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venerdì, Maggio 3, 2024

Eternit bis, condanna ridotta per Schmidheiny: giustizia a metà

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Ridotta in secondo grado la condanna di Stephan Schmidheiny a 4 anni nel procedimento Eternit bis Torino. La Corte di Appello si è pronunciata questa mattina riformando la sentenza e disponendo una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione per l’omicidio colposo di Giulio Testore, operaio dello stabilimento di Cavagnolo morto per un mesotelioma da amianto. L’imprenditore svizzero è stato assolto, invece, per l’altro capo di imputazione, l’omicidio colposo di un secondo dipendente, Rita Rondano, perché il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili in 90 giorni.

“Giustizia a metà per le vittime”

Giustizia a metà per le vittime e i loro familiari da anni coinvolti in lunghe ed estenuanti battaglie giudiziarie” – ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che assiste, insieme all’avvocato Andrea Ferrero Merlino, i familiari di Testore.

L’Ona è costituito parte civile nel procedimento penale, al fianco della famiglia di Testore e delle altre vittime. “Purtroppo le lungaggini giudiziarie e anche l’iper garantismo – ha continuato Bonanni – hanno determinato che soltanto uno tra i due casi, non ancora prescritti, del troncone di Torino, ha superato il vaglio della responsabilità penale per il reato di omicidio colposo. Per i giudici di appello il magnate svizzero Ernest Stephan Schmydheiny è responsabile oltre ogni ragionevole dubbio.

Condanna ridotta, annunciato ricorso in Cassazione

Ci attendiamo quindi che la Corte di Cassazione confermi il giudizio e che ci sia giustizia per le vittime. Schmydheiny si ritiene un ambientalista e nega tutte le sue responsabilità. Queste sentenze, invece, ne segnano la sua colpevolezza per i reati ascritti, in attesa del giudizio della Cassazione – ha annunciato il presidente Ona – presso la quale saremo presenti per ottenere la condanna definitiva”.

Giulio Testore, addetto al reparto mescole dello stabilimento Eternit di Cavagnolo, è morto nel 2008, a 82 anni, per mesotelioma pleurico. Lavorò nella stessa azienda per 27 anni, fino al 1982, quando la fabbrica chiuse senza preavviso.

Condanna ridotta, il dibattimento

La difesa dell’imprenditore elvetico aveva chiesto in aula di rigettare la domanda di costituzione di parte civile della famiglia dell’operaio e di respingere la precedente richiesta di costituzione di parte civile dell’Ona. Tra le motivazioni il fatto che i familiari avevano beneficiato di un risarcimento dopo aver sottoscritto un documento nel quale dichiaravano di rinunciare a qualsiasi successiva azione legale nei confronti di Eternit. Documento che secondo l’avvocato Bonanni, così come è stato poi dimostrato, non aveva alcuna valenza legale. Il presidente Ona ha, infatti, sostenuto, “il principio dell’inapplicabilità di quella rinuncia nei confronti dell’attuale imputato, il quale non era parte di quell’accordo”.

Per Schmidheiny si tratta di una persecuzione

Molti dipendenti furono spinti a firmare quei documenti, accettando piccoli risarcimenti, anche a Siracusa e a Napoli. Non sono bastati al magnate svizzero, però, a chiudere una partita che causa ancora dolore. Schmidheiny, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha sempre avuto un atteggiamento di noncuranza verso tutti i procedimenti giudiziari intentati contro di lui. Non è mai comparso in udienza e con la stampa estera si è sempre lamentato della “persecuzione giudiziaria in Italia”. Sarebbe “assurdo”, secondo il suo pensiero, che dopo 40 anni dai fatti venga chiamato a renderne conto davanti a un tribunale. Oggi, invece, è arrivata una ulteriore condanna.

L’Ona continua la sua battaglia accanto alle vittime e si batterà perchè venga fatta, finalmente giustizia. Troppi i decessi e le famiglie distrutte a causa dell’amianto, troppo il dolore di intere comunità che grida ancora giustizia. Lunghissimi gli strascichi dell’uso dell’amianto ancora non bonificato sul territorio italiano, come si può leggere ne: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022“. Per questo l’Ona ha realizzato anche l’App per le segnalazioni dei siti contaminati.

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