Un progetto studierà gli indicatori precoci dell’esposizione all’amianto e per questo si cercano volontari. Lo studio si chiama “Arrdia” – Asbestos Related Respiratory Diseases in Industrial Areas – per la tutela della salute degli ex esposti all’asbesto.
Il dottor Roberto Cherchi, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Arnas Brotzu di Cagliari, coordinerà il progetto insieme all’Associazione italiana esposti amianto (Aiea). Con loro anche il professor Pierluigi Cocco, consulente di Medicina del lavoro dell’Università di Manchester (Regno Unito), il CRS4 e la fondazione “Centro servizi alla persona” di Villamar.
L’obiettivo è quello di individuare dei marcatori (indicatori) precoci di malattie nei lavoratori e nei cittadini che sono stati esposti all’inalazione delle fibre killer.
Esposizione amianto, chi può partecipare allo studio
Gli esperti hanno la necessità di formare un gruppo di 450 persone, che devono avere una serie di requisiti. Dovranno essere maggiorenni non fumatori o ex fumatori da più di un anno, donne non in stato di gravidanza accertata o presunta e/o allattamento. I volontari saranno suddivisi in più gruppi, secondo il livello l’esposizione lavorativa all’amianto e secondo la patologia sofferta in relazione a tale contatto.
Gli accertamenti andranno avanti per 3 anni e l’impegno dei volontari è minimo. In questi 3 anni saranno, infatti, impegnati una mattina ogni sei mesi per sperimentare l’utilità degli indicatori molecolari. Questi saranno rilevati nel respiro attraverso metodi non invasivi e con il prelievo di un campione di sangue. Serviranno a individuare segnali precoci di alterazioni prodotte dalla passata esposizione ad amianto.
Test del respiro e prelievo ogni 6 mesi
I partecipanti compileranno anche due questionari della durata di circa 20 minuti ciascuno. Nel primo risponderanno a domande sulle condizioni di salute – compresi la storia familiare di tumori al polmone, pleura, pancreas, prostata, ovaio – le esposizioni lavorative passate e l’eventuale esposizione lavorativa ed extra-lavorativa ad amianto. Nel secondo sulle condizioni di benessere.
Il prelievo venoso di sangue sarà eseguito da un personale infermieristico esperto, che seguirà le comuni procedure di tutti i laboratori clinici. Il test del respiro, a riposo, durerà circa 15-20 minuti: i volontari saranno collegati ad un macchinario che raccoglierà la parte liquida dell’aria espirata.
I volontari potranno mantenere l’anonimato e la partecipazione alla ricerca è su base gratuita. Un eventuale rifiuto a partecipare non comporterà alcuna penalità o perdita di benefici, e si potrà abbandonare lo studio in qualsiasi momento.
Per far parte di questo importante progetto o per ottenere maggiori informazioni si può contattare la segreteria Arrdia, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16, chiamando il numero fisso 070.2046643 o il mobile 329.1732127.
I danni dell’asbesto sono da tempo denunciati dall’Osservatorio nazionale amianto e dal suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni. L’amianto causa il mesotelioma, ma anche tutta una serie di patologie asbesto correlate. Così come si legge nell’ultima pubblicazione dell’avvocato Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. L’Ona tutela le vittime e i loro familiari con un’assistenza legale e medica.