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mercoledì, Gennaio 15, 2025

Ferito in servizio in Marina riconosciuto vittima del dovere

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La Corte di Appello di Bologna ha confermato la condanna dei ministeri della Difesa e dell’Interno a riconoscere Roberto Zaccaria, un militare originario di Ferrara ferito in servizio, come vittima del dovere.

Questo riconoscimento si basa su un incidente avvenuto nell’ottobre del 1982 durante un’operazione di sorveglianza presso l’infrastruttura Maricommi Pagliari a La Spezia. Un collega, per errore, lo ferì all’inguine sinistro con un colpo d’arma da fuoco.

Ferito in servizio in Marina: la storia di Zaccaria

Zaccaria si era arruolato nell’ambito della Marina a soli 17 anni. Aveva prestato servizio militare dal 1980 al 1983, ha finalmente ottenuto il riconoscimento di tutti i benefici dovuti in seguito alla decisione della Corte.

«Avevo appena terminato il mio turno ed ero in attesa del cambio guardia – racconta la vittima –. Dopo di me doveva subentrare un altro sottufficiale con la sua squadra, ma prima si effettuava il controllo delle armi. Il commilitone, cioè il ragazzo di leva che era lì con me in quel momento, fece un gesto inconsulto nel controllare il fucile. Partì un colpo e mi ferì l’inguine. Mi sparò a 40 centimetri di distanza, a bruciapelo. Tutt’ora vedo il bossolo che viene espulso dall’otturatore, il fumo dalla canna. È qualcosa che ti lascia il segno per sempre».

Inizialmente la ferita fu considerata di lieve entità e Zaccaria ottenne solamente il riconoscimento della causa di servizio. Tuttavia, nel 2015, i medici gli diagnosticarono una sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS), che ha causato un dolore cronico e debilitante.

Il riconoscimento di vittima del dovere

Nel 2019, Zaccaria decise di richiedere il riconoscimento dello status di vittima del dovere, insieme a tutte le prestazioni connesse. Purtroppo, si respinse la sua richiesta, considerata prescritta. A questo punto, Zaccaria si rivolse all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Grazie agli sforzi dell’avvocato Bonanni, Zaccaria ottenne un importante risultato con la sentenza del Tribunale di Ferrara, che gli riconobbe lo status di vittima del dovere. Quindi, la Corte d’Appello di Bologna conferma questo diritto e sottolinea che Zaccaria ha diritto a una speciale indennità di 60.000 euro, due assegni vitalizi, arretrati dal 2019 e due annualità di pensione.

Nella sentenza, la Corte di Appello afferma chiaramente che l’invalidità permanente, stabilita dal consulente tecnico d’ufficio (c.t.u.), è il risultato di lesioni subite durante l’attività di servizio o nell’adempimento delle funzioni istituzionali durante l’esecuzione di compiti di vigilanza.

«Un modo per restituire un po’ di giustizia a un uomo che ha lavorato per lo Stato e per la comunità – ha commentato l’avvocato Bonanni- e che proprio sul posto di lavoro ha contratto un’infermità che negli anni potrebbe aggravarsi ulteriormente».

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