Il cinema Kinemax di Monfalcone propone la visione del film “L’uomo senza colpa”. Una storia che parla di amianto, di ferite nel corpo e nell’anima. Che affronta un argomento difficile, ma certamente sentito in città. Monfalcone è stata, infatti, una delle zone più colpite dalle patologie asbesto correlate per la presenza di Fincantieri.
Il film racconta le vittime dell’amianto
L’asbesto è stato utilizzato per decenni per coibentare le navi, per le sue caratteristiche ignifughe e fonoassorbenti. L’amianto arrivava nei porti nei sacchi di juta. Da questi fuoriusciva la polvere che veniva direttamente respirata dagli operai che non conoscevano la pericolosità del minerale e non avevano neanche una mascherina per proteggersi. Tantissimi di loro si sono ammalati e sono morti lasciando le loro famiglie nella disperazione. In nome di un profitto incontrollato.
Il film di Ivan Gergolet ambientato a Trieste
Il film di Ivan Gergolet è ambientato a Trieste, in un sobborgo dove si parlava la lingua slovena. La protagonista è Angela. Interpretata da Valentina Carnelutti. Fa l’infermiera. Il marito è morto per una malattia contratta a causa dell’amianto. Così come l’amico e collega Sandro, che ha sposato la migliore amica di Angela, Elena. Le due donne sono convinte che la colpa delle loro sciagure sia da attribuire al capo dei due mariti, imprenditore edile.
I numeri della strage dell’amianto
Nel lungometraggio si citano i numeri mondiali: 125 milioni di persone esposte all’amianto sul posto di lavoro e 100mila vittime l’anno. In Italia, secondo l’Osservatorio nazionale amianto, e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, le vittime soltanto nel 2022 sono state circa 7mila. Non solo quelle che hanno contratto il mesotelioma, ma anche tutta una serie di patologie asbesto correlate, come pure il tumore del polmone.
L’amianto, come è ben spiegato ne: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”, è stato utilizzato in molteplici usi nella Penisola. Ce n’è in abbondanza e per le sue caratteristiche è stato, per anni, considerato il minerale perfetto. Dai primi del ‘900 se ne conosceva però la pericolosità e, nonostante questo, nulla è stato fatto per tutelare i lavoratori, le loro famiglie e le comunità vicino alle grandi fabbriche.
Ottimo il giudizio della critica
Nel film la vicenda dell’amianto, quella di tutte le vittime, si lega con la parte più buia dell’animo umano, la volontà di vendetta. In gara al concorso per opere prime del Black Nights di Tallinn, il film è ora in alcune sale. Ottima la critica per questa opera prima di Ivan Gergolet. Davvero da vedere.
L’Ona e il suo presidente continuano nella lotta contro l’asbesto e per far capire l’importanza delle bonifiche. Per questo è stata creata anche una App per segnalare i siti contaminati.