Il Tribunale di Termini Imerese, Palermo, ha condannato l’INPS al risarcimento contributivo per 21 lavoratori per esposizione amianto. L’importante vittoria, che consentirà agli ex dipendenti una maggiore serenità almeno dal punto di vista economico, è stata possibile grazie all’assistenza legale dello studio dell’Avv. Ezio Bonanni. Il professionista da anni è al fianco di cittadini e dipendenti che sono stati esposti all’absesto.
In Sicilia, l’ONA si è mobilitata già dal 2008. Con la conferenza internazionale sull’amianto, l’Avv. Ezio Bonanni sollevò la problematica dei lavoratori siciliani esposti ad amianto.
Fu proprio in quel contesto che Calogero Vicario, presente con un gruppo di lavoratori, ritenne di sollecitare l’onorevole Pippo Gianni. Quest’ultimo, parlamentare nazionale e regionale, sollevò la problematica in sede istituzionale.
“Purtroppo, ancora oggi, dopo tanti anni, il tema dell’amianto costituisce per i lavoratori siciliani una inaccettabile discriminazione. Dopo l’ultimo incontro, tenuto presso il Ministero del Lavoro, suona veramente singolare la riforma della sentenza del Tribunale di Siracusa che aveva accolto la domanda delle Industrie Meccaniche Siciliane”, così l’onorevole Pippo Gianni, ora sindaco di Priolo Gargallo, e componente del CTS dell’ONA.
Esposizione all’amianto, danni alla salute
Il killer silenzioso infatti ha causato in diversi decenni, gravissimi danni alla salute: infiammazioni, mesotelioma e altre malattie asbesto correlate. Nell’ultimo anno sono morte oltre 7mila persone in Italia che erano state a contatto con l’asbesto. L’avvocato Bonanni lo ha denunciato nella sua ultima pubblicazione ‘Il libro bianco per le morti di amianto in Italia – ed. 2022‘.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’avvocato Bonanni hanno sempre sostenuto che non sussiste la soglia di sicurezza per esposizione all’amianto.
Infatti anche dosi poco elevate di fibre amianto, possono essere sufficienti per provocare il mesotelioma, tra cui il tumore della pleura, del peritoneo, del pericardio, della tunica vaginale del testicolo.
Esposizione amianto, il caso di Termini Imerese
Il giudice del lavoro del palazzo di giustizia di Termini Imerese ha accolto 21 ricorsi di ex dipendenti della MA.TE.SI. S.p.A. (poi divenuta Filatura di Campofelice S.p.A.).
Dal 2017 più di 60 lavoratori si sono rivolti all’Ente di Previdenza con la certificazione di esposizione alla fibra killer rilasciata dall’INAIL per ottenere la giusta pensione. Purtroppo però, nonostante la documentazione, che riconosceva i danni legati all’esposizione dell’amianto, si sono visti negare i loro diritti.
Esposizione amianto, quali sono benefici contributivi INPS
Data la pericolosità dell’amianto per legge ne è stata vietata l’estrazione, la produzione e la commercializzazione. La norma ha attribuito il diritto ai benefici contributivi esposizione amianto per indennizzare i lavoratori che hanno subito danni amianto per esposizione lavorativa, e per far fronte al calo occupazionale in questo settore. I lavoratori esposti per più di 10 anni, hanno diritto ad una maggiorazione contributiva, per il prepensionamento amianto. Se già in pensione hanno, invece, a rivalutare la loro prestazione.
La posizione INPS non seguiva la normativa più favorevole
Secondo l’INPS, gli ex dipendenti avrebbero già ottenuto benefici di natura regionale in quanto collocati in LSU (lavoratori socialmente utili), e non avrebbero avuto diritto ad una implementazione della pensione.
Hanno così deciso insieme di avviare un’azione giudiziaria con la produzione delle prove dell’esposizione professionale ad amianto. Il responsabile ONA di Termini Imerese, Fedele Incandela, e l’assistenza legale di Bonanni, li hanno seguiti passo passo.
“Oltre il danno la beffa – ha dichiarato l’Avv. Bonanni – Tutti questi lavoratori sono stati esposti ad amianto dagli anni ’60 e, alla chiusura dello stabilimento nel settembre 1995, sono stati collocati prima in cassa integrazione, poi adibiti ai lavori socialmente utili. Successivamente sono stati collocati in pensione.
Oggi finalmente, in applicazione della legge di tutela delle vittime dell’amianto, arrivano le prime 21 sentenze, tutte di accoglimento delle loro sacrosante istanze dell’applicazione della normativa più favorevole”.
Se si teme un rischio amianto, ovvero fosse necessarie bonifiche amianto, si può contattare l’Associazione al numero verde 800 034 294 e chiedere un parere per iscritto (consulenza gratuita). I cittadini poi possono utilizzare la App Amianto dell’Ona per segnalare presenza di materiali in asbesto e contribuire così alla bonifica del territorio.
