Il parco della Rinascita che sorgerà dove prima c’era la fabbrica della morte, la Fibronit di Bari, sarà anche un luogo per non dimenticare. È, infatti, in corso il workshop con l’artista Gea Casolaro, ideato da Spazio Murat, rivolto a giovani artiste e artisti di tutta Italia. L’obiettivo è proprio quello riflettere sulla memoria. Di non lasciare nell’oblio, dopo la bonifica e la riqualificazione dei luoghi, il dolore che l’amianto ha causato, perché non accada mai più.
“Fibronit. Il passato delle morti, il futuro della lotta” è il titolo del progetto che racchiude la storia della fabbrica di manufatti in cemento-amianto per l’edilizia, attiva a Bari dal 1935 al 1985, sul cui sito sorgerà in futuro il parco della Rinascita.
Il sopralluogo nell’area dell’ex Fibronit
Ieri mattina, 26 settembre, Gea Casolaro e i 15 giovani artiste e artisti, selezionati per il workshop, hanno fatto un sopralluogo nell’area dell’ex fabbrica Fibronit di Bari. Insieme a loro c’erano Giusy Ottonelli, founder della società The Hub Bari, soggetto gestore di Spazio Murat, Giuseppe Galasso assessore ai Lavori Pubblici del Comune. E ancora Ines Pierucci, assessora alle Culture del Comune di Bari e Nicola Brescia presidente del comitato cittadino Fibronit.
Cosa sanno i giovani della storia della Fibronit?
L’iniziativa vuole informare sui pericoli dell’amianto e promuovere la bonifica totale delle 40mila tonnellate di amianto ancora presenti in Italia.
L’asbesto causa, infatti, come da sempre denunciato dall’Ona – Osservatorio nazionale amianto, e dal suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, il mesotelioma, ma anche tutta una serie di altri tumori: alla faringe, alla laringe, alle ovaie e al colon. Malattie molto gravi, tra le quali il mesotelioma è considerata “sentinella”.
A causarlo è soltanto l’amianto, per questo l’Inail registra i casi in Italia dal 1992 (VII rapporto ReNaM), anno della messa al bando del minerale. Le vittime dell’asbesto, però sono molte di più, circa 7mila l’anno, come scrive Bonanni ne “Il libro bianco delle morti da amianto in Italia – ed. 2022“.
Tanti lavoratori della Fibronit sono deceduti per queste patologie. Tante famiglie hanno dovuto sopportare il dolore del lutto. Perchè si possano evitare le esposizioni l’Ona ha anche realizzato una App per la segnalzione dei citi contaminati.
Tornando alla Fibronit la riflessione oggi punta a rispondere ad alcune domande chiave. Cosa sanno le giovani generazioni della storia della Fibronit, e più in generale dei danni provocati dall’amianto? Come far sì che il Parco della Rinascita che sorgerà negli spazi della fabbrica barese abbattuta continui a mantenere viva la memoria dei morti e delle lotte contro i danni alla salute provocati dall’amianto?
Si tratta del primo capitolo del più ampio progetto dal titolo “Tutto è sempre adesso”, finanziato dalla Regione Puglia, a cura di Anna D’Elia che, dal 20 ottobre al 19 novembre, lo Spazio Murat di Bari – in collaborazione con The Gallery Apart – dedica a Gea Casolaro. Saranno esposti, oltre ai lavori dell’artista, alcune delle opere selezionate tra quelle prodotte dai partecipanti del workshop.
Il contenitore culturale Spazio Murat
Spazio Murat è un contenitore culturale dedicato alla promozione e divulgazione del sistema delle arti contemporaneo, con un’attenzione particolare alle arti visive e al design. Ospita esposizioni, incontri, laboratori e il concept store Puglia Design Store.
La fotografa Gea Casolaro e il suo sguardo sul mondo
Gea Casolaro è una fotografa. Vive tra Roma, Parigi e il resto del mondo che indaga senza sosta. Da oltre venticinque anni, il suo lavoro rappresenta, attraverso la fotografia, il video, l’istallazione e la scrittura, il nostro rapporto con le immagini, l’attualità, la società, la storia. Nel 2020 il suo progetto Mare Magnum Nostrum ha vinto l’ottava edizione dell’Italian Council, bando a sostegno dell’arte contemporanea del Ministero della Cultura. Dal 2019 è docente di Fotografia presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Roma.