Il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi e il deputato Alessandro Cattaneo sono stati ieri a Roma per chiedere al governo il rispetto delle fasi della bonifica sull’area ex Fibronit.
Ex Fibronit, per concludere la bonifica servono 30 milioni
Lavori che hanno bisogno di un finanziamento ingente: circa 30 milioni di euro. Sedici milioni sono stati già stanziati, anche se per un’inchiesta intervenuta sulla zona, non si possono spendere. Gli altri devono essere trovati per il rifacimento del liceo scientifico di Broni, ancora contaminato dall’amianto. Non è l’unico edificio scolastico in Italia che presenta materiali ancora contenenti asbesto ed è sotto controllo. Però la situazione va risolta.
In ballo anche il rifacimento del liceo scientifico
Riviezzi e Cattaneo hanno incontrato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. “L’incontro, reso possibile dall’interessamento dell’onorevole Alessandro Cattaneo, che ringrazio per la sua disponibilità – ha detto il primo cittadino di Broni – è stato finalizzato a mettere a fuoco le partite ancora aperte nel contesto di Broni sul versante della lotta all’amianto. Con particolare riferimento alla conclusione delle opere di bonifica dell’area ex Fibronit. E alla costruzione di un nuovo edificio scolastico. In sostituzione dell’ultimo immobile pubblico contenente il pericoloso materiale ancora presente in città.
Ringrazio il ministro Pichetto Fratin e il direttore generale Giuseppe Lo Presti, per avermi ricevuto presso il Ministero dell’Ambiente insieme all’onorevole Cattaneo, fra i rappresentanti istituzionali della provincia di Pavia che, lo scorso marzo, hanno sottoscritto l’impegno ad attivarsi per risolvere in via definitiva il problema della presenza di amianto a Broni”.
Il processo penale ex Fibronit
Nel luglio dello scorso anno la Corte di Appello di Milano ha assolto i due vertici della Fibronit per omicidio colposo nel processo che va avanti da 17 anni, dopo una condanna in primo grado. L’amianto spezzò tante vite, ma nei giudizi penali una condanna è difficile da ottenere.
Lo stabilimento, però, continuò a produrre cemento amianto anche quando tutti gli altri si erano fermati, preoccupati per le troppe patologie asbesto correlate dei lavoratori. Come pure dagli studi che sempre più insistentemente dimostravano la cancerogenicità dell’asbesto. Ora l’area della ex Fibronit è inserita tra i Siti di interesse nazionale, i Sin, che rappresentano un pericolo ambientale. La bonifica non è stata ancora completata.
Oltre ai Sin riconosciuti a livello nazionale, ci sono, secondo l’Osservatorio nazionale amianto, un milione di micro siti contaminati dall’amianto. Per questo l’associazione ha creato una App per le segnalazioni. Il fenomeno è ben descritto dal testo dell’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.