L’ex Pertusola è una delle aree industriali dismesse comprese nel sito riconosciuto come d’interesse nazionale (SIN). Le principali contaminazioni rilevate nell’ambito del SIN calabrese di Crotone-Cassano-Cerchiara sono da: metalli pesanti, composti inorganici e organici, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione a elevato contenuto di radioattività.
Nella stessa area si registrano anche maggiori rischi di sviluppo di tumori e di mortalità per malattie croniche. Lo riporta il sesto rapporto del Progetto Sentieri, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento, finanziato dal Ministero della salute.
Una delle vittime dell’esposizione a questi dannosi agenti cancerogeni è l’ingegnere Francesco Fabiano. Tutelato legalmente dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Crotone. Qui denuncia il fenomeno epidemico di patologie insorte tra gli abitanti della città di Crotone e gli ex dipendenti della fabbrica calabrese Pertusola Sud, operante nel settore della metallurgia fino alla sua chiusura nel 1999.
Ex Pertusola, il caso dell’ingegnere Fabiano
L’ingegnere ha vissuto per più di dieci anni nella città di Crotone. È stato così esposto ad agenti chimici tossici prodotti dall’industria metallifera, subendo gravi danni alla propria salute. Già nel 2016 Francesco Fabiano riceve la sua prima diagnosi di mieloma multiplo, un tumore che colpisce le cellule del sistema immunitario. Poi, alla fine del 2022, è vittima di una seconda neoplasia altamente aggressiva, l’emangioendotelioma composito, una tipologia di sarcoma.
Queste patologie risultano connesse all’esposizione ambientale da agenti patogeni e cancerogeni, da amianto e da metalli pesanti. L’intossicazione da metalli pesanti è dimostrata anche dai risultati delle analisi effettuate su campioni di urina della vittima. Gli esiti presentano diversi valori superiori al limite di soglia.
«La fosforite e i prodotti di scarto nei processi di lavorazione industriale, come accaduto per la ex Pertusola, presentano una tipica concentrazione di metalli tossici contaminanti: uranio, torio, radio, piombo, zinco – spiega Pasquale Montilla, oncologo e consulente scientifico dell’ONA -. La fosforite, trattata ad alte temperature in altoforno, produce isotopi di polonio in forma di gas. Inoltre, dalla catena di decadimento dell’uranio, si ha la formazione di radon, un gas nobile estremamente pericoloso e cancerogeno per l’uomo».
Proprio grazie alle rilevazioni tossicologiche e all’approccio multidisciplinare, condotto dai sanitari dell’ONA, si infatti rileva un fenomeno epidemico da segnalare alle competenti autorità.
Francesco Fabiano ha così deciso di rivolgersi all’ONA e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere il riconoscimento dei danni subiti e delle conseguenze fisiche e psicologiche sofferte.
L’importanza della bonifica e della sorveglianza sanitaria
La bonifica della zona è stata predisposta già nel 2010 e, ad oggi, è ancora in corso. Manca però, nonostante l’identificazione del SIN a elevato impatto ambientale e i dati provenienti dai reparti oncologici, la sorveglianza sanitaria, con screening onco-tossicologici e analisi biomolecolari mirate, dei pazienti potenzialmente contaminati.
«È indispensabile bonificare con urgenza per ridurre il rischio di esposizione dei cittadini (prevenzione primaria) – spiega l’avvocato Bonanni -. Ma è necessaria anche la sorveglianza sanitaria per gli esposti, insieme alle corrette tutele previdenziali e risarcitorie. Auspico che siano sempre meno i contenziosi giudiziari a cui sono costretti vittime e familiari per il riconoscimento dei propri diritti».
L’ONA sostiene da sempre le vittime non solo dell’amianto ma di tutti gli agenti cancerogeni. Si può richiedere chiamando il numero verde gratuito 800 034 294. Inoltre l’associazione continua a lavorare anche per aggiornare la mappatura attraverso l’App Amianto.