Rischio amianto in Sicilia
Con riferimento al rischio amianto in Sicilia, occorre innanzitutto richiamare il contenuto integrale della pubblicazione ‘Libro bianco della morti di amianto in Italia’, che traccia il quadro completo della problematica amianto in Italia, compreso quello relativo alla Sicilia.
In Italia, nonostante il divieto legale di cui alla L. 257 del 1992, entrata in vigore l’anno dopo, poiché non sono state effettuate le bonifiche, ci sono ancora 40.000.000 di tonnellate di materiali contenenti amianto.
Soltanto 6 regioni su 15 (Campania, Emilia Romagna, Marche, solo per edifici pubblici e imprese, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta), hanno dichiarato di aver concluso il censimento, mentre Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e nella Provincia Autonoma di Bolzano ancora devono terminarlo.
L’ONA, anche attraverso l’App, ha censito, per la Sicilia, 471 siti industriali, 615 edifici pubblici, e 9378 edifici privati, e 1203 altri siti contaminati, che è comunque una sottostima, rispetto alla reale portata dell’uso dell’amianto in Sicilia.
Anche la Sicilia ha la mappatura ancora in corso e, nell’ultima revisione (aprile 2020), risultano 31 siti bonificati.
Emergenza amianto in Sicilia
I dati dell’Osservatorio nazionale amianto raccontano di una strage silenziosa per cui la Sicilia viene definita “una terra martire”. Un fenomeno che è fortemente sottovalutato, nonostante l’approvazione della legge regionale amianto n. 10/2014.
Anche l’INAIL, nel suo registro nazionale sui mesoteliomi, l’ultimo è del 2018, conta numeri importanti. 1453 casi di morte per mesotelioma tra il 1993 e il 2015 in Sicilia a fronte di un totale nazionale di oltre 27mila. Di questi sono considerati certamente collegati all’amianto il 79 per cento, probabili il 5 e possibili il 16. Priolo, Melilli, Siracusa, Augusta, la Valle del Mela ma anche i cantieri navali di Palermo e il cosiddetto triangolo della morte con Gela, Siracusa e Ragusa. Sono tanti i luoghi siciliani contaminati.
Quindi la stima dei dati ONA, in ordine ai mesoteliomi, 1453 fino al 2014/2015; ulteriori casi segnalati negli ultimi anni di ulteriori 400 casi, totale 1850 casi. L’indice di mortalità è purtroppo del 93% nei 5 anni successivi ala diagnosi.
Un totale di circa 1720 decessi, cui si aggiungono quelli per tumore del polmone (3500), e ulteriori 1000 decessi per le altre malattie asbesto correlate. Totale 6220 decessi.
I lavoratori delle Industrie Meccaniche Siciliane avevano ottenuto, in via amministrativa, l’accredito delle maggiorazioni amianto, e in molti casi anche il prepensionamento.
Il Tribunale di Siracusa aveva riconosciuto loro i c.d. benefici amianto, grazie ai quali, anche quelli non collocati in pensione, avrebbero ottenuto comunque un prepensionamento.
Tuttavia la Corte di Appello di Catania, adita dall’Avvocatura INPS, ha annullato la sentenza del Tribunale di Siracusa e rigettato le domande di accredito dei benefici amianto.
Esposizione amianto Sicilia: la mobilitazione dell’ONA
La drammatica situazione dell’amianto in Sicilia è stata portata all’attenzione del Parlamento Regionale. Il più antico parlamento d’Italia ha visto convergere tutte le forze politiche per approvare la L. Regionale n. 10/14.
Questo strumento tecnico normativo, chiamato anche Legge Gianni, proprio dal nome del suo fautore, ha avuto in Sicilia ritardata attuazione. Fino a che, anche grazie a diversi incontri con il Presidente Musumeci, finalmente è stato istituito il centro regionale di Augusta. In questo centro, è stato iniziato il percorso della sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti ad amianto.
Molto rimane ancora da fare in Sicilia. Non si dà per vinto Calogero Vicario, battagliero coordinatore di ONA Sicilia. Sciopero della fame, mobilitazione, impegno anche nelle aule dei Tribunali, come parte e come testimone.
“Lottare contro l’amianto – dice Vicario – si può e si deve. Pago ed ho pagato la mia battaglia contro l’amianto con una ostinazione dell’INPS contro di me e contro i miei compagni, vittime dell’amianto nelle Industrie Meccaniche Siciliane. Se sarà necessario, faremo una grossa manifestazione a Roma”.
Il coordinatore regionale amianto di ONA, Sig. Calogero Vicario, con tutta l’Associazione, ha iniziato uno sciopero della fame, e altre forme di mobilitazione, alcune delle quali ancora in corso, e prosegue l’azione legale in tutto il territorio siciliano.