da verbale di conciliazione.
Gli indennizzi, modulati in base al grado di inabilità riconosciuto dall’INAIL, variano in relazione alla gravità della condizione clinica del lavoratore. Questo sistema, attentamente articolato, mira a garantire che i risarcimenti siano equi e proporzionati, tenendo conto non solo dell’impatto fisico delle malattie, ma anche delle ripercussioni economiche e psicologiche che queste avevano sulla vita delle vittime e delle loro famiglie.
Un aiuto dal Fondo sociale
Per sostenere economicamente questa estensione, si è reso necessario attingere parzialmente al Fondo sociale per occupazione e formazione, una scelta che riflette la determinazione del governo di non abbandonare le vittime, pur mantenendo un equilibrio tra le varie esigenze finanziarie del Paese. L’ampliamento del periodo di validità del fondo ha garantito continuità di supporto, permettendo di includere nuove famiglie colpite, oltre a quelle che inizialmente non erano riuscite ad accedere al risarcimento.
L’impegno per il futuro: ONA in prima linea
L’istituzione e l’estensione del Fondo per le Vittime dell’Amianto rappresentano progressi significativi, ma non devono essere considerati come un punto di arrivo. Per prevenire ulteriori esposizioni e migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, è essenziale che le autorità continuino a promuovere una cultura della prevenzione.
Questo impegno implica un’educazione costante sui rischi dell’amianto, una vigilanza rigorosa sulle condizioni ambientali nei luoghi di lavoro, e l’applicazione severa delle norme di sicurezza. Solo attraverso un approccio integrato, che combini prevenzione, educazione e risarcimento, si potrà garantire che le tragedie legate all’amianto non si ripetano, e che il lavoro possa tornare a essere sinonimo di dignità e sicurezza, piuttosto che di malattia e sofferenza.
Come ha sottolineato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto: «il Fondo per le Vittime dell’Amianto è una misura necessaria per riconoscere i diritti di chi ha sofferto a causa dell’esposizione all’amianto. Tuttavia, il lavoro da fare è ancora lungo. Dobbiamo garantire che tutte le vittime ricevano il sostegno che meritano e che venga fatta giustizia per le famiglie colpite. Inoltre, è imperativo intensificare le misure preventive per assicurare che tragedie simili non si ripetano».