Bari piange un’altra vittima dell’amianto. Ancora una volta il mesotelioma ha tolto la vita a un cittadino, una donna che abitava vicino all’ex stabilimento Fibronit, la fabbrica di amianto nel cuore del quartiere Japigia. Si è esposta negli anni, inconsapevolmente, alla fibra killer che ha segnato il suo tragico destino.
«Un paio di mesi fa siamo stati contattati dalla famiglia della vittima di 68 anni, che abitava nelle vicinanze della fabbrica bonificata, perché non sapevano cosa fare dopo la diagnosi – spiega Nicola Brescia del “Comitato cittadino Fibronit” alla redazione di BariToday -. Un’altra morte ci ricorda l’importanza di un centro di sorveglianza sanitaria per le persone esposte alle fibre di amianto».
Si riapre così la ferita per la città, segnando per sempre la vita di un’altra famiglia. La strage da amianto continua e non accenna ad arrestarsi.
«In questi giorni siamo stati contattati dalla famiglia di un’altra residente del quartiere, scomparsa per mesotelioma – continua Brescia – Abbiamo contato oltre settecento vittime in città, ma, visto che il tumore da amianto si sviluppa in decenni, potrebbero non essere le ultime».
Il Parco della Rinascita al posto della Fibronit di Bari
Ma è proprio su questa sofferenza che nascerà un luogo di speranza e rinnovamento: il Parco della Rinascita. Attualmente è stato aggiudicato l’appalto dei lavori. E ora la ditta dovrà presentare il progetto realizzato. I lavori del futuro parco partiranno a inizio 2024 e dureranno circa due anni. Occorreranno circa 16 milioni di euro per completare il progetto, di cui 13 milioni finanziati dal PNRR e 3 milioni dalla Regione Puglia.
In particolare la riqualificazione è suddivisa in quattro lotti:
- il Parco della Rinascita;
- demolizione e ricostruzione del capannone ex Bricorama, che avrà funzioni museali, espositive e ricreative;
- la realizzazione di una passerella ciclopedonale scavalca-ferrovia di collegamento tra il parco e via Amendola;
- la sistemazione della viabilità lungo via Caldarola. Qui sono previsti quattro ingressi, mentre un quinto varco sarà lungo via Amendola dove, oltre la sede della linea ferroviaria, sarà montata successivamente una passerella ciclopedonale di attraversamento che arriverà fin dentro il parco.
All’interno dell’area verde alcune piazze saranno collegate da un percorso pedonale e circondate da alberi, come ulivi, peschi, mandorli, carrubi, melograni e cespugli di cisto, mirto, rosmarino e ginepro. Ci saranno poi piante rampicanti e fontane verticali.
La zona, di oltre 42.500 metri quadri, prevede anche un’area ludica per i bambini, uno spazio dove organizzare concerti, esposizioni d’arte ed eventi, aree dedicate agli animali, un bocciodromo, un campo sportivo polivalente, aree destinate al fitness, un percorso per runners, spazio per lo streetfood e un prato fiorito. Il tutto sarà arricchito da impianti di illuminazione all’avanguardia, videosorveglianza, un sistema d’irrigazione e recupero delle acque piovane.
La volontà di realizzare un presidio medico nel parco
Oltre a essere un simbolo di resilienza e rinnovamento, il Parco della Rinascita dovrà anche acquisire un ruolo cruciale nella prevenzione delle malattie asbesto correlate. È questo che si augura il “Comitato cittadino Fibronit”.
Infatti, la costruzione di uno spazio verde nell’ex area dello stabilimento Fibronit di Bari non avrà alcun senso se, al suo interno, non troveranno ascolto e assistenza coloro che vivono esperienze terribili, come affrontare i gravi danni causati dall’amianto. Non avrà valore se non diventerà un luogo in cui prevenire la malattia, soprattutto nelle persone che, professionalmente o come semplici cittadini, sono stati a contatto con la fibra killer.
«Continueremo a chiedere che nel Parco della Rinascita trovi spazio un presidio medico dedicato agli ex esposti all’amianto – conferma Nicola Brescia -. Solo in questo modo la Rinascita sarà autentica e completa».
Tutelare i diritti delle vittime della Fibronit di Bari
L’area della ex Fibronit è inserita tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN) per la sua pericolosità ambientale. La bonifica è stata completata nel 2021.
Oltre ai SIN riconosciuti a livello nazionale, esistono però un milione di micro siti contaminati dall’amianto, come testimonia l’Osservatorio Nazionale Amianto. Per questo l’associazione ha creato l’App per le segnalazioni e la mappature delle aree a rischio. La situazione di emergenza è descritta anche dal presidente dell’ONA, l’avvocato Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022”.
Tanti, purtroppo, sono i lavoratori della Fibronit che sono deceduti per patologie da amianto, non solo di mesotelioma ma anche di tumore al polmone, alla laringe e altri tipi di neoplasie. E tante sono le famiglie che hanno dovuto sopportare il dolore del lutto. Per questo l’ONA sostiene l’importanza della sorveglianza sanitaria e offre assistenza legale a tutti coloro che hanno subito danni a causa di questo pericoloso cancerogeno, per ottenere giustizia e la salvaguardia dei propri diritti.