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venerdì, Febbraio 7, 2025

Esposti amianto, il Pd Fvg chiede centro trasfrontaliero

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Il Pd chiede un Centro trasfrontaliero in Friuli Venezia Giulia per gli esposti all’amianto. L’asbesto ha segnato con violenza tante zone italiane e non solo. In diversi territori ancora oggi, a 30 anni dalla messa al bando del minerale, si contano i morti della fibra killer, perché il periodo di latenza della malattia è molto lungo. Per questo soltanto nell’ultimo decennio è stato chiaro il danno causato dall’uso smisurato dell’amianto.

Esposti amianto, l’interrogazione del Partito democratico

Questo anche in Friuli. La risposta a tanto dolore per le famiglie che perdono prematuramente i propri cari per le polveri respirate sui luoghi di lavoro, è diversa in ogni zona. Ora nella Regione il gruppo consiliare regionale del Partito democratico ha presentato una interrogazione. Chiede risposta in tema di esposti all’amianto.

In particolare i consiglieri Diego Moretti e Laura Fasiolo chiedono di utilizzare i fondi europei, come disposto nel disegno di legge 117, per la realizzazione di un Centro europeo transfrontaliero.

Centro trasfrontalierio per la ricerca sul mesotelioma

Un posto dove avviare anche la ricerca sul mesotelioma pleurico, malattia amianto sentinella, e a studiare le fibre artificiali vetrose.

Trovo giusto che vi sia spazio anche per il tema dell’amianto – ha detto Moretti al goriziano.it – soprattutto per quei territori dell’Isonzo, nostrani e aldilà del confine, che hanno vissuto e stanno vivendo il dramma sociale e sanitario legato all’utilizzo dell’amianto nei cantieri navali e nel cementificio di Anhovo di Canale d’Isonzo in Slovenia”.

In Friuli gli esposti all’amianto sono circa 11mila. Tanti però non si iscrivono alla lista, per paura di scoprire malattie. Il 40% è della provincia di Gorizia. Con questa interrogazione i due consiglieri vogliono stimolare la giunta ad attuare il Centro che sia all’avanguardia in Europa.

Esposti amianto, Bonanni: Sorveglianza sanitaria fondamentale

“La sorveglianza sanitaria è fondamentale – dice da sempre l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – perché aiuta le diagnosi precoci e, quindi, maggiori possibilità di curare le patologie asbesto correlate”.

Purtroppo sono tantissime, tra cui il tumore del polmone, della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie. Così come, ancora, l’asbestosi e le placche pleuriche. L’INAIL raccoglie i casi di mesotelioma dal 1992, oggi nel VII rapporto ReNaM, ma le patologie che sono state causate dall’amianto in questi anni sono molte di più. L’Ona ne stima 7mila nella Penisola soltanto nel 2022, come è riportato ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia“. L’Osservatorio per questo si batte da anni per la sorveglianza sanitaria e per le bonifiche. In questo senso ha realizzato anche una App per la segnalazione dei siti contaminati.

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