Alcune lunghezze d’onda della luce, in un intervallo chiamato Far-UVC, uccidono i microbi e sono innocue per le persone. Potrebbero difenderci dai patogeni infettivi, incluso il coronavirus?
Far-UVC: una lampada che disattiva i patogeni aerei
Far-UVC sta per Krypton Chloride (KrCl). Nuovi dispositivi utilizzano una lampada con i sui raggi ultravioletti, per ridurre la trasmissione di malattie trasmesse dall’aria, come lo staphylococcus aureus aerosolizzato, il SARS-CoV-2 e l’influenza.
In aggiunta, non inducono reazioni acute nella pelle o negli occhi, né effetti ritardati come il cancro della pelle.
La tecnologia potrebbe risolvere i drammi sanitari che ci affliggono dal 2019?
Dettagli dell’esperimento con la lampada Far-UVC
Alcuni scienziati hanno sigillato una stanza vuota e per due ore hanno pompato con aerosol lo Staphylococcus aureus, un batterio che può causare una serie di infezioni a volte mortali.
Poi, hanno attivato alcune lampade Far-UVC, fissate al soffitto. I loro raggi, invisibili all’occhio umano, hanno bombardato la nuvola di germi, con una lunghezza d’onda di 222 nanometri.
I ricercatori hanno poi prelevato dei campioni d’aria dalla stanza ogni cinque minuti.
Hanno contato quanti batteri vivi erano presenti nei campioni recuperati prima e dopo il test.
Con grande stupore, si sono accorti che l’esperimento era riuscito nell’intento. In pochi minuti, il 98% dei patogeni era stato eliminato. «Siamo stati piuttosto sbalorditi dalla riduzione dell’agente patogeno», afferma Ewan Eadie, fisico medico dell’ NHS Tayside di Dundee, in Scozia.
Il team di Eadie ha testato vari livelli di esposizione a Far-UVC, nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Conferenza americana degli igienisti industriali governativi (ACGIH).
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.
Patogeni, disinfettare gli ambienti con la luce può servire?
Secondo gli studiosi, se disinfettassimo gli spazi interni con la luce Far-UVC (impostata da 207 a 222 nm) e un buon sistema di filtrazione HEPA, potremmo dire addio a molte malattie infettive aeree, tra cui il SARS-CoV-2, il virus che causa il Covid-19.
«Siamo un po’ come i farmacisti della luce», esordisce Eadie. Poi spiega che la nuova tecnologia di decontaminazione, potrebbe essere utilizzata per trattare determinate malattie, come la psoriasi della pelle. In che modo? «La chiave – dice lo scienziato – è impostare la giusta lunghezza d’onda ed esposizione».
Cosa succede alla luce quando si propaga nell’aria
La luce si propaga nell’aria attraverso delle onde, la cui lunghezza determina i colori che vediamo, in uno spettro che va dal rosso (circa 650 nm) al viola (circa 400 nm).
Quando le onde sono molto corte, la luce diventa invisibile ed è conosciuta come ultravioletta (UV).
I diversi tipi di UV, variano a seconda della loro lunghezza d’onda, tra 10 nm e 400 nm:
- UVA e UVB, presenti alla luce del sole, sono la principale causa dell’invecchiamento della pelle e delle scottature solari;
- UVC a lunghezza d’onda più breve (100-280 nm). E’ ancora più nocivo, ma essendo assorbito dallo strato di ozono, difficilmente possiamo venirne a contatto;
- Far-UVC – generalmente compreso tra 200 e 230 nm – è considerato una forma meno pericolosa di UVC.
Come funzionano i dispositivi UV e Far-UVC
La luce UV intorno a 260 nm si usa abitualmente per la disinfezione e per la sua attività germicida, all’interno delle sale operatorie.
Nel 2020, Transport for London, che gestisce la metropolitana di Londra, ha installato dispositivi UV per pulire i corrimano delle scale mobili.
Le lampade UV si impiegano inoltre per uccidere gli agenti patogeni nelle acque reflue e per disinfettare le attrezzature di laboratorio.
I dispositivi a luce Far-UVC, sanificano l’aria senza utilizzare prodotti chimici, grazie a un fascio di luce compreso tra 200 e 230 nm (una forma meno pericolosa di UVC).
Patogeni, la luce utilizzata fin dal passatoÂ
Negli anni ’30 e ’40, William F. Wells, un ricercatore dell’Università di Harvard, pubblicò diversi studi su benefici dei raggi di luce UVC a 254nm.
Grazie alla sua scoperta, le aule scolastiche iniziarono ad usare le lampade per pulire l’aria. Cosa che ridusse drasticamente la diffusione del morbillo.
La luce raggiungeva solo l’aria che galleggiava nella parte superiore delle stanze. In certi casi, si poteva pompare all’interno di prese d’aria o condotti.
Non poteva tuttavia essere rivolta verso gli occupanti delle stanze, perché, sebbene inattivasse gli agenti patogeni, causava danni alla pelle e agli occhi.
Patogeni, prossime tappe della ricerca su Far-UVC
Lo studio clinico, attualmente in corso in Canada, utilizzerà le lampade nelle strutture di assistenza a lungo termine per gli anziani.
I ricercatori installeranno le luci nelle aree comuni, come corridoi e sale da pranzo.
In altri ambienti, posizioneranno invece delle luci placebo. L’obiettivo è scoprire se i degenti sperimentano o meno una riduzione del Covid-19, dell’influenza e di varie malattie respiratorie.
Bisogna approfondire gli studi sul Far-UVC
Secondo Eadie, nonostante i risultati promettenti «abbiamo bisogno di più studi che dimostrino l’efficacia delle lampade, prima di iniziare a utilizzare dispositivi far-UVC per il controllo delle infezioni».
Gli sforzi del ricercatore e del suo team, si concentreranno sull’impatto del Far-UVC sulla trasmissione delle malattie.Â
Fonti
Knowable Magazine10.1146/conoscibile-092822-1
Scientific Reports